Il mio sogno? trovare l'anima della corsa.. e della vita.

lunedì 29 marzo 2010

6° Trofeo Monte Acuto 11,790k-48'16''


Ieri mattina ho partecipato a questa splendida gara di Marzo. Quest'anno c'era un po freschino al momento del ritrovo e un'oretta di sonno alla fine non l'ho recuperata..ma il sole poi ha aggiustato tutto e 7 ore di riposo son bastate. Ad Ozieri, luogo in cui si svolge il trofeo, ritrovo parecchie persone, il clima è come l'anno scorso, una grande festa! L'arrivo suggestivo come sempre, è quella bella rampa finale da dove si vede fin giù in piazza l'arrivo degli atleti. Passa un ora e mezza e neanche me ne accorgo, un breve riscaldamento, si parla, ci si distrae guardando il fiume di gente che c'è ed in breve si arriva a posizionarsi. Rispetto all'anno scorso riesco a posizionarmi molto più avanti e riesco quasi subito a liberarmi e correre sciolto. Passo qualche decina di atleti e mi posiziono alle spalle del gruppo top che è formato da circa 30 corridori. Più avanti il nostro Abdelkader Oualid e Rutigliano volano letteralmente via, inseguiti da un bravissimo Daniele Troìa, Muntone e De Venuto. Io dal canto mio inizio una bellissima gara!! La salita la prendo forte ma sprizzo quasi felicità quando sento che le gambe vanno e come vanno! Nei momenti in cui la pendenza si fa più leggera sento che posso accelerare e lo faccio. Attraversiamo il paese per quelli che dovrebbero essere un paio di km e poi ci buttiamo in discesa. Rivedendo il post dell'anno scorso scrivo che avevo preso la salita all'80%. Proprio per questo oggi ho pensato invece di spingere dall'inizio e recuperare in discesa nonostante l'obbiettivo era di tenere alta la velocità. Così prendo la discesa come se fossi su una bici da strada e provo emozione a vedere che questa volta devo cercare quasi le vie di fuga. Ho l'emozione di essermi sentito finalmente un corridore. Questo finisce a circa 1/4 dalla fine della discesa dove il recupero che pensavo ci sarebbe stato invece fatica ad arrivare. Con l'addolcirsi della pendenza faccio più fatica a tenere chi è davanti, sembrerà strano ma con pendenze elevate in discesa sto iniziando a correre bene, meglio che su quelle medie.
Ad ogni modo arriva un gruppetto e mi accodo ad essi, voglio tener duro fino al tratto in piano. Arrivo giù, bevo un sorso d'acqua e vedo che ci sarà da girare un po più larghi della scorsa volta, quindi il tracciato sarà 20-30 secondi più lungo..ad ogni modo perdo contatto e sento un forte vento contrario. Qui inizia la vera fatica. Ci dirigiamo presso la frazione di San Nicola e le poche case riparano un po, son sempre al limite ma almeno per un attimo rifiato. Le cose non vanno benissimo e le gambe iniziano ad essere pesanti, ma ormai la metà gara è già superata, manca solo la salita finale. Usciamo fuori dell'abitato e prendiamo un lungo rettilineo dove alla fine mi raggiunge un altro gruppetino di 3 o 4 elementi provo a stare un po con loro e poi mi stacco nella prima parte di salita. Devo stare attento a non crollare. Le gambe nonostante tutto si son riprese ma rimane la mancanza di fiato, non riesco a carburare come vorrei. In pratica mi difendo fino alla fine, mi passano altri 2 o 3 ed arrivo alla piazza, mi compongo per la rampa finale e finisco la mia gara.
Per ora sembra che abbia fatto un finale disastroso, guardo invece l'orologio e vedo 48'16''. Cavolo!!! 2'10'' in meno dell'anno scorso, migliorare anche di un minuto mi avrebbe fatto piacere! Beh sono contentissimo!! Inoltre rispetto al 53° posto dell'anno scorso su 224 quest'anno son rientrato 38° su 296 arrivati. Posso parlare di miglioramento. La conoscenza del tracciato è risultata importante, la strategia forse non mi ha pagato come avrei voluto ma quella sensazione nei primi 5-6 km è stata fantastica..non mi ero ancora sentito così. Ad ogni modo il punto fiato è cruciale, è la sensazione che si prova quando si fanno ripetute in salita che si arriva con il cuore in gola. Probabilmente devo lavorare molto di più su questo, la forza nelle gambe c'è ma arrivo troppo presto a sentirmi in debito di ossigeno.
Il resto della manifestazione è stato sorprendente..bellissima premiazione, questa volta, come la volta scorsa prendo un bel cestino con tante buone cose e una nuova bottiglia per la collezione ^_^ e poi andiamo a mangiare in un ristorante lì vicino. L'organizzazione ci ha preparato quello che sembrava un ricevimento!! Grazie al Monte Acuto Marathon per questa giornata indimenticabile!

venerdì 19 marzo 2010

Pensiero libero



Sacra è la notte che con il suo riposo mi rigenera di nuova vitalità, creatività e felicità. Se i sogni son la parte più bella del sonno i pensieri lo sono del giorno. Di dì in dì si rinnova il miracolo della vita per poter continuare a perseguire i propri scopi e non dobbiamo far altro che ringraziare ciò che ci è stato messo a disposizione e viverlo nel migliore dei modi. Un respiro, osservare qualcosa, correre, non c'è nulla di più naturale e più bello, eppure a volte i giorni scorrono via senza neanche darli importanza..questa è la vera tristezza a cui non bisogna abbandonarsi.
R.Davide

lunedì 15 marzo 2010

Come i semi del Taràssaco


Salve a tutti, questo è un periodo di cambiamento..l'inverno stà lasciando posto alla primavera ed arriva il primo sole, le giornate da qui in avanti sembrano scaldare e la corsa ritorna prepotente a reclamare più spazio. In me sembra esserci un leggero segnale, i lunghi che ho fatto fin ora iniziano a rappresentare la nuova dimensione che mi ero aspettato, sembra quasi iniziare ad approcciarsi ad un nuovo sport..dopo l'ora e mezzo inizia il divertimento, inizia ad esserci quella spinta mentale che vuol portarti a correre sempre più, il corpo cambia e non si corre più come prima, ci si sgancia totalmente dalla sedentarietà e la fatica ad un certo punto neanche la senti più..ti fermi solo perchè ti sembra strano correre per così tanto tempo. E poi la sensazione di avere le gambe leggere dopo questi allenamenti è quasi uno scherzo..gambe leggere che iniziano a sentirsi anche nella vita quotidiana. Si respira ancor meglio, i polmoni si gonfiano e mentalmente non averti più con paura l'idea di correre una mezza. In questi giorni inoltre mi stò portando ad un peso leggermente inferiore ed i benefici si sentono..non tanto nelle performance, che ancora non ho testato, ma soprattuto nel morale, dentro tè stesso, nel sentirsi come una piuma. Unico neo le bolle, il piede destro ne è segnato ma tengo tutto sotto controllo. Ho voglia di correre e non mi interessa se ad un certo punto arrivo a sentirmi svuotato, son delle sensazioni che mi mancavano ed ora stò ritrovando. Spero che siano solo l'inizio, ma son sicuro che presto questo stato di leggerezza sarà più marcato.

Vi saluto tutti. A presto!

venerdì 5 marzo 2010

questo febbraio 2010..


Mah..finalmente il secondo mese di questo anno è andato via..rimane la bella giornata di neve che ho vissuto..ora questo marzo ha già iniziato a rompere..oggi un bel vento freddo mi ha rovinato il lungo che dovevo fare..rimandiamo a domenica per vedere se sfioriamo le 2 ore di corsa..troppo vento mi fa più paura dell'acqua..non vado d'accordo..non corro bene e se non corro bene rischio di stressare male i muscoli e le articolazioni. Per il resto, uscito, son uscito e questo mi mette di buon umore nonostante la bella fatica di quasi un oretta di corsa. Ma passiamo a questo mese nel dettaglio:

2 febbraio 2010: era giorno di lungo..in tutto 22,720 km con una sosta al 50°-70° e 94°. Media totale senza contare le soste di 3 minuti è sui 4'34''/km. Non male per niente per essere un'allenamento.

4 febbraio 2010: 4 km di riscaldamento..insomma un po veloce per un riscaldamento..poi breve sosta e faccio 2 ripetute da 420m con recupero di 3 minuti..poco sotto i 3'30''/km..niente di eccezionale..l'importante è ricordare alle gambe che si può correre veloci. Altri 1500 metri e finisco.

7 febbraio 2010: 16,640 km a 4'44'' buona giornata nonostante un leggero senso di pesantezza.

8 febbraio 2010: solite 2 ripetute da 420 metri a 3'20''/km ..riscaldamento veloce di 4km e corsa tranquilla finale di 5km.

10 febbraio 2010: 9,5km a 4'39''/km.

12 febbraio 2010: 22,5 km a 4'44''/km. Piccole soste al 52° e 87°.

14 febbraio 2010:10 ripetute da 420, recuperi da 3'. Tempi da 1'39'' fino a 1'32'' ..l'ultima sparata in 1'20''. Defaticamento finale di 1600 metri.

16 febbraio 2010: si tenta una distanza maggiore..arrivo a 24,9 km con una media finale, senza contare le brevi soste dopo 1h07' e 1h40'', di 4'36''/km. Il mio peso dopo questa corsa scende a 55,4 kg..siamo già al limite della classica bottiglietta..necessita una maggiore idratazione.

18 febbraio 2010: 8 km divisi in 2 parti da 4km alla media di circa 4'20''/km.

21 febbraio 2010: Mezza del golfo dell'Asinara..21,097 in 1h27'23'' (4'09''/km). Pensavo di aver perso velocità..è andata molto bene!

24 febbraio 2010: la mezza si sente sulle gambe..faccio 5km poco sotto i 4'50''/km.

25 febbraio 2010: nonostante ancora i dolori persistono provo a vedere come va e sparo inutilmente e un po stupidamente 4 km sul filo dei 4'10'' /km..il fisico mi dice stop e torno correndo a pezzi..

26 febbraio 2010: fermo cmq non devo stare, torniamo a fare chilometri tranquilli..dopo 6,5 km mi faccio due allunghi sui soliti 420 metri intorno ai 3'30''/km. Torno a casa tranquillo.

28 febbraio 2010: come sempre una mezza non si toglie dalle gambe semplicemente..non sono al 100% ma va sempre pur bene per provare a fare una bella campestre..sarà un po così..non andrà male e soprattuto mi diverto..i 6 km nel fango li sento ed ora iniziamo a tornare in una buona condizione e soprattuto al più presto ad allungare nuovamente.

lunedì 1 marzo 2010

Campestre Bultei San Saturnino



La mia prima campestre è risultata quella che doveva essere..un scoperta dal primo all’ultimo cm. Son venuto con la volontà di divertirmi..un po’ a corto dalla mezza, ma molto determinato a correrla. Vado a fare un giro per il percorso che pensavo essere un po’ umido per la presenza d’erba ma abbastanza asciutto per via delle belle giornate..così non è stato. E’ strano pensare di dover correre una gara su questo terreno arato da tempo, con tutte le gobbe, le zolle smosse che ormai son ricoperte di erba e poi fossati stretti di scolo con dossi allungati. Qualche pietra, ciuffi più grossi, e poi c’è lui, il fiumiciattolo. La pozza di fango è in agguato..ci sarà da divertirsi..come minimo ci si dovrà infangare almeno 8 volte visto che l’acqua và verso il lato opposto dove inizia il percorso di 1,5km da ripetere 4 volte. In questa zona è evidente che la falda è prossima al terreno e sicuramente in tutto il suolo l’acqua della sorgente calda posizionata all’interno del percorso sbuca anche qui a là e le sue acque si infiltrano tutt’intorno e scorrono ora in superficie, ora sottosuolo per poi fuoriuscire nuovamente. Siamo in prossimità della chiesa di San Saturnino significativa testimonianza di arte romanica nell’isola e presso questi terreni sorgono anche le Terme di San Saturnino, dette anche Angioi. Questo luogo era noto ai romani col nome di Aquae Lusitanae, dove si possono ritrovare i resti di un calidarium, oltre che altri reperti architettonici ed epigrafi. Questo stabilimento, che si affianca alle nuove Terme Aurora di Benetutti, è costruzione datata, ma ciò non ne diminuisce l'attrattiva, visto il numero di persone (soprattutto fra i residenti), che preferiscono le sue acque ritenendole più attive per la più elevata temperatura.
La mattina però è tutto un osservare quel che succede. Avrò però solo i master più grandi per poter studiare la fatica che incomincia fin dal primo giro. La giornata presenta un programma per tutte le classi di età (è la 5à prova di campionato per società ed il regionale per l’individuale) ma i master delle categorie inferiori partono per secondi. Quello che dice tutto è mio padre, in difficoltà apparente dal primo giro e non riuscirà a rientrare più con un ritmo migliore su quelli davanti, ulteriori problemi e dolori alle ginocchia non lo soddisfano.
Al traguardo si nota la sua prima gara campestre in tutta la sua fatica, una fatica diversa dal solito. Capisco che è una gara dura, tutti son al limite già dalle prime battute e più che nelle gare di strada bisogna stare attenti a non andare fuori giri. Son tutti pieni di fango, questa non è solo la conseguenza di una pozza e sembra che la parte alta del percorso presenti delle difficoltà come se ci fossero delle salite eppure guardando lontano non sembra niente di particolare. Non vedo l’ora di partire.. sembra fatto apposta ma la nostra partenza sarà: stiamo per partire, stiamo per partire e arriva lo sparo improvviso. Detto, fatto! senza pensarci, subito si và, son già in un altro mondo, estraneo, forse un po’ troppe persone mi superano, non è solo la mia partenza cauta..sto già avendo rispetto di chi è già più abituato, rispetto della prima curva, non so come mi teranno le scarpe, non avere le chiodate sarà un problema?? Si sarà un problema, capisco cosa potrebbe dare un po’ di aggrappo lì sotto..iniziano le prime pozze, più di quelle che pensavo, è tutto un circuito zig zag, rallento ancora, non voglio cuocere..eppure già dal primo giro sarò al limite. Evito bene qualche buca, mi rallegro, ma poi sbaglio altri passaggi, inizio ad affondare, è una continua ricerca di traiettorie e zone sicure su cui appoggiare i piedi e spingere, soprattutto spingere. Arrivo alla zona alta e lì la terra, il fango e le curve ti tolgono ogni volta qualcosa, brevi strappi di pochi metri ti tolgono il resto. Nel punto più alto prenderò una pietra come punto di appoggio per spararmi in discesa e forse sarà il tratto più veloce. Ma la pendenza per tornare alla partenza non è elevata, ulteriori curve e laghetti di fango mi decimeranno le forze.
Il secondo giro sarà molto strano, invece che fare un percorso migliore, cado nelle trappole del percorso. Noto che rispetto alla strada c’è qualcosa di molto diverso..non alzo mai la testa, si è sempre alla ricerca di un punto stabile.
Iniziano già ora i primi cedimenti, pattino sul fango, sbaglio le curve ed esco dritto. Il terzo giro sarà ancora peggio, ogni tanto mi rallegro di aver trovato un buon corridoio ma poi sprofondo nel punto peggiore, sbaglio totalmente delle curve e peggio di un motociclista rientro lento per evitare di scivolare sugli strati che si accumulano sulle vie di fuga..proprio come nel motocross si formano dei rialzi laterali di fango che alcuni prendono in velocità ma che io cerco di evitare per la paura che si disfino sotto il mio peso. Finisce anche il terzo giro, i migliori son proprio avanti, mi accorgo che la gara non è delle solite, nell’ultimo giro ormai mi diverto a passare sul fango ed entrare in una pozza senza neanche evitarla. Alzo il viso e probabilmente mollo la testa e perdo almeno 150 metri da chi ho davanti negli ultimi 7-800 metri, finisco traballante ad ogni curva, ad ogni pozza..le gambe non si fidano più e dopo le 2 o 3 storte leggere che ho preso non ho più la forza e voglia di osare e tener saldi i muscoli. Eppure quando finisco mi vien in mente che se c’erano altri 4 -5 giri avrei recuperato ..con un ritmo leggermente inferiore forse avrei iniziato ad ingranare..forse era il divertimento di qualcosa di nuovo che me lo fa pensare. I 6 km su cui non ci metto la mano nel fuoco per quanto riguarda l’esatta lunghezza li copro in 28’30’’ ma è un dato che non riesco ad interpretare. So solo che la mia sensazione è di essermi trovato in palese difficoltà più che in strada rispetto agli altri. E’ una sensazione che però noto anche in altri atleti..sembra che alcuni siano più allenati per questo specifico campo della corsa o che semplicemente si trovino più a loro agio. La campestre mischia un po’ le carte in tavola e si rivela quasi come un altro sport su cui i risultati quasi scontati delle gare su strada risultano invece più dubbi, i valori risentono di più distacchi e una giornata no può rivelarsi più nefasta.
Fatta la gara il resto è bellezza, lo scenario di questo posto come altri luoghi della Sardegna è unico..un prato tutto verde circondato dalle montagne del Goceano ed i loro paesi: Burgos, Bottida, Bono, Anela, Bultei e poi ancora dall’altra parte Benetutti e Nule.
Si è come su un’ampia platea sorvegliata dagli abitanti dei rilievi. Dopo aver ammirato i panorami lontani vado a fare un po’ di foto verso la zona alberata, lì il vento cessa e lontano da tutti riesco a sentire solo lo speaker. L’unica altra cosa che rompe il silenzio è il fiato ed i passi delle atlete master che gareggiano in quel momento.
Penso a quanti spettacoli ci offre la Sardegna, è diversa di chilometro in chilometro. Guardo in lontananza, è già ora di tornare verso il pubblico là in fondo, passo per la pozza di acqua calda, qualcuno si lava, altri hanno raccolto degli asparagi e dei narcisi selvatici lì intorno, poco prima i bambini cercavano ancora le scarpe sotto il fango e qualcuno si disperava di non riuscire a trovarla più. Per fortuna poi andavano via contenti di averla strappata alla terra. Mi ricordo il mio attaccamento alla bici, agli strumenti per fare sport in generale.



In seguito seguirò i senior..le differenze son anche qui, sempre più marcate che su strada. Il loro giro sarà più piccolo e non arriverà alle zone più alte..un peccato, avrei proprio voluto farli qualche bella foto incorniciata dalla vegetazione.
Torno a casa con un pensiero contrastante. La campestre sembra che non sia per me, nonostante da ragazzino spesso correvo e saltavo per le rocce, il pensiero è che rischio di farmi veramente male e le caviglie le sento deboli, per la prima volta però non me la sono cavata male, è divertente e dovrei provarla con scarpe adeguate, da una parte mi ha disturbato essermi ritrovato pieno di fango e sporco, ma dall’altra parte è la corsa più naturale e mi verrebbe voglia di rifarla domani e provare a dominare di nuovo il terreno e me stesso togliendo fuori quei movimenti agili che si son assopiti. Ci sarebbe tanto altro da dire, sensazioni da scrivere, ma mi bloccherò qui con un’ ultima frase: una bella giornata!!!