Il mio sogno? trovare l'anima della corsa.. e della vita.

giovedì 24 aprile 2014

La sfida mancata sull'ETNA.. lo stimolo su nuovi percorsi.

Quest'anno, mentre preparavo la tesi della specialistica, pensavo spesso di riuscire a prepararmi per una bella avventura podistica: la SuperMaratona dell'Etna. E' una gara di cui ho letto nel lontano 2009, (ho ritrovato ancora il mio commento sul blog di Sebastiano Melita) che un amico mi ha riportato alla mente all'inizio dell'anno, proponendomi di parteciparci insieme. Questa volta, devo dire la verità, ero proprio vicino a compiere la scalata. Condizione di forma a parte, che speravo di recuperare in aprile e maggio, avevo già esaminato il percorso, calcolato le pendenze e fatto proiezioni con i tempi e le andature da tenere nelle 3 parti principali di cui, secondo me, si compone la gara. Beh anche quest'anno salta tutto, per vari motivi. Pazienza. Troverò qualche altro obiettivo.
Comunque, a Pasquetta sono andato a provare una particolare salita che volevo usare come campo di allenamento e come strumento da utilizzare per fare delle belle ripetute a maggio, per rifinire l'eventuale preparazione della gara di cui accennavo. Si trova a Monte Doglia. A questo proposito devo far presente che tutte le volte che sono salito sulla sua cima mai ho pensato di passare per lo sbarramento fluviale situato nella parte est della piccola valle ai piedi dei colli. Per cui, quando penso a questa salita, la caratterizzo sempre con l'immagine del laghetto, anche se il suo inizio ideale è leggermente più avanti.
La prima parte è circa 1650 metri, in sterrato, all'inizio poco ripida ma sabbiosa, poi sempre più pendente con tratti di roccia e pietre, grossolane e aguzze. Il sentiero può essere accessibile solo da un fuoristrada, per via di alcuni tratti letteralmente scavati dall'acqua e per dei gradini su roccia viva. La seconda parte è in asfalto, è quella più conosciuta, circa 2,3km, forse in alcuni punti anche più pendente della prima. Le due parti costituiscono la salita che avrei voluto fare come allenamento in vista dell'Etna, magari ripetendola un paio di volte. Come dicevo l'ho provata qualche giorno fa ma non sono riuscito a correrla tutta insieme. Mi sono dovuto fermare all'inizio del tratto in asfalto per recuperare un pochino: all'uscita dello sterrato avevo un crono di 10'35''. La seconda parte, dopo qualche minuto di riposo, l'ho eseguita in 14'36'', ma dovendo camminare per 30'' per due volte.
Devo dire che non è stata una cattiva prova. La media è alta, ben oltre i 6'/km, ma se penso ai pochi km fatti la settimana scorsa (23,2) e il peso che ho messo su, è già tanto che sono riuscito a scalarla discretamente: in fin dei conti sono quasi 4 km sopra il 9%!.
In conclusione, il test su questa salita mi ha lasciato sensazioni molto positive. Inoltre il fascino del primo tratto più il panorama del secondo rendono l'allenamento particolarmente stimolante. La dovrò riprovare al più presto!! Peccato per l'Etna..

mercoledì 16 aprile 2014

...dopo la VII Corrincentro 2014.

Quest'anno volevo cominciare alla grande, fare tanti chilometri, ma così non è stato. Si, mi sto allenando.. ma niente di eccezionale. Di seguito i miei km settimanali di quest'anno svolti fino ad ora: 15/36,58/35,7/31/25,78/14,65/33,85/29,9/11,6/17,68/20/60,28/52,1/31,1/55,8.
Insomma, mi sono mosso, e se penso che la Corrincentro l'avevo già fatta con una condizione carente, è facile capire che la forma, con questi pochi km, è ancora da conquistare. Il 26 gennaio, infatti, non ero andato oltre i 27'.. una media di 4'08''/km. Però mi sono divertito parecchio e, tutto sommato, devo dire che l'avevo fatta molto bene. Siccome non dovevo pensare a correre per battere qualcuno mi ero pure gestito molto bene. Sia chiaro, alla fine sono arrivato sfinito, ma sorridente, senza l'angoscia di quel mezzo km finale. E come sempre è stata una manifestazione che ha portato felicità, una briosa festa. Non la perderei mai, se non sbaglio è la sesta volta che la faccio! Mi manca solo la prima edizione, quanto mi da fastidio!! :) :)
Comunque, per ora non ho fatto nessuna altra gara, oltre la condizione scarsa mi stavo dando da fare per concludere la specilistica in "Pianificazione e gestione dell'ambiente e del territorio rurale", la cui Tesi ho discusso il 10 aprile scorso. Un bel 110/110. Mi rompe un po' perché alla triennale avevo preso anche la lode, ma non mi posso lamentare, è un ottimo risultato, che devo dire, ho cercato con molta pazienza. Era brutto non concluderla, dopo che l'avevo trascurata per un anno per fare un altro corso. Quindi direi che sono andato anche fin troppo bene. Ora si cerca un lavoro che, speriamo, mi renda anche felice, che abbia voglia di svolgere con passione e per cui alzarmi con entusiasmo al mattino. Se non sarà così, pazienza, la situazione è quella che è: ci si deve arrangiare per sopravvivere. Perciò mi prenderò qualche giorno per riflettere su quale sia la possibile influenza che potrò dare al mio destino.
Passiamo nuovamente alla corsa. La corsa è del tutto diversa nei rari momenti in cui si è un po liberi. Al di là di un fastidioso problema sotto il tallone, probabilmente una fascite che riappare quando corro un po di più, quando la testa è leggera si possono esprimere energie mentali nell'atto della corsa, notevoli energie mentali in più. La vita deve essere semplice e sempre gustata, se possibile, con serenità. Perché, voglio proprio dire una verità banale, se la propria vita riesce a farti correre male, allora piano piano ti sta anche uccidendo. Forse non è una regola fissa, anzi, non lo è senz'altro per tutti, ma ultimamemente ci riflettevo sù: mi è sempre sembrato un buon indice del livello di qualità della propria vita.