Il mio sogno? trovare l'anima della corsa.. e della vita.

sabato 19 dicembre 2015

Solidità

I miei tatuaggi sono le cicatrici, la mia guida la pura acqua, traggo forza dagli atti atroci, non mi piega l'obliqua vita, né la realtà appassita. Sarà l'incandescente vento invisibile a spostare le tenebre, che mai metteranno il dubbio e l'incertezza nelle mie palpebre.

Ribichesu Davide

mercoledì 19 agosto 2015

Quasi nel mezzo del cammin di nostra vita..

Il tempo inesorabile, si fa finta di niente. Si perdono, come se fosse tutto infinito. Il cuore, nella egoistica distrazione, non sente. La morte ti riporta a pentito. Ad ogni grigia riunione, sei sempre più te stesso, rivisiti la tua storia, ed è come cambiare d'improvviso: di questa vita hai possesso? allora perché negatività e non un sorriso?


Ribichesu Davide

sabato 8 agosto 2015

I° Ediz. della Arzachena Corre - Memorial Famiglia Passoni - 9,9 km 41'11''


Post su una gara di qualche mese fa..

Il primo maggio 2015 ho partecipato a questa splendida gara, veloce ed impegnativa. In più molto molto calda, tanto che mi sono trovato particolarmente bene: ne avevo proprio bisogno! 
Devo dire che ho corso anche con molta serenità, nonostante una normalissima preoccupazione. Il 3 seguente avrei dovuto fare la faticosissima mezza di Chia, ma la condizione era in ascesa e i problemi quasi superati. Oltretutto durante il viaggio della mattina per arrivare a destinazione ci si era divertiti parecchio a gestire la nebbia nella zona del Coghinas, un'atmosfera che non ritrovavo da quando andavo da ragazzino a pescare. E poi quella strada con quelle belle curve, la SS125 da Olbia ad Arzachena, dove ancora ricordavo le sensazioni delle gare realizzate in bicicletta. Ed ora quel camion davanti a noi che le plasmava con evidente abilità, senza mai invadere la corsia opposta, che bravo autista!
Insomma, dopo qualche piccolo imprevisto si arriva allo Stadio Biagio Pirina. Si prende il numero, ci si cambia e inizio a fare un buon riscaldamento sulla pista, una bella pista, soleggiata e accogliente, con palcosceniche gradinate (se viste dal punto di vista delle corsie). Il percorso di gara partirà proprio da questo stadio e si comporrà di due giri di circa 5km, compreso il passaggio all'interno dello stadio durante il primo giro. L'arrivo sempre sulla linea utilizzata per la partenza. Il percorso inizia compiendo un giro della pista e poi, per passaggi tra i giardini adiacenti, prosegue per la SS427 e gira a sinistra per Via Ippolito Nievo. Da qui taglia per un piccolo sterrato e prosegue per Via Francesco Petrarca, dove la strada comincia a salire. Siamo alla fine del 2° km. Fino a qui me la cavo benino (4'01'' e 4'27''). Dopo si svolta nello strappo di Via Ruzittu e poi ci si butta verso Piazza Antonio Segni, si svolta due volte a destra per entrare in Via Azuni e svoltare subito dopo a sinistra in Via Goffredo Mameli. Dopodiché si prosegue sempre dritto in un lungo rettilineo con falsopiani, fino a girare a sinistra per Via Lorenzo Demuro (3,5 km dalla partenza). Poi nuovamente a sinistra in Via Nicola Columbano, alla fine della quale si gira due volte a destra entrando per stradine interne al complesso sportivo e rientrando allo Stadio. Il secondo giro è la fotocopia. Questo primo giro però lo faccio veramente benino, anche se inizio a sentire molta stanchezza sul finale, poco prima di entrare allo stadio: decido di mollare un po'. Infatti avevoo spinto nella ripida discesa di Piazza Antonio Segni e nei seguenti km, spendendo più del previsto (3'50'' - 4'15'' - 4'06'').


Il secondo giro sarà in difesa. Sentirò nelle gambe lo strappo di Via Ruzittu. Lo sentirò per bene. Le velocità di ogni km saranno tutte inferiori tranne quella dell'ultimo quasi 1000 (4'08'' - 4'42'' - 3'53'' - 4'20'' - 4'00/km). Devo dire che dopo aver visto la media finale ero molto contento, non correvo così da tanto tempo. Un gara magnifica! Un percorso molto divertente! E' un luogo, se si ha tempo di fare un giro, splendido.


Le premiazioni poi sono state fatte in un ampio spazio adiacente, dove sono stati offerti panini con carne, formaggi, bevande, dolci e tantissima gentilezza e ospitalità. Sono andato via veramente felice. In seguito ne approfitterò per rivedere alcuni luoghi e scoprirne di nuovi, ma questa è 'un'altra storia, che potrebbe rovinare il post con qualche critica sull'abuso perpetrato nel territorio del nord-est dell'Isola e vorrei, invece, far parlare qualche bella foto.

 



lunedì 3 agosto 2015

Nell'oceano in tempesta.

In fondo ti devo un favore,
richiesto nelle impotenti ore:
nell'oscuro dolore.
Ma spiegami ora il significato,
di uno sviluppo mancato,
di un bacio mai dato.
Che piano hai in mente?
perché il destino mente..:
esisti veramente?
Continuo a correre,
perché hai lasciato perdere.
Ma dai, ma sai:
ho imparato le lezioni,
o pensi che tradirei le sue emozioni?
Volgono al termine le ore:
cosa mi lascerai?
un momentaneo fiore?
o forse mi perderai.
 No, più semplice che l'invenzione abbia creato un'infinita illusione.

Ribichesu Davide

martedì 14 luglio 2015

Come non mai!

Neanche l'attrazione più grande riesce a superare le incomprensioni, di occhi distanti ed emozioni restie ad incontrarsi. Neanche un cuore che muore per amore riesce a battere la paura della felicità perfetta. Ma i pensieri, le sue pressioni, ti portano con me, metà eletta. Sono persino i dubbi e le false impressioni ad innamorarsi. Sono i momenti di vuoto che mi fanno cadere nel: sono solo? E' la sensazione di un incantesimo rotto che mi fa dire: sono l'unico nel volo? Un attimo e tutto mi distrugge, senza supporto, come tutto si strugge. Devo bruciare per potermi fidare, devo essere noi per essere insieme nel poi.

Ribichesu Davide

giovedì 9 luglio 2015

Stand by

Sbagliare pensando di migliorare, cercando non fai che allontanare. Allora tuffati sul quieto dai flutti smeraldo, non pensare di essere codardo. Lasciati andare sopra il mare, prova ad amare anche ignorando. Senti che puoi volare e poi galleggiare? Sprofondare, ma ora stai già nuotando? Verso la riva puoi ancora dare, ora si tocca. Seduto sulla rocca, quando vorrai potrai aspettare. Quando benvoluto sarai, saltare con il caldo: e avrai.

Ribichesu Davide

giovedì 2 luglio 2015

Il tempo che logora l'ottimismo.

Come le opere di certi artisti, come le storie degli antenati, che vengono apprezzate dopo centinaia di anni, così sono le emozioni che la vita ci porterebbe. Quando sono pronte per essere condivise tra le persone, quelle persone hanno lasciato questo mondo - a volte un mondo astratto, costituito da barriere temporali, spaziali, caratteriali.. - senza, purtroppo, trovarle o perdendo l'occasione. E le nuove generazioni subiranno nuovamente questo destino.

Ribichesu Davide

7^ Macomer corre nel centro storico 6,720 - 26'05''

Sabato 20 giugno ho deciso di partecipare a questa interessante gara. E' l'occasione per fare del mezzofondo prolungato tirato e per rivedere un vecchio percorso di una manifestazione a cui tengo. Lo spirito non è al 100%, sono in una giornata decisamente no, pensieri, forse anche un pochino stanco da un buon allenamento tirato fatto il mercoledì. D'altra parte, però, vengo coinvolto dai compagni della Podistica SS e scendiamo tutti insieme, un ottimo viaggio, divertente e interessante. Credo che a questo punto, sia il fatto di temere il percorso, sia la paura di problemi fisici, sia il voler fare una buona gara a tutti i costi, tutto si sia disciolto nella ventilata e non troppa calda serata macomerese.
Insomma, dopo breve riscaldamento, che talaltro avevo poca voglia di fare, si arriva allo sparo della partenza. Cambia tutto, mi concentro, due respiri in più e si scatta. Prendo subito posizione dietro quelli che arriveranno poco davanti a me e cerco di seguirli. Non voglio tirare troppo nei primi 2 giri dei 4 previsti. Eppure il primo km in piano e in discesa va via a 3'24''/km. E' un tratto anche piuttosto movimentato, con sinistra-destra e sali e scendi continui. Infatti dopo la partenza situata in Via Roma (Istituto Giannino Caria) si svolta a destra per due volte: in Via Vittorio Emanuele III e Via del Vascello. Da questo punto (300 metri dalla partenza) inizia un labirinto di vie dove si può correre veloci mentre si sfiorano i muri, mentre con classe si cambia direzione usando movimenti della schiena, usando addominali e gioco di gambe. Se non sbaglio si arriva dopo circa 1 km (passando, tra le vie principali, in Via Torino e Via Murenu) in Via Giosuè Carducci dove ci si trova a che fare con un tratto di circa 70 metri molto ripido (dove perderò preziosi secondi per paura di farmi male). Da lì, subito dopo, ci si trova  in salita, una salita un po' sconnessa nel primo tratto, dove prestare attenzione a dove si appoggiano i piedi, specie con delle A1. Si continua a salire per circa 300 metri. Si incontra anche con un vento leggermente fresco contrario. I più furbi riusciranno ad intravedere in mezzo alla stanchezza una striscia più liscia dove spingere per bene, evitando il basolato meno omogeneo. Alla fine della salita si gira a destra per raggiungere Via Regina Margherita e svoltare a sinistra in Corso Vittorio Emanuele II, e infine nuovamente a destra per concludere il percorso in Via Roma. Tutto questo ha letteralmente spinto il cuore degli atleti al limite, in soli 4 giri. Le transenne dopo l'arrivo sono stati il mio trespolo per almeno 1 minuto, mentre riprendevo fiato e sentivo il cuore che sbatteva, dopo aver provato a recuperare con quasi tutta la mia energia rimasta 2 posizioni in una volata. Purtroppo il secondo atleta, oltretutto della mia categoria, era troppo lontano. Ma non cambiava niente, arriverò 7° di categoria e mi limito a valutare la strada che ancora c'è da fare. Nonostante tutto penso di aver fatto un'ottima gara, anche con il mio modesto 3'53''/km di media finale. 
Il dopo gara vede un rinfresco luculliano, che apprezzo sempre tantissimo.. ehehehehe, è come aver vinto. Bisogna proprio prendere atto che la Fiamma Macomer ha veramente dato tanto in questo appuntamento, e sono contento di averci ripartecipato dopo tanti anni. Tanta gentilezza, ospitalità e un percorso molto bello, vario, insidioso, su cui gareggiare con tutto lo spirito e la concentrazione che si ha a disposizione!!

giovedì 25 giugno 2015

epilogo.. e se tornassi indietro, cambierei?

Quanto tempo nel vento, non dedicato al meglio.
Perso in astrattezza platonica, ridotto a vuoto oscuro.
Con quel cuore che diventa cemento, in un deserto miglio dopo miglio.
E la vita, beffarda, che si fa retorica, e ti vuole, testarda, fragile insicuro.

Ribichesu Davide

venerdì 19 giugno 2015

Corsa di primavera di San Bernardino 6,4km 27'22''

Gara del 9/05/2015

A Ovest di Monte Gonare, a sud di Orani, si trova Sarule. Questo è un interessante paesino che può essere definito di montagna, in quanto ha un'altitudine superiore ai 600 m. Paesaggio montano nella quale la strada che lo collega alla piana di Ottana offre suggestivi scorci da apprezzare al calar della sera. Il granito fa da padrone, tanto quanto l'arte. Incredibile quello che puoi scoprire in poche decine di minuti anche senza girare in maniera soddisfacente il paese. In poche centinaia di metri si trovano numerose opere di Pina Monne, tra le quali, in una in particolare, si viene a conoscenza dell'Avv. Salvatore Sini, scrittore della famosa A Diosa, che è poi la No Photo Reposare interpretata dalla Maria Carta di Siligo e il Parodi di Porto Torres (ma in precedenza anche da un tenore e gruppi sardi, e in seguito numerosi cori e altri artisti). Insomma, in pochi metri si vive una fetta d'arte pittorica e musicale ad altissimo livello.
E mi viene in mente sempre una mia idea di come si debbano creare e valorizzare percorsi turistici integrati a numerosi aspetti dell'ambiente sardo. Dove si possano assaporare le immagini mostrate dalle gallerie a cielo aperto presenti nei paesini. Di più, si dovrebbero proprio pianificare e potenziare questi aspetti e farne una peculiarità assolutamente sarda. Leggere la storia sarda e le scene del vissuto quotidiano direttamente camminando nei piccoli centri isolani. E invece siamo ancora un po' restii, abbiamo poco coraggio di sperimentare e dare forza al nostro potenziale. E capita che alle gare, invece di festeggiare la bellezza della nostra Sardegna, dobbiamo fare un minuto di silenzio perché un ragazzo è morto, ucciso con una fucilata. E quindi si corre con un sorriso che si spegne.
Tornando alla corsa, la gara è studiata su un tracciato molto tecnico di 6,4km distribuiti su 4 giri. La prima parte del percorso di gara prevede un falsopiano di circa 150 metri (Via Nazionale o SS128) a cui seguono 350 metri quasi al 9% (Via Gonare e Via IV Novembre). Probabilmente le punte sono molto ben superiori in quanto spiana in alcuni tratti. Nel punto più alto, quindi, si tende subito a scendere, ritrovandosi ben presto davanti alla Chiesa di San Michele Arcangelo, lungo Via San Giorgio. Da qui si svolta in Via Cagliari, Via Brigata Sassari e Via Liguria. In questo tratto la discesa è molto aspra in Via Cagliari e si trova una insidiosa curva a "u" alla fine di Via Brigata Sassari. Alla fine di Via Liguria ci si ritrova sul rettilineo finale di Via Nazionale e l'arco si trova ancora a poco più di 350 metri.


La mia gara parte con tranquillità, sono ancora stanco da Arzachena e Chia: non posso permettermi di tirare più del dovuto. Per fortuna il vento forte e fresco del pomeriggio non tira più e si sta veramente bene. Solamente nella prima discesa provo a forzare e vedere se il piede tiene, se posso fare qualche recupero. In realtà ci riesco ma nel successivo falsopiano, alla fine del primo giro, sento già le gambe senza spinta. Perciò farò tutta la gara con il mio passo e chiudo bene la gara sotto i 4'/km (velocità dei km: 4'13'' - 4'24'' - 4'06 - 4'37'' - 4'10'' - 4'16'' e 3'53'' gli ultimi 0,400).
Chiudo molto molto stanco ma contento, ogni gara per me ormai è una soddisfazione. Anzi, forse sto esagerando. Così, bello tranquillo, assisto alle premiazioni, al secondo posto di categoria di mio padre. Infine si va tutti quanti alla piccola chiesetta campestre di San Bernardino, appena fuori paese lungo la Via San Bernardino. E' uno spettacolo per gli occhi. Mi sembra di essere in un parziale anfiteatro disposto in pendenza. Intorno querce e prati di asfodelo con vista sulle cime di Monte Gonare in direzione E-ESE. Il caffèllatte con biscotti e il successivo corposo rinfresco (con molti dolci) danno spirito ad una pace dei sensi. L'aria pizzica di bosco e montagna, pulita, fresca. I polmoni ringraziano. Ultima emozione è quella vista panoramica già citata che si distingue con rustica malinconia verso il calare della sera, mentre con serenità si torna verso Ottana e poi verso casa.

martedì 16 giugno 2015

Doglia

Nella concentrazione, nell'ascensione di sofferenza, nasce la pazienza, la libertà dalla penitenza. Si è liberi dal pensiero di effemeridi, si è levrieri, sparvieri, destrieri nel vento: afidi di vita.

Ribichesu Davide

mercoledì 10 giugno 2015

Corri Nuoro

Ieri ero in "ritiro" con i compagni della Podistica SS per un giro pizza serale.. tra le tante cose si è parlato anche delle gare che ha fatto mio padre. Tra le ultime la bellissima gara di Ghilarza, il 15° Giro del Guilcer, che ha chiuso alla media di 4'32'' in 51'45'' (11,4km circa). Poi mi sono ricordato anche della gara che ha fatto recentemente a Nuoro (15° GIRO DEL GUILCER) che ha chiuso alla media di 4'33'' in 51'40'' (11,2km circa). Proprio quest'ultima mi ha stimolato a ricercare un breve scritto del 2011 (di cui mi ero ormai scordato) che ho voluto recuperare e inserire nel mio blog. Rileggendolo mi accorgo che dovrei apportarvi numerose modifiche a come è stato scritto, ma lasciando inalterati i concetti. Tuttavia ho deciso di riportarlo direttamente così come è stato copiato dal sito dell'amatori nuoro (scorrendo la pagina che si apre lo si può ritrovare), a cui l'avevo volentieri inviato.


Corri Nuoro - Una partecipazione d'animo

Questa è stata la mia terza presenza alla Corri Nuoro. Questa manifestazione è un crocevia in cui i podisti si riuniscono. La particolare posizione geografica di Nuoro e le principali vie di comunicazione uniscono Cagliari, Sassari e Oristano in questa Roma sarda. Non è un caso se nei discorsi tra corridori ci si domanda: ma ci vediamo a Nuoro? Così anche quest’anno non potevo mancare, s’incontrano amici podisti che spesso non si riescono a vedere in altre corse e, come nel mio caso, ci si programmano veri e propri appuntamenti per incontrare altre persone. Ma fino a qui sembra che abbia voluto far capire che ci si va a Nuoro solo per una questione di comodità. No! A Nuoro ci si va perché è una garanzia. Sono da poco nell’ambiente della corsa ma in questi tre anni mi sono sempre trovato bene. L’organizzazione ha sempre dimostrato di voler dare il servizio migliore possibile, di essere un buon padre di famiglia che si prende cura di ciò che fa. Quindi anche quest’anno sapevo già cosa mi sarei trovato: clima di festa, le maglie rosse dell’organizzazione (sempre numerosissime), lo stand dell’associazione benefica, la preparazione della frutta e della carne e di tutto il ben di Dio che ci riempirà la pancia nella lunga serata del dopo gara, il gonfiabile davanti alla Provincia, i freschi giardini con il busto di Grazia Deledda, Massimo Zara sul suggestivo camion-palco in cui, se si ha la fortuna e la forza di salirci, è sempre un piacere godersi il pubblico e lo scenario notturno che se ne percepisce: un emozione di qualche decina di secondi che trasmette una serenità indescrivibile e un senso di soddisfazione particolare. Insomma, cartoline che danno il gusto di una serata passata in casa di amici in cui il rispetto per chi t’invita è assoluto ma dove ci si può comportare come se si fosse a casa propria. Quest’anno poi ero proprio curioso di vedere la modifica apportata al percorso molto veloce ma insidioso che negli anni scorsi mi aveva creato non pochi problemi. Ma chissà perché più il percorso è particolare e stimolante e più mi ci appassiono. Siamo nel cuore di Nuoro, l’inizio lo conosco bene: Via Brigata Sassari, via Deffenu, si gira per il Corso Garibaldi ed ecco la deviazione. Per vie che entrano in contrasto con la prima parte più moderna si torna un po’ indietro nel tempo. Si torna a più di un secolo fa. Siamo in Via Grazia Deledda, siamo davanti alla sua casa, al suo museo. Mi sorge un sorriso sul viso pensando che scrivo su di lei, il premio Nobel per la letteratura che molti studenti non sanno neanche chi sia e che a scuola neanche ci hanno fatto leggere: i suoi libri, delle opere assolute. Invece lo sport visto come strumento per la diffusione della conoscenza della nostra Isola, delle tradizioni, dei nostri tesori, ti porta su un piatto d’argento, fino al suo uscio. Questo nuovo percorso sembra proprio tosto. Parto non troppo veloce, comunque troppo forte, e le piccole difficoltà in più che riscontro nelle vie storiche mi fanno faticare, sono come Canne al vento, sono Cenere in balia dei piccoli dislivelli ma resisto con le mie ultime forze, integro nella mia ultima concretezza di polvere, elastico per non rompermi e dopo 4 giri chiudo anche io la mia terza Corri Nuoro. Sono contento. Volevo proprio essere presente e passando sotto il traguardo ho portato a termine il mio desiderio: ne sono testimoni Monte Ortobene e Monte Corrasi che ben ci vedono da lassù. Dopo che ci siamo rifocillati con la generosità Sarda rimaniamo come sospesi nel tempo durante le premiazioni. Non riesco a capire come, stranamente, ci si sente in un ambito intimo nella spaziosa Piazza Italia. Magia della Corri Nuoro.

sabato 6 giugno 2015

4^ Chia Laguna half marathon - 1h34'41''

Qualche giorno dopo il 3 maggio 2015.

A Chia non dovevo andare. Ciò che mi ha fatto cambiare idea è stato l'invito di un mio amico, che mi ha coinvolto. Lo ringrazio! E' stata una decisione presa al volo, ma un'ottima decisione! Per la verità, a qualche settimana dalla proposta, avevo tantissimi dubbi sul fatto che potessi concludere una mezza maratona impegnativa come Chia. Ma l'occasione era ghiotta, mi sarei divertito e avrei visto con i miei occhi questo famoso evento, se era così eccezionale come sembra: perché vale tutti i partecipanti che ottiene? Perciò eccoci in viaggio con alcuni ragazzi che lavorano nel Progetto Filippide, un ragazzo del progetto, un grande appassionato di calcio con tanta voglia di correre i 10km e una tenacissima master. Con queste premesse il viaggio si rivela molto leggero, scorrevole, dialogato, nonostante ben più di 250 km (sia di andata, sia di ritorno) sotto un fine settimana che si preanuncia infuocato. E domani le temperature saranno più alte.. e si corre. Durante il viaggio abbiamo fatto due soste: una che essenzialmente può essere definita "gabinetto", l'altra più interessante, complice il pranzo. In quest'ultima, infatti, la nostra amica chiede una cortesia ad un signore che abita nel borgo residenziale di Maddalena (vicino a Capoterra). Con lui nasce una piccola e serena discussione. Il tutto si conclude con una bottiglia di buono e fresco vino rosso che ci ha regalato per il viaggio (credo di produzione propria). E di questo piccolo momento del viaggio mi ricorderò sicuramente della targhetta disposta sulla facciata principale della sua casa, la quale segna il livello dell'acqua che li colpì nel 2008. Di fronte, la piazza nella quale gestirono i soccorsi e le altre operazioni successive. Solo ora mi accorgo, studiando il luogo, di quanto il mare fosse vicino: deve essere stato come uno scontro tra maree: senza scampo.
Nella serata prendiamo possesso delle nostre camere nell'economico e buon b & b "La Marea" di Giorgio Zedda, a Domus de Maria (devo dire gentilissimo per averci dato la possibilità di una doccia extra subito dopo la gara dell'indomani).

La serata continua con la consegna dei pettorali presso l'expo del conference center del Chia laguna resort. Devo dire che mi aspettavo molto più caos, e molti più stand. Tuttavia il luogo è intimo e confortevole. E poi vedo delle bellissime Bianchi da strada: sono già contento! Non contento, invece, per via dei problemi relativi alla partecipazione del ragazzo del progetto Filippide. Oltretutto sembra per fesserie burocratiche che per fortuna sono state risolte in un discreto tempo.
E il tempo vola, in breve ci si ritrova al ristorante pizzeria Mister Akumal. E qui forse ho salvato per un pelo la mia gara, in quanto la pizza era gigantesca ed io, fortunatamente, non ho esagerato. Tuttavia l'indomani, anche dopo la colazione, provavo momenti di intesa sensazione di fame già dalle 9:00 del mattino. Ultimamente ho sempre fame, ma certe volte non ho neppure voglia di mangiare.
Comunque, dopo aver fantasticato su alcuni astici serviti a spese del proprietario.. si va a dormire: inizia un altro calvario.
Sebbene abbia avuto la fortuna di avere un letto matrimoniale, e due cuscini, probabilmente avrei dovuto scambiare la stanza quando ne ebbi l'occasione. Ma la stanchezza, l'ora e la voglia di dormire non ha fatto sorgere nuovamente una situazione di discussione. Così, dopo aver fatto i miei esercizi concilia sonno (vari movimenti e stretching con cui cerco di lottare con la fascite ogni giorno) scopro che i cuscini non mi sono congeniali. E' più forte di me, non riesco a rilassarmi. Il cervello, poi, è acceso, mi metto a pensare, apro gli occhi e una spia luminosa mi sveglia ancora di più. Sembra un sole, ma è solo la mia mente che moltiplica ogni aspetto che può tenermi sveglio. Passano le macchine, altri rumori. Forse ci vedo malino nel buio della camera, ma nel silenzio il mio udito si amplifica. Forse dormo qualche decina di minuti. Poi mi risveglio di colpo, vado in bagno due volte: la pizza mi aveva messo sete e ho bevuto troppo. Controllo l'ora. Dormo a piccoli sonni fino al mattino presto: non conterò più di 2 o 3 ore in totale. E durante uno dei momenti in cui guardo le pareti mi invento di usare i doppi asciugamani come cuscini. La soluzione non mi porta il sollievo voluto e torno ai cuscini normali. Alla fine riesco ad addomesticarli. Mi viene da pensare che la notte prima di Arzachena (cioè due notti prima) avevo dormito solo 5 ore. Inizio a preoccuparmi: sono sicuro che una notte non può indebolirmi troppo; ma due notti parziali e un solo venerdì notte buono?
Tra una cosa e l'altra arriva la mattina. Alla fine rimango disteso dalle 4:50 fino alle 5:45, sveglio con gli occhi chiusi. Mi alzo. Alle 6 e 30 sono pronto per la colazione. 
La giornata inizia bene. Sul luogo della partenza della gara il parcheggio migliore è a pagamento, ma noi troviamo una sistemazione in quello che si può definire "il parcheggio gratuito": il bordo di una strada sterrata. Sul luogo della partenza i podisti aumentano velocemente mentre noi consegniamo le nostre borse. E tra un volare di rondini e l'altro si passa alla preparazione contro gli sfregamenti: con la sudorazione, il vento e il caldo questo dettaglio sarà importante, decisivo!
Sono appena le 9:00: decido di mettermi anche la protezione 50 sul viso e di rimanere all'ombra, prima di avere il coraggio di effettuare un breve riscaldamento. Sono le 9:30: oggi voglio fare una buona gara, decido di partire davanti. Sarò così bravo che il mio tempo e il real time coincideranno. Dietro di me almeno 3000 persone, davanti riesco a vedere i top, uomini e donne. E soprattutto la Straneo. Penso: peccato, riesco a vederla solo ora, una foto con lei l'avrei voluta fare. Mi consolerò pensando a quella che mi son fatto fare due giorni prima con la bravissima ed emergente Alice Cocco. La Straneo la rivedrò solo durante la gara, che corre senza fatica e senza sentire il caldo: io mi trascinavo il mio stanco corpo e sognavo la sua leggerezza.
Ma è tempo di partire, finalmente! Intorno a me podisti euforici mi spaccano i timpani. Il 3 - 2 - 1 è una liberazione. Cerco subito i palloncini che mi aiuteranno a fare 1h e 30. Sono vicini. E tra i podisti più veloci della mezza e quelli della 10 che mi superano, e cerco di evitare in collisione, mi metto alle spalle dei pacemaker. Così vicino che per i primi km dovrò evitare che i palloncini mi arrivino in faccia. E nonostante tutto qualcuno riesce a tagliarmi la strada. E penso: ma voi che avete persino il pettorale blu (quello della mezza) dove volete andare scattando come scemi con 19 - 18 km di gara da fare? Poi, prima del 5° km iniziano i ritiri, gente che scoppia e lascia la strada improvvisamente, alcuni completamente esausti, come cavalli sfiancati. Il caldo c'è ma non è ancora forte. Alcuni sembrano anche buoni podisti e il ritmo non è eccezionale, da 4'11'' a 4'20''/km. Non riesco a capire questi cali improvvisi e drastici da parte di questi corridori. Anche io sento subito la gamba che diventa pesante, ma non si può mollare come se si avesse corso un 1000 al 100%. Lascio perdere e mi concentro sulla mia gara. La salita all'interno dell'abitato di Chia mi fa sentire una leggera fatica, anche troppo anticipata (in fondo capisco un po' di più i primi ritirati): al 5° km si salirà già di circa 40 metri sul livello del mare. Così, prudentemente, lascerò andar via i pacemaker. Per me andavano forte. Non ero in grado di seguirli (in qualche foto che ho visto in questi giorni mi ritrovo un Davide già pallido e stanco sin dalla partenza), quindi farò il mio passo, senza più guardare il Garmin già dal sesto km. Ho fortunatamente capito al momento giusto che non sarà una gara dove andare con tempi regolari, tutt'altro. I primi km saranno 4'11'' - 4'17'' - 4'20'' - 4'17'' - 4'23''.
Finalmente il primo giro di boa, molto bello, ancora molto trafficato da podisti, stretto, ma parecchio stimolante, direi quasi caratteristico. Rivedo tanti volti conosciuti e vengo rapito da quella mole di informazioni visive e di saluti scambiati tra tutti.
La via del ritorno è piacevole, sembra esserci una leggera discesa che per 3 km mi fa realizzare un costante 4'11''/km. Poi inizia un lento calvario. Forse per l'errore di aver bevuto poco, forse per il caldo, forse la stanchezza del viaggio e dei giorni precedenti, fatto sta che devo ridurre molto la velocità. Eppure ho la sensazione che non perdo terreno, anzi. D'altra parte inizio ad avere anche sensazioni di fermarmi, di non farcela. Arrivano i demoni mentali. Quanto tempo che non li incontravo più. Definitivamente lascio perdere un buon tempo. Penso che concluderò in 1h e 40'. 9° e 10° passano in 4'24'' e 4'29''. Si passa per la partenza e ora si va verso la costa ovest dell'Isola, verso Tuarredda. Inizio a cercare acqua, ma i ristori sono troppo distanti e l'acqua da fastidio quando la mandi giù: calda e gasata. Anche i sali sono caldi. Ma devo bere di più. Vorrei anche fermarmi per fare pipì. Il lungo stradone ed un evidente salitona (non pensavo fosse così pesante) mi fanno rallentare sempre più. All'undicesimo km pensavo a come avrei fatto ad arrivare alla fine, facevo sempre più fatica ed ero sempre più incatramato, nel fisico, nella mente e sull'asfalto. Pensavo che se fossi riuscito a tornare indietro avrei chiuso almeno in 1h e 50'. Non riuscivo ad immaginarmi al ritorno, lungo la stessa strada in direzione opposta. Poi ho pensato, che no, non dovevo ritirarmi, che comunque l'avrei finita. I demoni sono persuasivi e seducenti, ma io lo sono di più!! Mi sono ricordato di quando ero stanco durante la Sardinia Ultramarathon 2012, quel giorno, fermo lungo il ristoro del 2° giro, e poi sono ripartito. Il corpo in questa mezza poteva darmi ancora qualcosa, dovevo aspettare le energie nascoste. Non poteva essere più difficile di quella volta, portare a termine la gara. Ho continuato. E' passato pure lo stimolo della pipì, ho visto i podisti camminare sulla prima salita vera della Chia half marathon e ho preso coraggio. E' iniziato il recupero nel punto più duro della salita, poi la discesa mi ha dato una mano. Lungo il breve rettilineo successivo ho capito il modo in cui finire quella gara. Ho impostato la mente dell'ultramaratoneta :).
11°, 12° e 13° in 4'37'' - 5'10'' - 3'58'', con punte massime e minime di 5'47''/km e 3'36''/km.
L'impresa diventa quella di arrivare al 15° e sopportare la vista di chi già rientrava: non farsi perdere d'animo. Neanche quando poco prima del secondo giro di boa si incrociano simpatici che ti urlano: quanto è bella la discesa! E tu sei in salita che arranchi con il caldo e una sete da Sahara che ti sgretolano in granelli disidratati. Comunque, dopo la discesa arriva una parte di piano e di sali e scendi, con una faticosa asperità proprio prima del secondo giro di boa, dove venivi premiato con l'acqua. Così ho impostato un ritmo tranquillo nel piano e forzavo un po' di più in salita. La cosa bella è che recuperavo tantissime posizioni. Ciò mi ha aiutato tantissimo, mi sono veramente divertito nella zona più infernale degli inferi di Chia! Tra una cosa e l'altra arrivo al giro di boa. Quindi dovevo per forza di cose bere bene, non lasciarmi scappare l'occasione! Prendo la bottiglietta e faccio qualche passo a piedi. Bevo e mi bagno. Troppo, mi inzuppo la canotta. Errore, non avevo valutato che il ritorno è caratterizzato da un vento fortissimo, che lascia il posto al caldo. Per fortuna mi rinfresca al punto giusto senza farmi venire dolori al ventre o allo stomaco. Così procedo a bassa velocità, con passo il più possibile svelto e con tanta concentrazione per controllare la cadenza. Non c'è verso, il vento è forte e non si riesce a correre disinvolti. E' una croce continua. Eppure recupero ancora. In un modo o nell'altro arrivo alla salita del 18° km. Dico solo che il Garmin mi segna punte a 6'24''/km e la schiena mi faceva male per quanto la pendenza e il vento mi piegavano. Ma non è tempo per mollare, è tempo di scollinare! La seguente discesa, e soprattutto gli ultimi 2 km di Viale Chia, saranno interminabili ma, naturalmente, molto più lineari dei precedenti dal 14° al 18° km (dal 14° al 21° segno i seguenti tempi: 4'21'' - 4'50'' - 4'25'' - 4'57'' - 5'27'' - 4'29'' - 4'25'').
Le ultime centinaia di metri mi vedono arrivare sulla scia di un mio compagno di squadra. Il mio sorriso interiore addirittura si premia da solo vedendo un risultato under 1h35'. L'unica cosa che penso è quella di andare al ristoro. Berrò più di mezza dozzina di bicchieri di sali e molta acqua. Ho perso troppi liquidi, evidente errore. Devo riabituarmi anche a questo. In questi anni ho perso persino la capacità di assumere liquidi in gara. La fame non è molta ma comunque dovrò buttare la pasta offerta dall'organizzazione per un altro motivo: sembra tolta dalla scatola per quanto poco è cotta. Non è mangiabile. Per il resto direi che le cose da scrivere sulla gara sono finite. 
Il pomeriggio mi vedrà beato con le gambe nella fresca acqua di Tuerredda, mentre la macchina del mio amico stava in un parcheggio a pagamento dal fondo melmoso. Ma ogni cosa, per fortuna, vede piccoli aspetti negativi ma anche grandi positivi. Come quella sosta sulla via del ritorno, dove tra bellissime chiacchierate e spensieratezza ti ritrovi anche a vedere un gruppo di sconsiderati bevitori che mettono in mostra la loro birra fuori e dentro dai locali: dalla bottiglia all'evaporazione che si attua nei bagni.
Per epilogo. Penso che Chia faccia successo perché ci si trova un po' di evasione. Si ritrovano anche molte amicizie e conoscenze podistiche che solitamente in gare più provinciali e regionali si vedono meno. Cosa che mi ha fatto molto piacere. I nomi da elencare sarebbero tanti, loro sanno. Poi il luogo mi ha dato l'impressione di essere fuori dal caos della Sardegna (che in confronto al resto d'Italia appare già più tranquilla), ultima frontiera prima dell'avventura in un affascinante deserto pieno di oasi da scoprire. Il segreto sta nel nome, piuttosto che nel luogo. Nell'immaginazione del podista, che per tanti motivi è stata sapientemente saputa stimolare. Non a caso, sulla via del ritorno, il traffico (presumo "del mare") ti fa tornare alla realtà. Forse era meglio passare dall'altra parte, come diceva la nostra tenacissima amica, ma il tempo, il tempo non ti lascia libertà! E' ora di tornare alla schiavitù di tutti i giorni. Ma con la mente libera, ripulita, magari un po' malinconici e nostalgici. Tornare, ripartire con un cervello ristorato e rinvigorito, nuovamente positivo.

Corri Porto Torres - Trofeo Martiri Turritani - 8,4 32'35''

Il 2 giugno non potevo mancare a questa manifestazione. Pochi km da casa, molti visi conosciuti e un bel percorso ricavato a pochi passi dal mare, in pieno centro cittadino. Si trattava di fare 5 giri a bastone (un bastone a L, diciamo) tra Corso Vittorio Emanuele II e il lungomare. Partenza e arrivo davanti alla Piazza del Comune, con un'affascinante doppio passaggio ad ogni giro. Tanto che ad un certo punto, in quanto ha gareggiato anche mio padre con cui ci siamo incrociati almeno due volte all'altezza del traguardo, è andato in caos anche il Presidente provinciale Fidal che faceva da speaker: "ecco passare Ribichesu, dall'altra parte Ribichesu, l'altro Ribichesu... Ribichesu padre..".
E' stata una bella giornata, con tante gare, riservate anche alle categorie dei ragazzini, alla non competitiva ed a quella femminile. Tuttavia il tempo passava e il caldo aumentava. La nostra partenza ci immerge fin dal primo giro in un velo di sudore. Eppure, nonostante una mattinata in cui mi sveglio svogliato, parto subito scattante, forse complice il buon riscaldamento realizzato con il resto della Podistica Sassari. Tanto scattante che per qualche centinaio di metri vedo la schiena di Oualid e penso che, in generale, tutti siano partiti piano. 
Ma più avanti, a metà del primo giro, tutti accelerano e prendono via via le loro posizioni in fila indiana. I primi km passano a 3'35'' e 3'37''. Inizio a pensare che forse sono io che sono partito più veloce del solito, era da anni che non riprovavo queste sensazioni. In ogni caso è ora di diminuire l'intensità e ricordarsi della gara e dei lunghi giri infuocati. Non prima di aver provato a seguire per un po' alcuni dei miei bravissimi compagni di squadra.
Ma nuovamente, nel 2° e 3° giro provo a tenere un buon ritmo a costo di scoppiare, voglio vedere fino a dove posso spingermi, voglio testare il nuovo stato di forma. Nel frattempo valuto che inizio a sentirmi sempre più pesante e meno sciolto, probabilmente per la temperatura che sale all'interno del corpo e per il fiato che inizia a mancare. Mi volto al giro di boa del lungomare e vedo che da dietro non guadagnano. Provo a tenere la posizione anche nel 4° giro. Al quinto mi impegno a non cedere, nonostante abbia dato fondo ad ogni mia briciola di energia e di esperienza, di trucchi mentali. Concluderò 18° assoluto e 2° di categoria. 2° di categoria finirà anche mio padre! E' veramente da tanto tempo che non succedeva, emozionante! Probabilmente con una media di 3'53''/km mi è andata molto bene (il vincitore sono sicuro che sia andato facilmente sotto i 3'15''/km), mi ha aiutato il caldo, forse degli avversari che sembravano stanchi, esausti. Eppure sono molto molto contento, mi sono divertito tantissimo!! La mattinata prosegue con le lunghe premiazioni sotto un feroce sole, ma non mi interessa, mi sento rilassato, mi sto divertendo, e l'ambiente podistico mi dà linfa, a tratti mi rigenera, mi distrae.

lunedì 1 giugno 2015

Aspettando l'eternità..

In risonanza con l'agonia, sperduto in tempi labirintici. Intrattenendo l'integrità/si lotta ìmpari contro la fobia/d'insufficienze mitraliche/da ultra astinenza d'amenità.

Ribichesu Davide

martedì 12 maggio 2015

Sono felice del fatto che sto correndo..

Ultimamente ho riprovato a riprendere a correre: mi sembra positivo aver fatto ben 6 gare. O meglio, ho partecipato con grande passione. Diciamo che posso ritenere il 1° gennaio 2015 come data utile ad identificare la ripresa. Più verosimilmente posso poter dire che corro dalle prime settimane di marzo, in quanto i km precedenti erano talmente pochi che non possono ritenersi significativi. Perciò a chi mi ha rivisto nelle gare, e mi chiedeva: - come va? - rispondevo: - sono contento che sto correndo! -
Ultimamente ho provato a combattere la fascite anche con dei plantari, realizzati professionalmente dopo un visita baropodometrica. Dopo 5 mesi ho tolto i plantari ed ho cominciato a correre senza. Con i plantari alla fin fine i dolori si alleviavano molto solo se ci correvo piano, e quando, anche con attenzione si prova ad aumentare la velocità, diventano più fastidiosi che altro: il piede sembrava sempre volar via dalla scarpa. E il dolore non spariva mai del tutto. Oltretutto è un buon metodo per consumare le scarpe nel punto in cui la parte alta del calcagno appoggia posteriormente sulla scarpa: certi buchi! Questo perché il piede rimane rialzato di qualche centimetro e sfrega, con quel movimento che ti fa temere di perdere la scarpa stessa.
Insomma, alla fine il problemino non è mai sparito, ma ora riesco comunque a correre, ed ho fatto anche qualche garetta. L'ottava edizione della Corrincentro, la 25^ Sagra del carciofo ad Uri, il 10° Trofeo Monte Acuto, un 5000 in pista (dove il 22/03/2015 ho fatto la straordinaria performance di 21'17'' ^_^), il Trofeo Prendas ad Ittiri e il Currendi in Pischera - 1° Trofeo del Fenicottero. Su queste ultime due devo soffermarmi, in quanto non avevo avuto modo di scrivere niente ma devo ricordarmi quanto l'ospitalità è stata altissima. In entrambi i casi le organizzazioni hanno realizzato delle belle gare. Una cittadina, l'altra campestre, molto caratterizzate. Ambedue inserite in contesti particolari: la prima all'interno della vetrina di promozione dell'agroalimentare e dell'artigianato; la seconda a strettissimo contatto con lo stagno della Pischera a San Teodoro. Entrambe le manifestazioni sono state molto interessanti e di livello, con buffet finali abnormi, in cui, specialmente, ho potuto assaggiare una miriade di dolci diversi e prodotti particolari come lo yogurt di capra.
Devo proprio consigliarle con eccellenti e distinti voti!!!

10° Trofeo Monte Acuto - 55'50''

Mercoledì 18 marzo 2015

Del Trofeo ho parlato spesso, perciò è utile che scriva per mio ricordo solo gli estremi.
E' stata molto dura. Il vento, sulla via del ritorno, era veramente forte e mi ha fatto camminare qualche volta (3 se ben ricordo). Diciamo che per l'allenamento che avevo (meno di 20 km la settimana prima) è andata di lusso. Probabilmente dovevo tirare meno la discesa, anche perché senza allenamento ne ho risento sin dal 1° km, e le gambe hanno messo a nudo sin da subito dei dolori alla parte bassa. E questi dolori si son sentiti forti per due giorni. Il piede invece mi ha dato fastidio solo martedì, in pineta, solo leggermente lunedì. Oggi, mercoledì 18 marzo, invece sono riuscito a fare 11 km a 4'40''/km circa. 
Perciò mi rimane da segnalare che il primo, Lorenzo Vigliotta, mi pare abbia fatto poco meno di 45' (44'30'' circa). Caspita quanta differenza!
Come sempre, poi, la manifestazione si è svolta bene. E' sempre un piacere parteciparvi. E devo dire che i formaggi, la pizza e il vino poco prima delle premiazioni rendono questa gara particolarmente "succulenta".
Sono dal 2009 (tranne l'edizione non fatta del 2014) che non manco, e ogni volta vedo che la decisione è sempre stata saggia!
Altro fatto da riportare è il pensiero che ho scritto per Tore Scanu, che mi ha chiesto se potevo fargli avere qualcosa per il sito della loro società. Lo riporto sotto.

10° Trofeo Monte Acuto.
Una cosa è certa, sono molto contento della mia ennesima partecipazione al Trofeo Monte Acuto. Anche se fosse stato per il semplice fatto di essere lì. Quest’anno, poi, festeggiava persino la doppia cifra, e non essendo mai mancato da quando ho iniziato a correre, ho avuto come un motivo in più. Insomma, ho voluto correre nonostante anche quest’anno, e l’anno precedente, abbia avuto qualche difficoltà. Anche se trattasi di sole quisquilie di salute podistica, per fortuna. Sono altre le cose che a tutti noi la vita riserva…
Infatti, come è ben noto, il Trofeo Monte Acuto non è una gara da affrontare con troppa spregiudicatezza. E anche da questo punto di vista mi sono accorto che, nonostante la mancata edizione del 2014, la manifestazione è solo andata in standby, ed è stata onorata, anche questa volta, da numerosi atleti isolani. Magari anche acciaccati come me, con scarso allenamento o con sintomi invernali. Diciamo che la fedeltà dei propri clienti non svanisce facilmente se si hanno punti forti dalla propria parte.
Si, sono convinto che questo Trofeo funzioni - e dovrà continuare a funzionare - molto bene. Ne è la prova il fatto che, nonostante ci siano state difficoltà impreviste dal punto di vista climatico, e quelle dovute a profondi fatti che hanno colto emozionalmente impreparati tutti noi (podisti, organizzatori, gruppo giudici di gara, presidenti e tutti gli altri attori coinvolti nella manifestazione), il tutto sia andato a buon fine.
I miei occhi hanno visto e vissuto idee contrastanti, dubbi e impotenza, incertezza, sia in gara che nei tempi senza cronometro, sia sul piano umano che su quello prettamente atletico. Come è normale che sia, in quanto siamo, appunto, uomini. Ma l’atmosfera, quella che ho personalmente respirato, sempre più, fino a fine mattinata, è di quell'ottimismo umile, seriamente conscio, che si ha nelle situazioni e negli impegni con cui si affronta la vita, che ci uniscono, che vorrei sempre vedere.
E se stemperando il concetto, se ciò, poi, forse è stato aiutato anche da un incontro ravvicinato e piacevole con un rosso prepotente che ti si presenta con un “Lei non sa chi sono io!”, allora ben venga. Ti giri e vedi i volti sereni e soddisfatti, di persone mature e tranquille. Tutti accomunati da una giornata in compagnia, due chiacchiere, scambi di idee, nel rispetto.
In sostanza, nonostante le vicissitudini per noi indomabili il tutto ha avuto un ottimo e positivo decorso. Con i suoi tempi, le sue emozioni, i suoi valori aggiunti. Dettati anche dalla volontà dell’organizzazione, a  monte della giornata di gara, di coinvolgere il lato umano con quello sportivo, portandoli sullo stesso nastro di partenza.
E non riesco a non fare un paragone con ciò che la stessa manifestazione ha portato in questi anni. Ogni volta condizioni di gara sempre diverse, nonostante il percorso si sappia già qual è. E durante la stessa gara di quest’anno l’imprevedibilità dei contesti era racchiusa in quei 11,790 km: prima la salita e il vento, poi la discesa ripida dove tirare i freni, poi quella facilità del pendio con il sole che ti sorride, e poi il lavoro di gambe con gli alti e bassi. Ancora: nuovamente un muro di freddo che ti spinge a lottare, le ulteriori fatiche e finalmente un traguardo. E se due anni fa qualcosa mi aveva fatto pensare ad una nascita, ad un’araba fenice, quest’anno ho trovato, nel Trofeo Monte Acuto, un cammino… e della meditazione.



25^ Sagra del carciofo Uri - 24'10''

Brevi appunti.

Domenica 8 marzo ho partecipato a questa breve gara unita alla rinomata sagra: solo 5 km, calcolati su Google Earth (5,190 con il mio garmin), ma molto pesanti. E' stata una presa di coscienza importante. Sono proprio fuori forma. Non che ci fossero dubbi, con 8 kg in più e il piede destro che non è mai al 100% neanche con i plantari. Si aggiungono poi gli scarsi 23, 30, 47 e 17 km (gara compresa) settimanali svolti ultimamente.
Oltretutto il percorso era veramente difficile: un giro piccolo e 6 "grandi", con una mini salita micidiale all'avvio di ognuno dei 6. Nel complesso il garmin mi precisa che c'è stato un aumento di D+ di ben 149 metri.
Il dislivello positivo mi spezzava il fiato e le gambe, e nella ulteriore dolce salita con vento contrario non riuscivo a mettere velocità. Infine, nella discesa abbastanza pendente, non riuscivo a recuperare. Solo quasi sul traguardo si poteva rifiatare bene. Però a quel punto iniziava subito il nuovo terribile muro di Via Arborea, subito dopo la Piazza Funtana Manna.
Insomma dopo ore di attesa mi sono fatto la mia gara tranquilla con passo costante e volata finale su due concorrenti. Tanto che persino Peppino mi ha pure detto che il vizio delle volate non l'ho mai perso :) . Sono arrivato comunque molto provato. Il problema è sempre il piede. Tuttavia voglio provare a correre al prossimo Trofeo Monte Acuto e finirlo, sarà il decimo. Non sono mai mancato fin dal 2009. Nel 2014 non fu fatto.

venerdì 8 maggio 2015

VIII Corrincentro

Il giorno dopo la Corrincentro....

Devo dire la verità, ho poca voglia di scrivere. Prima di oggi ancora meno. La mia vena creativa che animava questo blog è stata, ed è, direttamente proporzionale alla soddisfazione che provo per la corsa. Perciò ci voleva la mia, attualmente disputata, settima edizione (non sono mai mancato dal 2009) della Corrincentro di Sassari per portarmi a digitare la password e cliccare di nuovo il tasto che mutamente dice: scrivi un nuovo post. Con questo darò conto di alcuni brevi aggiornamenti di carattere trasversale al capitolo delle mie nuove avventure podistiche del nuovo anno, o almeno si spera che le saranno state. Perciò quello che seguirà è quanto.
In questi ultimi tempi sto combattendo con una fascite plantare, e ultimamente sembra che i plantari stiano leggermente dando un po' di sollievo al mio piede destro. Questo sollievo mi porta a riprendere un leggero allenamento (dal primo gennaio ho fatto 12 piccole uscite, con gara della Corrincentro di ieri compresa). Questo sembra che stia anche riequilibrando la mia povera schiena che, inconsapevole e piena di pietà per i dolori che il sistema nervoso doveva far scivolare ogni giorno dall'estremità podologica al cervello, cercava di caricare il peso solo sulla gamba sinistra.
Come dicevo, dal primo gennaio ho riprovato per l'ennesima volta a saggiare le sensazioni con dei miseri 4 km. E' andata benino, tanto che ho corso qualche breve allenamento fino al 6 gennaio, ogni giorno: sembra quasi che muovermi mi dia ancora più sollievo alla fascite rispetto che al mortale immobilismo dei glutei incatramati al divano o alle sedie. L'8 e il 9 gennaio altri allenamenti, l'11 gennaio ho fatto la gara a Sassari. Una gara più con me stesso: unico obiettivo esterno è stato quello di non perdere di vista mio padre, che alla fine mi darà 50''. Il mio tempo finale sarà di 31'32''. In parte dovuto anche al fatto che nella parte in salita ho camminato per 3 volte: il cuore e i polmoni dovevano prendere fiato pure loro. 
Devo dire che sono molto contento. Ho cercato di trasmettere queste mie sensazioni positive anche a chi mi chiedeva come era andata: "E' già tanto che corro un po'", la mia risposta decisa. Certo, se non dovessi preoccuparmi di essere sempre cauto sarebbe un altro paio di maniche.
Poi c'è anche il fatto del peso. Da quando non ho più corso come si deve (diciamo dalla Sardinia Ultramarathon del 2012 in poi) ho preso 9-10 kg.: ora ne peso 63, ne pesavo anche 53 quando rientravo da qualche allenamento. Sono tanti, tantissimi, per un corridore. Si sono proprio sentiti tutti lungo i 6,5 km della gara di ieri, al di là dell'allenamento quasi inesistente (specie dal punto di vista cardiovascolare).
Ma passiamo ad alcuni fatti positivi. La Corrincentro è gustosa come sempre, porta input positivi allo spirito, sopratutto per il fatto che essendo abbinata ad altre iniziative, e con la presenza di stand, riempie la piazza di colori e di volti nuovi. Il percorso è sempre stimolante, e non ti guarda neanche in faccia se non sei preparato: se tu, podista, vedi questo da un punto di vista onesto non puoi che cercare di evitare di mollare. E non si parla della ricerca del traguardo della manifestazione. 
Insomma: personalmente sono andato alla Corrincentro perché ci tenevo a non mancare ed a collezionarne un'altra, e perché avevo bisogno del sapore di vita podistico. Spero proprio che le figure influenti che circolavano nella mattinata di ieri abbiano sentito questi sapori, non necessariamente uguali al mio, ma simili, e che possano spingere nell'arricchire questo evento: dare una "mano economica istituzionale" agli organizzatori.. se lo meritano proprio. Cosa avrebbe il centro di Sassari dal punto di vista podistico senza la Corrincentro? Ormai è riscomparsa pure l'idea della mitica Sassari-Osilo. Se penso, se vedo, se sovente leggo di tante iniziative in righe digitali di pseudo sportivi o portatori del pensiero di uno stile di vita sano... o dispensatori di consigli sulla riduzione delle emissioni in città, di gente che, ora che è adulta, insegna agli altri che la bicicletta è salutare, che camminare è un'alternativa alla macchina... ma alla fin dei conti alle vere manifestazioni "per l'aria pulita e contro l'uso ossessivo delle macchine" siamo sempre noi.
E' proprio il ciclismo e la corsa che mi hanno insegnato a parcheggiare da qualche parte e mettermi a camminare per andare nei luoghi. Una più intima verità: da ragazzino mi aveva influenzato molto anche uno dei pensieri di Bruce Lee: "evita di usare l'ascensore, invece fai le scale", diceva.
Cambiando argomento, e tornando alla mia corsa, i prossimi obiettivi dovrebbero essere quelli di riprendermi pian piano e buttare giù il peso (mi farà tanto bene anche per la fascite..). La corsa mi darà una mano, perché senza muovermi non riesco proprio a mangiare meno di quello che faccio giornalmente, e di conseguenza provare a dimagrire con la sola dieta. Altra motivazione sarà quella di accompagnare mio padre in alcuni allenamenti, magari fare qualche buon allenamento di "andature" in vista della eventuale partecipazione alla Mezza Maratona del Giudicato di Oristano (il 1° marzo), nella quale si spera di scendere sotto 1h e 40': fare un passo medio leggermente sotto i 4'45''/km. Sicuramente c'è in programma di eseguire degli allenamenti a Platamona, provando a tenere il passo gara per distanze sempre superiori: c'è poco tempo ma sarebbe ottimale fare almeno 4 o 5 uscite di questo tipo entro la fine di febbraio.
Più o meno queste sono le cose che mi sentivo di scrivere in questa serata. Alla fine ho pure scritto più di quello che pensassi.
Spero di avere l'ottimismo per buttare giù, nero su bianco, altri post durante questo 2015. E magari renderne pubblico qualcuno.

giovedì 7 maggio 2015

Senza titolo..

Corri, corri finché il tempo e l'universo si sono scordati di te;
interagisci, in ogni modo, fino allo statico oblio;
muoviti, plasma finché realtà e percezione c'è:
curiosa, fino a quando non vedrai Dio.

Ribichesu Davide

giovedì 30 aprile 2015

Sempre fermo..

Riprendo pian piano a pubblicare qualche post che avevo tenuto come bozza.

Durante qualche giorno dei primi di ottobre del 2014..

Ormai è come se non corressi da 2 anni. Il 19 ottobre ci sarà la Sardinia Ultramarathon, e per me rappresenta l'ultima corsa seria realizzata. Poi mi sembra solo di non aver più corso, nonostante a varie riprese mi sia pure allenicchiato. Durante l'ultimo anno, soprattutto, il mio problema al tallone che avevo manifestato in maniera molto dolorosa all'ultimo Trofeo Monte Acuto, e che mi aveva finalmente dato tregua durante i mesi autunnali e invernali (si era sostituito al consueto formicolio, irrigidimento e "addormentamento della gamba"), si è rifatto sotto. Le terapie non hanno fatto niente e ultimamente ci ho corso, con tale problema, giusto per non rimanere un associale podistico e potermi muovere un po', altre due gare: la Corsa di li buccarotti e il XXXIII Trofeo Città di Ozieri. La prima è una gara che ho fatto benino (il 31/08/2014), nonostante solo 20 km di corsa e 850 km di bici negli ultimi 50 giorni precedenti (tra cui 75 del giorno prima). L'ho conclusa in 27'07'' a 4'22''/km di media. Era una gara veramente duretta, con 6 giri per un totale di 6,210 con uno spettacolare passaggio davanti al Duomo di Sassari, la Piazza del Comune e l'ultimo tratto del Corso Vittorio Emanuele. Ancora più dura si è dimostrata la gara di Ozieri del 27/09/2014. Erano 5 giri per totali 6,3 km, che presentava un insidioso strappo in salita verso la fine del percorso e un tratto di salita, meno pendente, ma più stancante, dopo la prima curva subito dopo la prima partenza. L'ho finita veramente distrutto a 4'32''/km di media. Le sensazioni sono state peggiori della gara disputata con l'allenamento svolto in bici. Nonostante 30 o 40 km in totale svolti le due settimane precedenti, mancava la sicurezza data dalla bicicletta, che si manifestava con una sensazione di forza di gittata cardiovascolare e di fiato superiore. Martedì faro una nuova visita ortopedica, speriamo bene, sono veramente sconfortato, ma il mio orgoglio non mi fa definitivamente smettere di sognare. Con il fisico che fa i capricci non sono più me stesso. La vita ne risulta abbastanza demotivata.