Il mio sogno? trovare l'anima della corsa.. e della vita.

giovedì 8 luglio 2010

Da Pistoia a San Marcello 35^ Pistoia Abetone



Se volete leggere dall'inizio vi consiglio di partire dal viaggio e dal sabato e la mattina della gara. Le foto che trovate son solo identificative di alcuni momenti importanti, per vedere l'ordine cronologico potete venire da me su facebook o vedere il video.
Parto molto rilassato, fortunatamente i quadricipiti femorali non sono tesi come nella settimana appena trascorsa. Fino al 5° km o all’incirca all’inizio della prima salita per Le Piastre farò una sorta di riscaldamento sentendo le sensazioni che mi trasmette l’asfalto e il corpo. Nonostante tutto mi trovo fin da subito a superare decine di persone. Inizio allora una corsa molto rilassata ma abbastanza brillante, cercando il massimo compromesso tra rilassatezza, velocità e leggerezza. Cerco di guardarmi davanti e fare il mio passo scrutando quale gruppo poter raggiungere e superare. Nel mentre supero sempre tanti podisti che si trovano tra piccoli aggregati di 5 – 10 corridori. Vedo la Cristina, l’amica di Franca e vado avanti. Poco prima ho avuto il primo incontro con il rifornimento. Questo rifornimento della Pistoia Abetone è un vero e proprio banchetto, passo veloce e do un’occhiata rapida mentre al volo prendo dell’acqua. Penso subito a quello che mi ero programmato: se tutto và bene mi fermerò solo più avanti al rifornimento. Un altro pensiero però mi assale: il caldo sarà abbastanza elevato e normalmente son abituato dagli ultimi allenamenti a ricevere acqua e sali a mio piacere. La sosta al rifornimento sarà prima del previsto, devo idratarmi bene a costo di perdere 10 o 20 secondi. Son sicuro che questo sia fondamentale, sarebbe una sciocchezza non riuscire a bere adeguatamente e non c’è motivo per fare follie nel tentare di tenere due bicchieri in mano, non sto gareggiando per tentare una posizione di rilievo. Il paesaggio fuori da Pistoia è come sempre di una bellezza di altri tempi, ricorda i film ambientati nel 700’ – 800’. Son ancora in una fase di piacere e mi guardo a sinistra più volte, quasi rallentando un poco. Arriviamo a quello che mi sembra un piccolo ponticello sulla sinistra, saliamo leggermente e la vedo, si nota subito e il chilometraggio è quello. Si inizia la salita per le Piastre!! La guardo beato e con sfida, penso che un sorriso di scherno e ammirazione misto a soddisfazione sia quello che mi è uscito. Giro a destra e si inizia!! Mi sento subito gasato, penso a Pantani, alla sua pedalata agile, alle sue numerose pedalate al minuto. Mi dico, beh saliamo così, non è tanto diverso. Stò bene e impongo un passo molto veloce e corto e cerco di controllarmi, mi vien una voglia matta di aprire il motore per andare a superare il fiume di gente che c’è. Riesco a limitarmi e tuttavia superare decine di atleti, è una cosa fantastica, ti dà una carica unica e i km passano veloci. La concentrazione inizia a prendere il sopravento ma riesco a notare frazioni, paesini e case, la strada poi non è mai uguale e cambia spesso di pendenza e scenario e più si sale e più si và incontro al verde. La pendenza è cmq sempre elevata, particolarmente in alcune curve che nonostante tutto prendo alla corda nel punto più duro con un passo ancora più corto e veloce per poi tornare a imporre il ritmo normale. Ad un certo punto si apre a sinistra una fantastica vallata verdeggiante molto maestosa che ti distrae con la sua profondità e bellezza. Son al 10° circa, c’è un rifornimento, sento il bisogno di bere bene e con un po’ di dispiacere lascio andare un gruppetto che avevo appena superato ma sento che fermarsi a bere tranquillamente sali e acqua è meglio. Son convinto di quello che ho fatto e mi prendo qualche secondo in più, meglio non fare stupidaggini e idratarsi per bene. Ora son curioso di sentire cosa dicono i muscoli inferiori della gambe ed i polpacci in particolare. Parto lievemente e li ascolto. La leggera stanchezza si sente, son leggermente indolenziti e gonfi, ma in maniera molto impercetibile, è una ottima sensazione di tonicità e anche le cosce con cui spingo un po’ son ancora in ottimo stato. Riprendo con un poco di fatica il ritmo di prima, certo avrei preferito non fermarmi, il ritmo ottimo che facevo si è spezzato. Si và alla grande comunque! Qualcuno non riesco più a riprenderlo e piano piano è sempre più difficile raggiungere quelli avanti. Dopo un pò raggiungo Stefano e li faccio un cenno, avrei voluto fermarmi a chiacchierare un attimo e quasi me ne scuso ma procedo serio e concentrato più avanti, son totalmente preso dalla concentrazione e voglio tenere questo equilibrio. La mente per ora è abbastanza libera e ancora non ho molti pensieri, guardo solo la gente correre davanti a me, intorno a me. Alla fine arrivo a Le Piastre e mi sembra quasi strano, ho fatto un salitone e neanche mi sembra di aver faticato tanto. Mi gusto tutto il passaggio e rallento un po’ guardando la gente che guarda noi, che guarda me. Poco prima avevo incrociato un ragazzo che diceva il tempo ad un suo compagno. Li dice: ho finito la gara in poco più di 1h e 06’. Penso che avendo percorso non molte altre centinaia di metri non è un tempo da buttare. Ho la sensazione che non sta andando per niente male se tengo conto della relativa poca fatica che ho fatto. Vedo il primo traguardo e con esso sulla strada una cosa particolare che ho imparato a conoscere molto bene dai video. C’è il cartello con l’indicazione dritti Abetone e San Marcello e destra l’arrivo di Le Piastre. Ragazzi, io penso che questo è una delle cose più belle che c’è alla Pistoia Abetone per chi deve arrivare su. Son contento e mi dico: primo traguardo raggiunto e primo ostacolo superato, sorrido e vado avanti! Inizia la leggera discesa, lo scenario cambia e c’è un po’ di fresco, vado sulla sinistra a fiancheggiare gli alberi. La strada mette rilassamento e dà l’occasione per stare con se stesso e di fare il proprio passo controllato, al 70-80% del proprio motore. Vado dietro a due con la maglia rossa con la scritta Firenze e di lì a poco incrocio per la prima volta i miei genitori, prendo dei sali. Credo proprio che gli extra oltre ai rifornimenti siano proprio necessari anche se non è caldissimo. Mi chiedono se voglio qualcosa da mangiare e li dico di no. Tornano in mente le zollette che avevo visto in precedenza, penso che prenderò quelle più avanti. I miei genitori di qui in avanti mi seguiranno per tutta la gara cercando in un modo o nell’altro di aggirare le deviazioni e i punti in cui le macchine non possono passare. Più avanti iniziano i pensieri, qui inizia la lotta con la mente, inizia l’antipasto della Pistoia Abetone. Per me è stato circa il 17° e 18° km che hanno iniziato a crearmi un leggero pensiero, un impercettibile timore. Mancano ancora 32km, non si scherza e questo è quasi peggio del sorrisino con cui pensavo che mancavano 46km al cartello dei 4. Spero nonostante tutto che arrivi la salita, sento quasi problematico percorrere questo falso piano, mi snerva e mi stanca, voglio la guerra con la salita, è lì che mi risveglio. Le sensazioni infatti erano buone e penso che se arriva la prossima salita abbastanza semplice per il passo dell’Oppio manca solo la discesa e l’Abetone. Passiamo in un paese ma purtroppo non mi ricordo quale, ricordo solo che siamo verso il 21° e dedico questo chilometro fino al 22° al mio amico Antonio. Più o meno in questa fase inizia un tratto di sterrato abbastanza lungo che da una parte distrae e dall’altra mi fa entrare nuovamente in leggera crisi. Stavo un po’ meglio nella leggera salita in asfalto. Comunque il corpo si abitua alla nuova condizione e al nuovo passo e tutto sommato mi sento bene. Usciamo fuori e si torna a salire, forse troppo. Non vedo l’ora che arrivi il 25°. Voglio la discesa per iniziare a riposarmi e correre tranquillo. Eppure si sale ancora e diventa sempre più difficile. Ad un certo punto si arriva all’ultima rampa del passo dell’Oppio e penso: ma non doveva essere una salita facile. La pendenza è dura ma son convinto che non manca tanto e quindi spingo. I miei genitori mi dicono che davanti ci son due sardi e lo sguardo mi fa capire che di più non si sale, siamo quasi in sommità. Allegro vado su deciso alla ricerca dei sardi ma probabilmente son molto più avanti di quello che penso e arrivato in cima vengo distratto dalle panoramiche montagne e valli, lo sguardo ricerca rilassanti e lontani paesaggi poco prima di svoltare verso destra e fare qualche altro centinaio di metri prima di buttarsi in discesa. Ho la felicità sul volto e capisco che si!, finirò la gara! Stò bene e cercherò di riposare un po’ in discesa. Dopo leggeri sali e scendi e una silenziosa, ombrosa e fresca via si scende, le pendenze son già particolari e da prendere con cautela. Sento della pesantezza e mi fermo per due gocce. Qualcuno mi supera ma li guardo sereno mentre si allontanano veloci. Non ho la fretta delle mie gare sarde, eppure la carica agonistica è elevata. Ora posso correre meglio e mi butto! Nonostante gli avvisi la mia sensazione dice di fare così e divertirsi, guadagnare in discesa, o la và o la spacca! Recupero minuti e qualche atleta. Scendo veramente bene e non ho per niente dolori o problemi. Mi sto divertendo tanto!! In un gusto particolare arrivo fin a San Marcello fermandomi solo in un paesino per un rifornimento. Rifornimento particolare dove quasi preoccupato non trovavo la mia zolletta, torno indietro per il tavolo e la prendo. Con gioia e sicurezza dello zucchero che si scioglie, riparto. San Marcello però sarà un’altra grandissima emozione! Son solo e già questo mi fa pensare che sto andando molto bene. In lontananza vedo l’arrivo con l’arco e un pubblico all’apparenza silenzioso. Sento la voce dello speaker e vedo il cartello con l’indicazione Abetone dritto!!! Wow!! Quei cartelli li vorrei per ricordo!!! Passo molto felice e penso: secondo ostacolo passato e secondo traguardo raggiunto! Ora altra discesa e la sfida finale. Mentre vado avanti credo che qualcuno abbia pure percepito il mio sguardo che con amorevole sorriso guardava con molta soddisfazione il cartello e ho percepito qualcosa da chi avevo intorno, quasi che qualcuno fosse divertito in maniera positiva e fosse contento di quello che avevo fatto trasparire. Poco dopo passo sotto lo speaker e sento dire: e questo è Ribichesu Davide con il numero 100, proviene da Sassari. Beh questa è stata la cosa più bella!! Mi ha fatto un piacere immenso. Mi dico: caspita sto andando bene, qui ci scappa una bella gara, forse è normale e nomina tutti, però in quel momento mi piaceva pensare che stavo facendo la Pistoia Abetone e che stavo facendo una bella gara con me stesso in questo appuntamento speciale. Passo oltre particolarmente motivato e ascolto di nuovo il mio corpo, caspita, sto bene, speriamo che duri almeno fino all’inizio dell’Abetone, ho tanta fretta di arrivare e iniziare, il tempo è contro di me, perché più passa e più avrò problemi. In particolare dopo circa cento metri mi stupisce un non vedente legato per una corda al suo accompagnatore, il numero è quello che indica l’Abetone, non si stanno fermando, uno dei due si piega e si appoggia con le mani alle ginocchia, non so cosa sia successo ma da un furgone scende una donna e lascio una scena un po’ commovente, sicuramente una crisi totale o un momento toccante. Finisce qui la prima parte della gara, ora inizierà il bello!! Nel post di sotto potete leggere il resto!

6 commenti:

Filippo ha detto...

Ciao Davide finalmente ho un pò di tempo per leggere bene tutti i post, entusiasmante!

Anonimo ha detto...

Ciao Filippo ..ho letto i tuoi due commenti..son contento che l'hai riletto più di una volta..vuol dire che qualcosa ho trasmesso ed è quello che volevo!! Grazie!!! a presto!!

R.Davide

Francarun ha detto...

Sei un grande e te lo ripeto pure qui, sono orgogliosa di avere un AMICO come te e di averti conosciuto.
Ti stimo tantissimo !

Davide R. ha detto...

X Francarun: stai sicura che è reciproco ^_^! Grazie Franca!

sebastiano ha detto...

Ciao Davide, complimenti per la prestazione. Leggendo i tuoi lavori, ti devo rimproverare una sciocchezza, secondo me, cioè quel lungo di 36 km fatto 7 giorni prima.Ciao Sebastiano

Anonimo ha detto...

X Sebastiano: si, molto probabilmente è stato un'affronto a me stesso ed a tutta la storia del podismo...è una pazzia fare una cosa simile..quel giorno avrei dovuto fare 21 km..ma poi andavo avanti e dicevo..ancora un pò, ancora un pò...cercavo un pò di sicurezza mentale..! Ti ringrazio!!

R.Davide