Il mio sogno? trovare l'anima della corsa.. e della vita.

giovedì 8 luglio 2010

La Lima - Abetone 35^Pistoia Abetone



Scendo a La lima anche troppo forte, ma veramente concentrato, non rispondo neanche ai miei genitori che dopo 10 km riescono finalmente a raggiungermi, mi giro e li guardo sperando capiscano che non mi serve niente. Spero di fare l’Abetone con il passo di Le Piastre. Penso, sai che è difficilissimo, non sai neanche cosa ti aspetta e ripenso al mio piccolo Limbara. Tra un pensiero e l’altro arrivo a La lima. C’è il ristoro, è un altro momento che un podista si aspetta, una piccola oasi prima della grande avventura. Mi fermo, prendo il bicchiere di sali da una bambina e li sorrido dicendoli grazie, avrei voglia di sostare, sento quasi che mi trattengo un po’ più del previsto come a recuperare più energie, mi son appena messo in moto e mi manca già quell’angolo. L’ultima zolletta inizia a sciogliersi e si va, una piccola rampa apre la strada alla vera gara, qui inizia la corsa Pistoia Abetone, si sente profondamente, si cambia lo sguardo e si entra dentro se stessi e si pensa, ci si guarda attorno e si studia la strada, dapprima sorprende il pezzo facile che si incontra ma poi ci si inizia a preoccupare sempre più, si aspetta il momento difficile e si spera non arrivi. Si calibra tutto, si ascolta tutto e si controlla che niente ti faccia sprecare energie, poi personalmente inizio a capire che la crisi è vicina, sto arrivando al mio limite. Mancano circa 15km! Questa parte è impiombante, si deve andare di controllo e non si deve assolutamente tirare anche se non si avesse un inizio di crisi, questo punto si paga dopo. La giornata è clemente, la mattinata è ormai matura e il caldo sarà quello, non eccessivo per fortuna! In lontananza la valle sale per una montagna che ti fa sentire piccolo piccolo e non sai dove è il traguardo, puoi solo immaginarlo guardando verso le creste. La strada nel frattempo fa sentire il suo peso, oltre il 35° mi preoccupo e capisco che sarà più che dura, sarà un calvario in un tempo infinito. Le energie per correre in salita son finite o meglio, come avrò modo di capire più tardi, son i muscoli che spingono in salita che non ne hanno più. Probabilmente l’allenamento non è stato abbastanza. Se si vuol fare la Pistoia Abetone ci si deve allenare per resistere quelle ore e per fare tanti chilometri in salita. Come sempre in questo sport non si toglie fuori dal cilindro assolutamente niente!! I passi sempre più corti e sempre più pesanti mi preoccupano, guardo spesso il bordo strada alla ricerca dei cartelli stradali e sembra strano ma percepisco di più anche il caldo. Quando incontro i cartelli stradali che indicano, come quelli del chilometraggio, la distanza che rimane all’Abetone inizio a pensare: come faccio!! Ed ancora il bello deve arrivare. Il 36° è l’inizio dell’incubo, capisco che dovrò affrontare seriamente me stesso. Credo che l’idea di ritirarmi non mi abbia mai sfiorato, non esisteva lasciarmi andare e fermarmi per la strada, forse solo camminare più piano ma non ci si fermerà. Rispondo una prima volta al mio Io e arrivo in qualche modo ai Casotti di Cutigliano correndo ancora discretamente. Come mi aveva detto Franca qui tutto cambia. Io sinceramente non noto il cambio di pendenza o il momento in cui la salita si fa più ardua ma la differenza la sente il mio stato generale. Entro in crisi profondissima! Con 13-12-11 km di salita all’arrivo non è uno scherzo se di salita il tuo corpo non ne può più! Arriva prima del previsto la marcia, mi aspettavo durante i miei allenamenti questo punto ma oggi ritenevo che qualcosa in più avrei potuto dire, almeno fino al 42°. Cammino, prima poco, intervallando con della corsetta leggera leggera e passi di un novizio assoluto, poi sempre più. Arriva il 40° e penso che mi sto guadagnando ogni cento metri. La sensazione è di km lunghi 15 minuti, non finiscono mai e ti accorgi maledettamente che cerchi il prossimo km alla prossima curva ma sai benissimo che hai fatto pochissima strada. Mancano 10 km, penso a ciò che mi ha detto Peppino (Quando stai correndo pensa come che io sia al tuo fianco incitandoti, ti sentirai dire forza Davide, stai andando alla grande, pensa: se Peppino mi ha detto che faccio una grande gara sarà così, vedrai che ti aiuta, mi dirai avevi ragione, per ora in bocca al lupo, un abbraccio.) e all’incoraggiamento di altre persone speciali, ad altre cose della vita quotidiana con cui sto combattendo che qui ti danno solo forza, le potresti schiacciare come niente con la determinazione che si ha in questi momenti. Si lotta con la mente. E’ come un vociare dentro di tè, come essere in mezzo a tante persone, pensieri vanno e vengono ma non si sente alcun rumore, si sta comunque bene e rilassati, si ha solo una voglia matta di dire al corpo, muoviti! Eppure non si può neanche usare della rabbia o l’energia delle sofferenze passate, c’è la serenità, niente ti turba e vuoi solo stare da solo, non distrarti. Arrivi ad un punto che nonostante la voglia di fermarti non lo farai finché non sarai al traguardo. Entri in uno stato di trans..l’anima accarezza l’aria! Capisci cosa è un uomo e più vai su e più ti scontri con te stesso ma diventando sempre più padrone di tè, ritorna il controllo! Qualche compagno di avventura (non esiste più l’avversario) cerca di camminare, correre e di arrivare. Si può staccare la gente camminando e nonostante tutto perdere minuti a grappoli da chi c’è davanti. Tra una cosa e l’altra (anche una pietrolina alla schiena da parte di un bambino al rifornimento..cosa perdonata abbondantemente) si arriva ai tratti alberati nelle condizioni in cui ho scritto prima. Gli alberi rappresentano il punto in cui fino al 46° si trova la propria spiritualità. Passo il 42°, ho 8 km da fare, forse un ora di corsa o giù di li, non riesco a percepirlo. Soprattutto si pensa chiaramente che si ha nelle gambe una maratona!! I km diventano strani e sempre molto lunghi, si passa da momenti in cui sembra di procedere veloci a momenti interminabili, tante curve di raggio diverso salgono e salgono. Si guarda costantemente verso l’alto alla ricerca di un calo di pendenza. Personalmente capisco che il problema non è la stanchezza perché riesco ancora a corrichiare in tratti di falso piano con un buon passo ma la salita non molla quasi mai! Tratti sempre più al fresco si alternano a tratti al caldo e all’improvviso mi prende anche un po’ di nausea e in un momento la vista traballa. Capisco che è ora di adeguarsi completamente all’Abetone, camminare di più, sempre con il mio passo. Fortunatamente con il mio passo spedito!, non so come ma camminavo veloce e con energia. Questo è quello che mi fa pensare che solo i muscoli poco allenati a 31 km di salita mi hanno impedito di andar ancora meglio. A tratti guardo quasi nel vuoto, sembro uno zombie che non risponde neanche ai miei genitori, passo oltre senza neanche voltarmi. Mia madre addirittura si preoccupa dei miei occhi un po’ assenti ma io non riesco a trovare energie per fare altro o uscire da quel mio stato di concentrazione..o forse non penso di farlo..è il momento più faticoso per la mente, di qui si migliora e ci si riprende. Siamo prossimi al 46°! Qui si capisce che è fatta, le sensazioni indescrivibili cambiano e si pensa costantemente ad arrivare, non esiste il tempo e non ci si ritira o ci si ferma più neanche a parlarne. Si comincia a pensare all’arrivo e quasi lo si immagina dietro all’angolo, ad ogni curva. Si sa che a Le regine spiana e ciò ti dà nuove energie. Presto infatti appare, ed è qualcosa di meraviglioso, come un prearrivo. Sembra che la zona ti dica, ok sei arrivato fin qui, ora goditi i prossimi chilometri per il tuo vero arrivo. A Le regine poi ho un bellissimo incontro: i signori conosciuti in nave che erano lì ad aspettarmi per strada! Li saluto con energia che esce da non so dove, con tanta allegria e due mani. Oltretutto in questo tratto correvo pure bene e in spinta! Ritorna la salita e dopo un po’ mi devo arrendere. Mi torna sotto un signore del CAI che poi scoprirò essere uno dei più bravi di questa società, lui riesce a correre anche in salita e mi distanzia alla fine di circa un minuto. Anche per questo capisco che in pianura avrei ancora energie da spendere e solo l’allenamento specifico ai movimenti della salita era insufficiente. Per la strada mi incrocia anche la figlia della signora della pensione Noemi e mi incoraggia dalla macchina mentre sale su verso l’Abetone. Ho l’impressione che potrei dare qualcosina in più ma mi rilasso leggermente, guardo il paesaggio e mi gusto gli ultimi chilometri, anche i birilli finali che corrono affianco alla strada. Vedo le prime case ed incomincio a riconoscere il posto visto in foto, non vedo l’ora di arrivare e proprio verso la fine ritorna un po’ di stanchezza e cammino ancora per arrivare decentemente e in corsa. Ad un certo punto arrivo proprio all’Abetone, vedo chi è davanti a me sparire oltre l’ultima salita e sparire verso destra, comincio a correre e arrivo davanti a dei birilli che chiudono un passaggio verso destra, chiedo se è li che si passa, mi dicono di si e sorpasso delle persone. Si apre davanti a me il rettilineo finale ..un sogno..è la fine, tranquillo e senza niente che ti pesa passi felice quelle poche decine di metri in mezzo alla gente che applaude, ma tu non senti niente di niente, ne voci, ne rumori, ne stanchezza e ne suolo. Ricordo che mio padre poco prima mi aveva detto a circa 4-5 km dall’arrivo che ero intorno alle 4h e 15 e un signore che seguiva la gara lì seduto contava poco più di 50 persone davanti. Guardo il timer in fondo, riconosco un 4h..questa è gioia pura dentro di sé, guardo le altre cifre..45’36’’. Passo oltre e mi fanno la foto con una medaglia che mi arriva al collo! Finito!!!!!!!!!!!!!!!!! Son sotto le 5 ore!! 60° assoluto e 34° di categoria! Sorrido, eppure pensavo che arrivassi urlando, saltando, euforico e pieno di pazzia per la sfida conclusa ed invece arrivo con una profonda serenità. L’emozione è come assopita..si sta marcando all’interno e ti rimarrà per sempre. Nel mio caso la capirò solo dopo ed esce piano piano, quando sei solo, a distanza di giorni. E’ una trasformazione che ti cambia dentro. La mia gara è finita, il resto però lo lascio a voi che spero proverete le mie sensazioni nel caso vorrete imbarcarvi in questa avventura. La gara ha in sé qualcosa di magico, si potrebbe credere che tutto cambi e qualcosa vuole che tutto vada bene, e non è successo solo a me, io credo che altri la pensino così. Sarà così anche nel dopogara e per tutta la sera e fino al ritorno in Sardegna. Tra le tante emozioni che arrivano dopo vi lascio solo alla lettura di queste parole..angeli, panorama, piramidi, a presto e Neza (la grande campionessa vincitrice della gara femminile di cui vedete la foto con me nel post precedente).

9 commenti:

Master ha detto...

Davide, brividi puri!
Sei stato un grande!
Davvero un gran bel racconto e una gran bella gara-esperienza!!

Davide R. ha detto...

Grazie Master!!!!!..volevo rendere tutto quel che potevo..spero che almeno qualcuno con ciò che ho scritto li venga la voglia di fare questa gara e che ciò che ho scritto, fotografato e messo su filmato sia di aiuto e motivazione..

Unknown ha detto...

HO ASPETTATO CHE TU PUBBLICASSI TUTTO PER LEGGERMI IN SEQUENZA QUESTA TUA FANTASTICA AVVENTURA. UN RACCONTO BELLISSIMO ED EMOZIONANTE, HAI FATTO CANTARE LA TUA ANIMA...
sarebbe stato perfetto da inserire nel libro dei Blogtrotters.
Davide sei un GRANDE!!!
Complimenti sentitissimi!!!!

Davide R. ha detto...

Ale57: Ma Grazie Alessandro!! che complimenti che mi hai fatto!! è bellissimo!! son contento che ti sia piaciuto..poi da tè che hai avuto l'idea del libro..è il massimo!!

Filippo ha detto...

Grande Davide....me lo sono riletto solo tre volte :-))

Francarun ha detto...

Davide mi hai fatto rivivere tutti i momenti dell'anno scorso, hai scritto benissimo, e ci hai fatto capire perfettamente quello che si prova ad affrontare una simile impresa.
Devo solo dirti grazie e sei FORTISSIMO.

Davide R. ha detto...

X Francarun: Grazie a tè!!!

Mathias ha detto...

immenso amico mio..con ritardo, mama 50 km vanno ben apprezzati

Anonimo ha detto...

Grazie Mathias!!

Ribichesu Davide