martedì 27 dicembre 2011
lunedì 19 dicembre 2011
Statistiche e previsioni per il 2012
Volevo pubblicare questo link sulle statistiche riguardanti i tesserati Fidal. Si nota tutta la negatività dell'anno 2011. Come nel 2008, c'è stata una brusca diminuzione dei tesserati in Sardegna. Da segnalare c'è il fatto che quest'anno la percentuale negativa si è accanita sopratutto su di noi, d'altra parte nel 2008, con l'inizio della recessione globale, il decremento era stato pesantissimo, sopratutto in una Sardegna già piena di problematiche. Dall'anno prossimo spero di poter rivedere un numero di tesserati in aumento, come ci fù nel 2009 e 2010, con questo c'è l'augurio che vorrei fare: auspico un 2012 molto più roseo per tutti... penso che sarà dura, ma è meglio essere positivi.
giovedì 15 dicembre 2011
Che faccio???? intanto miglioro un vecchio P.B.
In questo periodo il tempo è volato. Sembrava ieri, quei quasi 80 km in mezzo ai boschi, quella gara ad Orani, l'ultima sfida e l'ultima scintilla di quest'anno. Da allora ore e ore, invece, sono passate senza altre emozioni. Mi sono dato da fare solo per mantenere un poco di forma. I km sono scesi rapidamente e con essi è arrivata un po di malinconia. Purtroppo non si può sempre avere il tempo e la voglia di mantenere certi ritmi e la possibilità fisica e mentale di svolgere certe quantità di km. La testa vorrebbe preparare un'altra Ultramaratona, ma in contrasto c'è anche la voglia di riprendere a correre un po più veloce, di ricordarsi cosa voleva dire fare qualche ripetuta. Così, alla fin fine, i miei percorsi si sono accorciati.
Oggi, durante uno di questi miei allenamenti più imprevisti e anarchici in versione “usciamo per tenere la condizione”, mi sono trovato a fare il mio percorso test di 8km nel mio tempo migliore di sempre: 31'58''33. Niente di speciale come prestazione, è un percorso tortuoso ma non impossibile. Però era da tanto tempo che volevo vedere quel 31, scendere sotto i 4'/km, in allenamento mi veniva molto difficile andare su certi ritmi. L'anno scorso avevo fermato il crono in 32' 05'', da quel giorno non ero più riuscito a migliorarmi. Era un ottimo periodo, andavo veloce ed ero molto magro, un buon inizio settembre, una sera perfetta. Forse il periodo più veloce della mia breve vita podistica. Quindi stamattina mi sono sentito estremamente felice quando al giro di boa ho visto quel 15'39''. Ho spinto nei successivi 4km in salita per tenere un buon passo e provare a fare il tempo, è arrivato, con esso la fiducia negli allenamenti costanti, nel non mollare mai. Mi sono sentito finalmente bene come non lo ero da tanto, la corsa mi ha fatto un bel regalo.
Ora spero soltanto di passare un buon inverno e pensare bene a cosa fare nella prossima primavera. Voglio capire quale può essere un obiettivo interessante, su cosa lavorare. Sicuramente passerò per un analisi di questo 2011, da descrivere prossimamente.
Oggi, durante uno di questi miei allenamenti più imprevisti e anarchici in versione “usciamo per tenere la condizione”, mi sono trovato a fare il mio percorso test di 8km nel mio tempo migliore di sempre: 31'58''33. Niente di speciale come prestazione, è un percorso tortuoso ma non impossibile. Però era da tanto tempo che volevo vedere quel 31, scendere sotto i 4'/km, in allenamento mi veniva molto difficile andare su certi ritmi. L'anno scorso avevo fermato il crono in 32' 05'', da quel giorno non ero più riuscito a migliorarmi. Era un ottimo periodo, andavo veloce ed ero molto magro, un buon inizio settembre, una sera perfetta. Forse il periodo più veloce della mia breve vita podistica. Quindi stamattina mi sono sentito estremamente felice quando al giro di boa ho visto quel 15'39''. Ho spinto nei successivi 4km in salita per tenere un buon passo e provare a fare il tempo, è arrivato, con esso la fiducia negli allenamenti costanti, nel non mollare mai. Mi sono sentito finalmente bene come non lo ero da tanto, la corsa mi ha fatto un bel regalo.
Ora spero soltanto di passare un buon inverno e pensare bene a cosa fare nella prossima primavera. Voglio capire quale può essere un obiettivo interessante, su cosa lavorare. Sicuramente passerò per un analisi di questo 2011, da descrivere prossimamente.
sabato 19 novembre 2011
XIV Trofeo Sant'Andria - Orani - 24'20''
Questa è una gara a cui ho partecipato già 2 volte con ottima soddisfazione 2009 - 2010. Quest'anno, naturalmente, dovevo essere tra i presenti. L'accoglienza dell'organizzazione è da premiare. Inoltre il percorso è molto particolare e tra le gare che presentano un circuito dentro il paese è tra i più interessanti. Quest'anno l'ho trovato migliorato ancora di più. Ci sono da fare 4 giri da circa 1600 metri. Rispetto all'anno scorso la partenza è molto più agevole e presenta un pendio, subito dopo lo start, che è molto più moderato, è ideale per far allungare il gruppo e per evitare l'ostacolo dell'anno prima, consistente in una curva e in una salita ripida che si affrontava subito dopo il via.
Come sempre erano presenti anche tutte le categorie e la mattinata ha sorriso a questo evento con una bella giornata e con temperature contenute, non troppo basse.
Serve solo un po di riscaldamento e posso gareggiare con un vestiario leggerissimo. Non c'è freddo e dovrei poter fare una gara abbastanza buona. Alla partenza provo a rimanere tranquillo, non voglio forzare, provo a seguire la scia, intrappolato tra i primi 20 circa. Basta un giro ed inizio ad entrare in difficoltà. Farò sempre più fatica e verrò superato da qualcuno. Arrivo al traguardo con i polmoni che sembrano preda di una crisi asmatica, ho bisogno di ossigeno e quindi le gambe non vanno. Chiuderò con 24'20'' con una media di 3'48''/km se tengo conto dei 6,4km misurati dall'organizzazione con la rotella metrica (mio padre invece chiuderà a 4'25''/km, piano piano inizia a prendere "piede"). Non sono ne contento ne demoralizzato. Non posso fare il paragone perfetto con la scorsa edizione per via della lunghezza e del percorso diverso ma credo di essere andato un po meglio. Una prestazione nella norma. Considerando la difficoltà del tracciato, sempre molto mosso e con numerose curve, posso pensare di poter scendere facilmente sotto i 3'40''/km in gare più facili sulla stessa distanza. Bene o male dopo l'Ultra di Macomer non sono messo così male.
sabato 5 novembre 2011
Sardinia Ultramarathon 60km - 5h03'21''
Ore 9 del 23 ottobre, meno di 24 ore dalla Corsa Verde: siamo pronti alla partenza. Lo speaker, e presidente Pietro Cadoni della CS Fiamma Macomer, inizia l'appello. Passa un po di tempo rispetto all'orario ufficiale dello sparo, ma le risate e le battute che ne scaturiscono, nonché l'applauso per ogni atleta che risponde al richiamo, scaccia i pensieri e aumenta il buonumore. Lo start sarà talmente atteso, dopo questa iniezione di fiducia, che si parte con il sorriso sulla bocca. Calcolavo, se mi andrà bene, arriverò tra le 14 e le 15.. sono appena le 9 e 15 e mi mancano 60 km tra i boschi (è probabile che la cifra esatta sia 57,6k secondo qualche fonte, non cambia il fatto che è una gara molto lunga e con le sue difficoltà), tra zone archeologiche, tra strisce tagliafuoco e sentieri. Partiamo subito con una salita, poche centinaia di metri in asfalto e passiamo subito al primo viottolo. La strada si fa subito più stretta e mentre si inizia a guardare per terra, in modo da evitare i piccoli ostacoli, i più forti iniziano a scomparire dietro i brevi rettilinei e gli arbusti sporgenti. Maya, il cane di Orrù, la vedo accompagnarci gaia nel suo andare e venire, anche lei presto scomparirà da qualche parte, felice e serena tra i podisti, nel suo fare l'elastico tra i runner avanzati e quelli più indietro, andrà ben presto in avanscoperta con il suo padrone. Inizio a concentrami sul passo e seguo chi ho davanti. Dopo un po raggiungiamo una zona con la visuale più ampia. Le gambe girano bene, in una discesa, sulla striscia tagliafuoco, mi riavvicino in modo notevole al primo gruppo. La polvere rossa che ricopre il suolo ricorda l'esperienza di un astronauta sul suolo lunare, ma in questo caso sembriamo i colonizzatori di Marte. Credo che se dovessi pensare di atterrare su questo pianeta, questo tratto di gara sarebbe esattamente parte di quello che mi aspetterei. Ogni tanto evito un canale, scavato presumibilmente dall'acqua, e ogni tanto sfioro qualche roccia affiorante, per il resto mi faccio trasportare dalla discesa e non capisco perché io vada così veloce. Mi diverto a sprofondare in quella sostanza finissima e creo dei buchi enormi, è così soffice che viene voglia di correrci dentro ancora più velocemente, non dà per niente fastidio ai muscoli, ti ammortizza molto bene, quindi decido di spingere un po di più. Dopo un breve tempo questo divertimento finisce e come passiamo su altri sentieri, più rigidi nella loro percorrenza, perdo nuovamente da chi ho davanti. Inizio a impostare un nuovo passo, più rilassante, faccio calare il mio lieve affanno che sento aumentare nei polmoni, una breve salita mi indica meglio che andatura tenere. E' ancora prestissimo, abbiamo fatto pochi km, eppure la gara sembra già nel vivo, meglio non farsi fregare. Arriviamo così ad una discesa ripidissima, quasi dove calarsi con attenzione, come composta di scalini sulla roccia sporca di terra, da non sottovalutare, ci si deve quasi fermare, qualche passo agile e siamo in basso. Saranno stati una decina di metri ma amplifica i distacchi. Cambia lo scenario, secondo me da qui in poi può essere considerata come "zona archeologica". Ora è il turno di un tratto semplice come pendenze ma con dei canaloni scavati probabilmente da un fuoristrada, deve aver trovato il suolo bagnato e ha lasciato impressi, nella terra assettata, i suoi segni. Devo ancora abituarmi a perdere meno tempo nel trovare la strada giusta ed a rendere più automatiche le mie scelte in base agli ostacoli del terreno. Quanti saranno? 3-4Km? Ancora non sono stati sufficienti ad imparare il terreno. Devo iniziare a pensare meno a dove mettere i piedi, devo essere più intuitivo. Fortunatamente arriviamo già al tratto di asfalto che ci porta verso i Betili di Tamuli, le tombe dei giganti e il nuraghe omonimo. Siamo verso il 4° km sicuramente. Con precisione quasi matematica, infatti, troverò il primo ristoro! Sembrava non dovesse arrivare e invece eccolo lì, ci indica che mancano 55km circa. AIUTO! Per la cronaca, ogni 5km ci sarà un punto di ristoro con dolci, succhi di frutta, acqua, coca cola e altro, nonché si aveva la possibilità di farsi portare il proprio rifornimento privato nella postazione preferita! Fantastico. Siamo arrivati quindi ad 1/6 del primo giro, cartello 5K/35K. Un dodicesimo della gara. Bevo, mangio un pezzo di banana e vado avanti. C'è un piccolo giro da fare dentro la zona archeologica, saranno 500 metri, per fortuna ancora non ho perso così tanto. Mentre inizio il piccolo giro i primissimi ancora non l'hanno concluso. Magra consolazione ma ottima motivazione. Esco dalla zona Tamuli, ripasso davanti al ristoro e mi viene in mente che non mi sono guardato in giro, ricordo solo il panorama distante, ho notato solo quelli che in lontananza arrivavano al ristoro posizionato più in basso e poi, poi ricordo sostanzialmente l'erba tra i piedi. Accidenti, non ho visto niente!! Ho perso un occasione di godermi il paesaggio!! Mah, pazienza, sbagli della concentrazione!! Torniamo indietro per la stessa strada, per quelli che saranno 2 km del tratto a bastone. Quindi per totali 4km tra andata e ritorno ti incroci con tutti i podisti che hai dietro e viceversa. Mi accorgo solo ora che quindi rifarò quella ripida discesa, stavolta in salita. La approccerò con tranquillità, con 2 o 3 passi veloci, per evitare troppi strappi, è peggio di una scalinata ripida, ma breve, mentre inizia la mia fatica lei finisce. Mio malgrado, però, inizio a perdere posizioni, subito dopo questo tratto infatti mi supera Olmo e la Mora. Olmo con il suo passo che sembra evidenziare la bassa gravità del paesaggio marziano attraversato prima, la Mora con il suo passo agile, una via di mezzo tra un felino e uno stambecco, con la velocità di uno scoiattolo. Tornando indietro su questa strada incrocio come dicevo, gli altri atleti, ci incoraggiamo. Nel frattempo chi avevo davanti sparisce. Sono passati solo 7km circa, si torna su una nuova parte del circuito, inesplorato fino ad ora. Inizia una lunga striscia tagliafuoco dal fondo abbastanza buono, compatto, con avvallamenti qui e là. Lontano vedo delle maglie, ma le gambe non girano tantissimo, anzi, tendo a difendermi ancora. Ben presto vengo anche raggiunto e superato da qualche altro. Al ristoro del 10°km inoltre me la prendo comoda e vengo raggiunto da almeno 4 atleti. Qualcuno lo sento molto affaticato e mi preoccupo un po, sono io che sbaglio o sono loro? Io non emetto nessun respiro, spesso corro con la bocca chiusa e le gambe sono solo un po' imballate, per ora non me la sento di aumentare. Sarà solo nella salita seguente che inizio a trovarmi più a mio agio. Infatti con il gruppetto riesco a tenere una buona andatura fino al 12° km, lì inizia una ripida salita in sterrato che mette molto in difficoltà. Se non bastasse, su in alto, si vede la sua fine, non proprio una visione d'aiuto. Lontano e piccolina si vede anche qualche macchia colorata di chi l'ha quasi finita! Il respiro dei miei compagni si fa più forte. Io salgo regolare e sembro molto più fresco. Non penso più che ci sia un problema e su qualcuno dei miei compagni d'avventura guadagno alcune decine di metri. Finalmente, giunti verso la cima, si arriva, dopo un breve sentiero, su una zona in asfalto. Riconosco lo spiazzo della parte bassa, zona in cui si passa davanti prima di giungere alla chiesa di Sant'Antonio. C'è da fare anche il breve pezzo di strada lastricata per arrivare al piazzale più in alto, e dato che ci siamo, ci fanno passare per i gradini del giorno prima così da prendere il piazzale da una zona ancora più in alto. Nel frattempo incrociamo chi ha già fatto il piccolo giro di boa di Sant'Antonio. Fuggitivi si inoltrano già per un sentiero laterale fatto anche il giorno prima, si dileguano nel bosco dopo essersi fermati al ristoro posto alcune decine di metri più in alto. Faccio con sollievo i gradini e sbuco dalle rocce, svolto a sinistra ed ecco lì il tavolo con le vivande e le bevande.


giovedì 27 ottobre 2011
Corsa verde 2011 21k 1h35'01''

Sono molto molto molto molto molto contento della mia scelta di esser andato a partecipare alla Sardinia Ultramarathon! La prima tappa è stata qualcosa di stupendo! Mentre inizio a scrivere le prime impressioni (ore 17 e 39 di sabato sera) sento ancora il mega pranzo in pancia!! ma questa è solo la conclusione! Al ritrovo delle 9 arriviamo a Macomer e già si vedono le bandierine arancioni che ci guidano presso la Colonia ECA a Monte Sant'Antonio. Qualche km e arriviamo subito. Dei gentilissimi signori dell'organizzazione ci indicano anche il vasto parcheggio realizzato vicino al luogo di ritrovo e partenza. La struttura, invece, è a pochi passi di distanza ed è attrezzata e resa fruibile per fare docce, per i bagni ed etc. Ritiro quindi il pettorale e mi trovo subito a mio agio. Mi sento un po frenetico, l'ambiente mi piace molto e vedere la gioia dei podisti, la loro voglia di essere in quel posto e correre, mi elettrizza ancor di più. La giornata inoltre è perfetta. Un po di aria frizzante, fresca e pura anima ancora di più il buon umore. Tra i tanti amici noti, che ringrazio sempre per i loro saluti, i loro sorrisi e i complimenti su alcuni post del blog, si notano subito i visi di alcuni nuovi volti: subito riconosco Calcaterra, sembra un nuovo iscritto alla Fidal Sardegna, tanta è la sua spensieratezza, in parte titubante, sul da farsi. E' come qualcuno che ha appena iniziato a correre e che farà quel che potrà, pensando a cosa sarebbe meglio, ma senza mettersi pensieri negativi. Alla fine vincerà ^_^. Il suo sorriso quando incontra gli occhi della gente incanta, uomo di grande spessore sportivo e di anni e anni di corse, nasconde dietro i suoi sguardi una ricchezza inestimabile. Lui e la Correale sono proprio un bel quadretto.. sicuramente una luce negli occhi li accomuna. Bisogna guardarli, per capire di che parlo. Olmo, invece, è un vero e proprio uomo-corsa. Mi spiego meglio: se dovessi descrivere una persona votata al correre, sarebbe lui! Alto, magro, scavato dai km e dai paesaggi attraversati con i km. Dal fisico che sembra un fusto d'albero ma dalla pelle e dall'aspetto che ricorda il deserto. Sicuramente ricorda più il deserto che il Monte Bianco!!, ogni suo aspetto (e lo è) sembra adattato agli ambienti ostili. La sua corsa, elastica e ammortizzata, sembra rispettare il terreno su cui spinge i suoi piedi. E' un uomo a cui si deve molto rispetto e che secondo me, quando se ne acquista la fiducia, può regalarti ore e ore di pensieri, riflessioni e storie. Al contrario, Italo Orrù è invece un chiacchierone ed estroverso fin dal primo momento che lo si incontra, nel vero senso della parola: questo è un vero e proprio complimento che gli faccio. E' un uomo dal grande spirito, con una visione della corsa che esce dai consueti schemi. Ama sicuramente la natura, il viaggio, la scoperta.. le persone. Devo ancora capire come ha fatto a digerire i 5000 e passa km della LA-NY, straordinaria avventura che sembra non l'abbia minimamente toccato, anzi, anche se non lo conosco, penso che lo abbia reso ancora più dedito alla sua corsa e a quello che rappresenta. La sua cagnetta Maya, poi, è dolcissima, una vera super ultramaratoneta che ci accompagnerà per i 21km.. ma sa fare ben altro e molto di più. Anche la moglie di Italo è troppo simpatica, le devo 100 euro :)! Forse nelle descrizioni mi potrei sbagliare ma dietro questo tipo di atleti posso sicuramente intravedere con certezza il mondo che ho sempre sognato, i desideri che forse potrò realizzare. Altri grandi interpreti esterni alla nostra Sardegna erano presenti, tra i tanti ho riconosciuto anche Cecilia Mora, l'argento del Mondiale Ultratrail di Connemara. E' una donna incredibile! Ma questo è solo una parte di quello che si percepiva. La gioia dei tanti amici sardi, la soddisfazione per una gara che si preannuncia come un ottimo successo, le battute, il timore dei 60km del giorno dopo, i complimenti reciproci e tutte le altre sfumature dei podisti sardi sono sempre una buona fonte di ricarica per tutte le altre attività della vita quotidiana e descriverle tutte e nominare tutti sarebbe impossibile, dimenticherei sicuramente qualcuno, cosa che non vorrei. Ma passiamo alla gara: Io parto molto tranquillo, davanti tutti vanno via ed io rimango ben presto a metà gara, subito dopo dei dintorni della parte avanzata della corsa che segue i primi super atleti. Ci sono da fare due giri identici che partono in discesa, per poi risalire ben presto passando dall'asfalto allo sterrato. Parte di strada la conosco, l'avevo fatta anche alla corsa verde del 2009. Si sale, il terreno del sentiero composto di ghiaia, terra battuta ed erba inizia a farsi sentire. Tengo sotto controllo il respiro e lascio perdere i dolori che mi vengono alla gamba destra: so che scompariranno. Non ho fatto riscaldamento per una mia particolare scelta e dopo il riposo della settimana appena passata credo sia normale avvertire dei fastidi. Ogni tanto metto il piede male e i muscoli tirano. Devo stare più attento. Tra i tanti ostacoli arriverò fino alla chiesa, alla fine del primo giro e il secondo, come dirò più avanti, sarà più semplice. Boschi fatati dall'ombra mattutina e dai misteriosi giochi di luce mi stancano un po la vista e nonostante le frecce per terra di color arancione, il nastro bianco e rosso a petto d'uomo, lo staff dell'organizzazione che indica la strada giusta da prendere, ho avuto un senso di smarrimento dovuto a tutto quel verde e alla mancanza degli occhiali. Ma non ho mai avuto paura di perdermi, nonostante qualche pezzo di corsa solitaria in mezzo al verde a 360°, anzi, mi sentivo al sicuro in ogni momento. Arrivo ad una discesa in sterrato che ci accompagna verso la chiesa di Sant'Antonio. Prima di arrivare, però, bisogna passare attraverso un altra salita molto infida, che nonostante il mio passo più tranquillo mi mette in affanno. Inizio a pensare di mollare ancora un altro po la velocità, ma finisce d'improvviso dopo un ultima disperata pendenza che non mi dà minimamente il pensiero di camminare, nonostante la sua tenacia. Mi trovo davanti a degli scalini, li avevo visti solo in foto, avevo pensato che avrei dovuto tenermi le gambe, invece mi sembrano fin troppo facili, recupero dal movimento fastidioso della salita in sterrato, ringrazio la scala per quelle decine di gradini molto graditi e vado avanti. Davanti alla chiesa inizia la discesa, saranno almeno 4 o 5 km in asfalto tra il tratto per arrivare all'arco di arrivo e il tratto che dopo il secondo giro ci porta nel punto più basso, per poi risalire e portarci nuovamente verso la chiesa.
Il secondo giro lo farò un po meglio, i dolori son passati, e provo ad accelerare leggermente nella prima discesa in sterrato prima di risalire nel secondo pezzo della salita per Sant'Antonio. Durante questi sentieri troverò anche Mauro con tutti gli appassionati del Nordic Walking. Che vista rilassante e rincuorante. Mi sentivo così bene, vedere quanto eri più veloce di loro che camminavano era un ottima cosa, capivi che non eri fermo. Inoltre tutte quelle persone e bambini tiravano su l'umore, condividevano con tè quel paesaggio così selvaggio, quel sentiero isolato e stretto nel verde. Quella loro calma e gioia, l'ho presa e portata con me. Ritornare a inseguire in solitaria, ad essere padrone del tuo percorso ora sembrava ancor più bello. Le foglie questa volta non mi ostacolano con i loro tranelli, i sassi nascosti mi danno meno problemi, mi vengono pure i dubbi di star andando un po troppo veloce. Continuo così e arrivo alla seconda salita, la più dura. Mi mette in leggera difficoltà, non c'è verso di farla tranquillamente, passa anche questa e salgo i gradini, che trovo sempre semplici rispetto al piano inclinato. Si ritorna sull'asfalto. Qualcuno mi supera e si allontana velocemente. Sto perdendo tantissimo ma continuo con il mio passo leggero e senza mai usare l'altra falcata. Ho paura di rovinarmi le gambe e questa volta ho fatto una promessa a me stesso: devo fare da bravo e fare le gare senza le pazzie che ogni tanto mi diverto a improvvisare. Concludo senza nessuna accelerazione fino all'ultimo metro. Mi incitano pure, io rispondo che tanto oggi devo andare piano. Riceverò una simpatica ramanzina, è stata una scena veramente buffa. Se non sbaglio poi si è dibattuto sul fatto di come non mi scomponessi neanche di un pochino durante gli ultimi metri, senza nessun accenno di accelerazione per gustarmi il traguardo.
Nel frattempo, però, le gambe si sono fatte pesanti e leggermente indolenzite e le mani iniziano ad essere fredde, inizio a riflettere su questo problema in previsione del giorno dopo. Spero di non essere andato troppo veloce. Sono sempre 1h35'50'' (la classifica mi dirà 1h35'01'') e la distanza, a detta del garmin è leggermente inferiore. Forse 20,6k. Sono andato come dovevo, ma il percorso mi ha dato più difficoltà di quello che pensavo. Volevo arrivare ancora con meno problemi, purtroppo devo tornare a casa con degli indolenzimenti che mi renderanno la serata e la nottata non molto tranquilla. Eppure la chiacchierata finale con Salaris, mente lui defaticava ed io finivo la mia gara, dimostra che ero totalmente lucido e con il fiato integro. Speravo che il giorno dopo andasse meglio. La gara infatti mi ha rimesso in moto le gambe e dovrebbero poter recuperare quasi totalmente in quelle poche ore che mi separano dalla 60K. Dopo le belle premiazioni, con buoni premi, si mangia abbondantemente. Sarà un ottimo pranzo! Di più proprio non si poteva chiedere!!!!!!
La sera torno a casa, i muscoli si fanno sentire, la parte sinistra del ginocchio pure, la parte bassa della gamba destra risente di quella mezza scivolata proprio nei primi km. Eppure riesco a tenermi positivo, penso alle strategie del ciclismo che ho usato nelle ultime 3 settimane per allenarmi, devo essere fiducioso per il giorno dopo. Mi sembra strano aver sbagliato. La notte passa, è strana, mi sveglio più volte durante il cuore delle ore notturne, muovo le gambe e sento tutti quei fastidiosi doloretti. Non so come farò a coprire quella distanza. Mi ricordo sempre quello che penso a riguardo del podismo: la corsa rompe, la corsa cura. Mi riaddormento: faccio dei sogni che sono un po angoscianti, mi ritrovo in mezzo al bosco subito dopo la chiesa. Ho la visione un po sfuocata, un po di paura e sento il sapore della distanza, come impotente ne sento il timore, relegato in mezzo a quegli alberi, senza via di uscita. Mi sveglio con un sentimento strano, come dire: i dolori articolari aumenteranno?, forse! Riuscirò a fare quei km? Se non ci riuscirò non mi importa, so anche camminare, male che vada aspetto chiunque ci sia dietro di me. In ogni caso so che oggi dovrei stare meglio. Spesso, il solo muoversi ha migliorato di tanto le condizioni. Io ci voglio essere, non andare a questa 60 km sarebbe come buttare via un anno. Io vado! Voglio vedere quel paesaggio!! Dal momento in cui mi sveglio i timori sono piano piano spariti, l'incubo è diventato un posto in cui tornare e capire che c'era da vedere e cercare più a fondo, perché lo sognavo, il perché di quella zona alberata. Mentre mi dicevo che in quelle condizioni fisiche poteva succedere di tutto, che arrivare sarebbe stato in ogni caso difficile, mi davo forza. Scendere dalla macchina e sentire quell'aria fresca mi aveva già curato. Volevo solo partire!


P.S. Ho incontrato Olmo, quel signore che ha influito sui miei sogni di ragazzo, quel signore per cui ho iniziato anche a correre. Le sue corse sono state un grosso contributo nella direzione delle mie scelte. La Marathon des Sables ormai non sò se abbia ancora lo stesso significato nel mio futuro, se è la stessa cosa che mi immaginavo da ragazzino, se sarà importante come mi aspettavo tanti anni fà, se la farò ...una cosa è certa: 3 anni di corsa non sono trascurabili ed hanno portato a delle modifiche, grazie anche a lui ho scoperto la corsa e un piccolissimo assaggio delle lunghe distanze...
domenica 16 ottobre 2011
Settembre 2011
2 settembre: 2,5k + 2,5k lenti
3 settembre: gara Stintino 5,130k a 3'38''/km
4 settembre: gara Ossi 13,8k circa a 4'13''/km
6 settembre: 6,5km a 4'32''/km
7 settembre: 8k a 4'21''/km
8 settembre: 54' tranquilli
10 settembre: 4k + 4k lenti
11 settembre: 47,2k a 4'44''/km
13 settembre: 5,5km a 3'57''/km + 2km lenti
14 settembre: 20' lenti + 2 x 1000 a 3'29''/km rec 5'
15 settembre: 8k a 4'04''/km
17 settembre: 5,960 a 3'48''/km gara ad Alghero
18 settembre: 8,7km a 4'31''/km
21 settembre: 9 x 1000 a 3'56''/km rec 400 m attivo
22 settembre: 6,3k a 4'03''/km + 2,1k tranquilli + 10x420 a 3'36''/km rec 1' fermo
24 settembre: 5,680km a 5'05''/km
25 settembre: mezza della wine half marathon 1h25'44'' a 4'04''/km
28 settembre: 10 x 1000 a 3'57''/km rec 400 attivo + 800m rec + 2k a 3'55''/km – di sera 8km a 4'25''/km
29 settembre: 5,2km a 5'01''/km
3 settembre: gara Stintino 5,130k a 3'38''/km
4 settembre: gara Ossi 13,8k circa a 4'13''/km
6 settembre: 6,5km a 4'32''/km
7 settembre: 8k a 4'21''/km
8 settembre: 54' tranquilli
10 settembre: 4k + 4k lenti
11 settembre: 47,2k a 4'44''/km
13 settembre: 5,5km a 3'57''/km + 2km lenti
14 settembre: 20' lenti + 2 x 1000 a 3'29''/km rec 5'
15 settembre: 8k a 4'04''/km
17 settembre: 5,960 a 3'48''/km gara ad Alghero
18 settembre: 8,7km a 4'31''/km
21 settembre: 9 x 1000 a 3'56''/km rec 400 m attivo
22 settembre: 6,3k a 4'03''/km + 2,1k tranquilli + 10x420 a 3'36''/km rec 1' fermo
24 settembre: 5,680km a 5'05''/km
25 settembre: mezza della wine half marathon 1h25'44'' a 4'04''/km
28 settembre: 10 x 1000 a 3'57''/km rec 400 attivo + 800m rec + 2k a 3'55''/km – di sera 8km a 4'25''/km
29 settembre: 5,2km a 5'01''/km
giovedì 13 ottobre 2011
2^ Maratona della Solidarietà Cagliari 3h10'12''

La mattina, quindi, arriviamo verso le 7 e 15 nel luogo del ritrovo. Chiediamo informazioni, parcheggiamo e andiamo a prendere un caffè in un bar dei portici di Via Roma. Cagliari è una città che purtroppo conosco ancora poco, per questo mi sembra quasi di essere andato a gareggiare fuori dalla Sardegna, tanto mi sento estraneo. In breve arrivano tanti podisti e ritiro il pettorale in mezzo a loro, anch'essi estranei rispetto alle gare del nord Sardegna. Non tutti però mi erano sconosciuti. Ritrovo invece tanti amici e le foto di rito diventano un momento sacro!






La 42,195k quindi mi è andata benone, considerando tutto. Ho realizzato il mio tempo di allenamento e l'unica cosa su cui mi son messo a riflettere non è tanto la mancanza di energia improvvisa ma quanto la presenza di dolori fastidiosi alla schiena e in mezzo al torace, come se le ossa sbattessero tra di loro, quelle mi hanno fatto rallentare più del dovuto e mi creavano fatica nella fatica. Forse, senza quei problemi, avrei perso qualche minuto in meno, in quanto mi mettevano a camminare per dare sollievo a questi dolori, la cui presenza non mi piaceva. Sul percorso non posso raccontare molto, tranne il fascino degli spazi molto più ampi di quelli a cui son abituato. La concentrazione mi faceva tenere la vista occupata dentro di me e su chi avevo intorno. Mi ricordo però di rotatorie, gente felice che ci applaudiva e di podisti che aspettavano la staffetta, che ci incoraggiavano come non mai. E poi quel tifo, subito dietro di noi, mentre arrivavamo alla mezza, chi c'era? Io non volevo guardare per evitare di perdere la concentrazione, pensavo alla presenza di una delle donne di classifica, alla staffetta (anche se non pensavo che si mettessero a correre così forte), a qualche atleta molto conosciuto nel luogo, poi a qualcuno delle handbike. Ma a casa l'ho scoperto, a pochi secondi è arrivato il primo della categoria T11, un real time di 1h25'38''. Non c'è da dire altro che: Andrea Cionna. Mi ricordo poi di lampi di paesaggi e lunghi rettilinei, il breve pezzo di sterrato, sopratutto il su e giù dei primi km, la lunga discesa verso il 10° km. E poi il Poetto, non ho visto il mare ma lo percepivo. Mi ricordo la sella del diavolo e il suo clima quasi tropicale, lì c'era proprio l'inferno! E dopo è stato anche peggio! Ci sono sceso dentro all'inferno. Non pensavo che ci potessero essere le corsie dei taxi tutte per noi! Però era scontato che per tornare verso il purgatorio e il paradiso si dovesse passare per un cavalcavia e un altra montagna di poche centinaia di metri, che dava l'illusione di non finire mai e di essere l'ostacolo per arrivare in un nuovo mondo.
Tutta questa fatica e queste prove mi hanno pure tolto l'appetito e ricordo ancora bene quel bel vassoio pieno di cibo che non riuscivo a mandar giù. Per fortuna, però, sono riuscito ad avere le forze per salire sul palco e prendere il premio come secondo di categoria (consiglio di rafforzare le risorse per i master e amatori). Cagliari è stata una bellissima esperienza, ero qui perché era una maratona sarda, perché ero curioso, perché dovevo tentare un'impresa impossibile, perché c'era Anna, per gli altri amici, per chi mi aveva convinto ad esserci, per Calcaterra, perché dovevamo ricordare Efisio, perché corro, perché sono fiero di essere un podista.
A proposito, questa era la mia prima maratona ufficiale.. anche se in allenamento ne avevo già fatte varie.

Ringrazio Marta e Gavino per la foto con Malfatti, e sono stato anche fortunato perchè quello è un bellissimo ricordo di questa Maratona.
sabato 1 ottobre 2011
Sardinia Wine Half Marathon 1h25'45''

Domenica mattina scorsa ho partecipato alla 1^ Sardinia Wine Half Marathon. Organizzata dal Currichisimagna e con l'aiuto della Podistica Sassari, era una gara a cui non potevo rinunciare. Essa si svolgeva nell'ambito, e come finale, di tanti eventi legati alla valorizzazione del territorio di Usini e dei suoi vini. A pochi km da casa mia, e con un percorso che conoscevo perfettamente per un buon 90%, dovevo proprio cercare di fare una buona prova. Solo qualche tratto del finale non l'avevo mai provato, ma per il resto erano strade super affrontate in bici e a piedi. Questa gara, nonostante quel che mi sembrava e che ritenevo abbastanza semplice sulla carta, ha riservato molte sorprese, sopratutto sul finale, sul tratto prima e dopo il giro di boa intorno al 10°km. Lì, infatti, si incontrava un tratto di sterrato di circa 850 metri sia in discesa che in salita. Tutto il ritorno era pure controvento, leggerissimo con tutta onestà, ma fastidioso. Una bella mazzata, e poi, per non finire, si saliva tra piccole salitelle e lunghi falsopiani fino a quasi un km dal paese. Ma partiamo dall'inizio, prima di tutto devo raccontarvi del bel luogo di ritrovo, che è stato predisposto nel parco del lavatoio di Usini. Il fresco e verde giardino dava un'ottima sensazione e rallegrava lo spirito, di ampio spazio, è stata un'ottima scelta! Tutto era perfetto, fino alla tranquillità di poter disporre dei bagni del parco fino all'ultimo momento! Dal luogo di ritrovo ci si è spostati in Via Roma, dove c'era il punto di partenza della 21,097km, misurata perfettamente ed omologata dai predisposti a livello nazionale. Da via Roma, mentre il sole iniziava già a farsi sentire,(era una giornata splendida) si è dato lo start. Si procede quindi verso destra, invece che prendere Via San Giorgio si va in direzione di Sassari e si arriva al bivio con la SS127bis dopo circa 2,5k. Si gira a sinistra e si procede fino al 5° km, incontrando in tal punto un altro bivio, si gira a destra per andare verso la chiesa di San Giorgio, che è situata intorno al 10° km e dove era stato approntato il giro di boa. Si torna quindi indietro sempre dritti, prendendo poi, all'incrocio incontrato in precedenza, la strada davanti a sé che porta all'entrata di Usini in Via San Giorgio. All'entrata di Usini si gira però a destra in corrispondenza del 16°, e per 2km di strade interne e in mezzo alle campagne, si raggiungeva nuovamente Usini per poi imboccare Via Pietro Nenni, in direzione di Ittiri. Dopo 700 metri di rettilineo si tornava per le campagne girando sulla sinistra, dopo poche altre centinaia di metri si arriva in Via Rinascita e si prendeva l'ultimo km e mezzo praticamente tutto in discesa, fino al traguardo. E' un percorso molto complesso ma era fortemente tenuto sotto controllo con una consistente presenza di uomini e di mezzi. Gli spugnaggi e l'acqua erano abbondanti e non ci si sentiva mai soli neanche nel punto più remoto del tracciato. Mi sentivo sempre protetto, ho corso senza pensieri, tranne quello della fatica. E' una mezza che riserva sorprese in ogni momento, ma molto affascinante per la presenza di discese dove spingere, di lunghi rettilinei, e di tratti tecnici e ampie visuali che si sono intervallate con tratti più intimi di vigneti/olivetti e di strade interne di paese. L'arrivo, poi, è all'interno del parco del lavatoio, che diventa una sorta di passerella finale come quella all'interno di un campo di atletica, ma tra il verde. Qui si può disporre subito del ristoro e della degustazione presente nel famoso gazebo con i vini del territorio. C'era il vino anche lungo l' itinerario. Al 15° km, se non sbaglio, in un momento di parziale lucidità, purtroppo non me la sono proprio sentita di prendere un bicchiere di vino al volo, mi son ricordato invece della promessa dell'organizzazione e dell'associazione Giravigna di disporre i gazebo di assaggio sia nel parco che lungo i 21km. Un po invidiavo alcune persone della non competitiva: allegramente si prendevano con divertimento la loro corsa e passavano tranquillamente per i ristori, mentre io piegato con la schiena in due, mi mettevo i problemi se era opportuno bere dell'acqua anche a questo ristoro, oppure no. Pensandoci bene, non è invidia, è solo voglia, un giorno o l'altro, di fare una gara totalmente in tranquillità e vederla da quel punto di vista, magari fermarsi a bere senza il tempo che ti spinge, e assaporare, come nel caso di questa Wine Marathon, due bicchieri di vino, continuando poi a correre... ma passiamo alla mia gara: dopo un primo km a 3'48'' lascio perdere l'orologio e mi metto a seguire da lontano i primi 7: Dietro, tutti sono già lontani, mi domando se non sto facendo una delle mie follie, poi, invece, mi dico che i primi 10km tendono tutti a scendere, tranne per una leggera salita intorno al 4°, e grazie a questo e alla compagnia di Graziano, (unico che si stacca subito dal restante gruppo alle spalle e viene a farmi compagnia) con cui faremo metà del percorso insieme, mi decido a rimanere sul quel passo. Devo dire che mi ha veramente fatto piacere non stare solo per gran parte del tragitto. Alla fin fine quindi non cambia niente durante tutta la gara, parto 8° e arrivo 8° assoluto. Le sensazioni sono state ottime fino al giro di Boa, ma la successiva salita in sterrato mi affatica moltissimo, dovrò in seguito rallentare un po per prendere fiato e affrontare il lungo rettilineo costituito da un falsopiano in salita. Non finisce più, la mente ti rende noto che lontano ancora non si vede l'incrocio. Il passo non cede del tutto, e tra un pensiero e l'altro, e la sensazione di essere raggiunto da una decina di corridori, mi ritrovo alle porte del paese e con le salitelle più dure alle spalle. A 5 km dal traguardo però sento le gambe pesanti e capisco che qualcosa non va, ho paura di fermarmi, mi sento svuotato. Ascolto sempre se arrivano dei passi, ma devo dirlo, non ho il coraggio di voltarmi. Mentre nei primi km la sicurezza mi ha fatto controllare un po la situazione, e mi sono voltato diverse volte, verso il decimo, al giro di boa, c'è stata l'ultima opportunità di vedere forzatamente come ero messo. Tra calde vie di campagna e muri a secco, porto avanti la mia agonia fino a quando l'ultima salita mi ha quasi fatto mollare. Mi chiedevo quanto avrei perso se avessi camminato per un minuto. Le cicatrici dell'Abetone sono ancora fresche. Mi veniva quasi voglia di aspettare chiunque ci fosse dietro, e poi andar fino alla fine insieme a lui, sperando ci mettesse un po ad arrivare, per potermi riposare almeno 30 o 40''. Eppure corro anche su quel pendio e ancora non sento nessuno! C'è solo la discesa, mi riprendo un po e guardo dietro, non c'è nessuno!!!! Sono 8°, almeno devo provarci, anche se forse qualcuno è dietro quella curva lì, posso tenere il vantaggio!! Accelero in discesa e dopo 500 metri riguardo, questa volta posso vedere più strada, a 200 metri non c'è anima di podista.
Ormai sicuro, arrivo alle porte del parco, finisco la mia gara con un applauso, un sorriso gigante e un tuffo nell'erba. Sono super contento!!! Finisco con un ottimo tempo, nonostante la sensazione di “essere fermo” che ho avuto negli ultimi 5km, porto a casa 1h25'45''. Anche il resto della giornata sarà veramente ottimo, la premiazione, con i miei primi soldini ufficiali, mi riempie di ottimismo, così come i dolci, le caramelle e l'ottimo vino di Usini. Devo proprio complimentarmi per l'ottimo lavoro messo in piedi: una gara di quel livello costa parecchio, eppure l'organizzazione è riuscita a metterci dentro tutto, dagli ottimi premi, alla sicurezza, alla solidarietà, a tutti gli altri aspetti. Per il resto potete vedere tante foto e informazioni nel sito dell'associazione Currichisimagna. Io vi lascio, alla prossima!!! :)
domenica 18 settembre 2011
5° Memorial Gianni Sardà Zanardi 5960 m 22'40''
Questa edizione mi è uscita proprio male: 3'48''/km di media. Da questo punto di vista, nelle gare corte, sono tornato indietro. La spiegazione? Non saprei.. eri sicuramente sono partito troppo forte, ma sono abbastanza abituato a tenere duro: la mancanza di ossigeno che ho avuto e il senso di svuotamento non me lo spiego con la partenza veloce. Sicuramente l'umidità si sentiva, e con essa anche un certo caldo, ma quello è per tutti e anche altre volte non mi ha causato questo problema. Senza troppi giri di parole, il fatto è che dopo il primo dei 4 giri di 1500 metri circa (ho calcolato per la mia media 1490 m) inizia un profondo senso di boccheggiamento e di mancanza di energie, mi superano in tantissimi durante tutto il proseguimento della gara. Da essere più o meno nei primi 20 finisco 54°. Non andavo proprio, il ciottolato poi mi sembrava più problematico del solito, anche le curve e la salita di via Sassari mi creavano disagio e mi facevano rallentare troppo. La passerella, invece, era l'unico punto dove passavo bene, il maggior ostacolo mi dava, al contrario, quei 2 o 3 passi di vantaggio e poi ricominciavo a perdere. Per fortuna una bella volata finale mi tira un po su l'umore perché il resto è stato un disastro. Anche subito dopo l'arrivo la stanchezza mi fa vagare per qualche secondo senza capire cosa dovevo fare e dove dovevo andare. Sarebbe stato bello tuffarsi nell'acqua del porto per galleggiare e non muovere neanche un dito, sperando inoltre che l'acqua potesse alleviare il calore del corpo, che insieme all'umidità, mi facevano bollire la pelle e gli organi interni.
Il piccolo cambiamento che c'è stato nel percorso, quindi, non era così preoccupante come mi aspettavo, tutto sommato era più scorrevole e meno insidioso del circuito normale a cui eravamo abituati. Questo 5° Memorial Gianni Sardà Zanardi (il mio 4° di seguito) vede un notevole numero di partecipanti anche quest'anno. Ne è la prova una partenza in cui bisognava sempre stare attenti a non rimanere chiusi. La paura di perdere secondi porta ad una partenza sprint, nonostante la vistosa salita dopo la prima curva. In questi 4 anni ancora non li ho preso le misure, ne alla partenza, ne al percorso nel suo complesso. Alghero rimane una gara particolare, notturna, in cui le distanze sembrano variare di giro in giro e di anno in anno, sembrano dei giri così brevi, ma non finiscono mai, eppure distrazioni c'è ne sono tante, letteralmente, non ci sono 100 metri uguali! Sia lo scenario, la luminosità, il fondo e gli spettatori cambiano da un momento all'altro. Dalle luci dello start, alle luci dei bar, ai lumini, si può passare dall'asfalto, al lastricato e al ciottolato. Trovi la zona degli accompagnatori, degli atleti che hanno gareggiato prima, trovi le persone sedute nei bar e nei ristoranti, nei locali, che passeggiano. Gente che fà da sfondo ai bastioni, al porto, al mare, alle viuzze intime di Alghero, ai cannoni, alle torri, ai giardini, alle piazze.. solo correre ti dà l'idea di questo percorso.
Sarà per questo che ci torno sempre, come forse ho detto anche negli altri post, è una classica. Come una classica, anche il contorno rimane un classico: le gare dei bambini, le non competitive, la cena finale. Anche quest'anno il menù organizzativo si è quindi mantenuto sugli standard degli anni passati. Non saprei che dire in più rispetto agli anni passati (2008, 2009 e 2010). Invece vi racconterò una divertente e rammaricante curiosità: mentre mi riscaldavo con mio padre (e nel frattempo si svolgeva la non competitiva) numerose persone che passeggiavano ci facevano notare che non si faceva, non si doveva tagliare, che eravamo furbi. Uno in particolare con un sorriso da chi ha scoperto chissà che cosa, borbottava qualcosa di questo tipo: eh guarda questi, ma dove stanno andando, etc. etc.... così mi sono girato e con un sorriso che gli faceva capire: sei in perfetto errore e non hai compreso niente, gli ho spiegato che io dovevo partecipare alla gara seguente. Insomma, morale della favola: la gente vede il peccato negli altri e non ci mette niente a infangarli, si poteva pensare che seguivamo la non competitiva oltre la recinzione perché ci eravamo ritirati, perché ci potevano essere altre corse, potevano vedere che parlavamo tranquilli e non eravamo neanche sudati.. ed invece no. Devo capire come si faceva a pensare che stavamo tagliando, se a passare lenti tra il pubblico, i bar e i vicoli si perdeva il triplo, se non di più, del tempo. Per fortuna son contento di essere un podista, la corsa ti insegna a badare a tè stesso piuttosto che ad altri. Non dico che bisogna estraniarsi, ma è vero che prima di saltare a conclusioni bisogna analizzare tè stesso e il contesto. Ecco, se noi, se la Corri Alghero in questo caso, il podismo con le sue manifestazioni trasmette questo messaggio, allora siamo a buon punto, allora possiamo educare anche noi. La corsa è uno sport che più di altri stimola l'onestà su se stessi. Passando di nuovo alla gara e ad un ultima analisi si può dire che anche questa volta me la cavo: finisco secondo di categoria.
La Corri Alghero con il suo particolare tracciato però mi ha detto che c'è qualcosa che non va e anche stasera, in un allenamento, ho notato che il fisico sta risentendo di qualcosa. Sicuramente in questo periodo mi manca un po di concentrazione che spero di recuperare per ottobre. Ora mi mancano da fare solo le gare più dure e sono un po giù di tono, ma proprio per questo conto di recuperare ed di aver trovato già il fondo di un ciclo. Quindi archivio la Corri Alghero come una giornata importante per quest'anno e spero di esserci per il prossimo anno, magari, e sopratutto, per andare meglio.

giovedì 15 settembre 2011
Agosto 2011
2 agosto: 46,2k a 4'35''/km
4 agosto: 5,6km a 4'28''/km di mattina + 5,8k lenti e 6,7k a 4'12''/km di sera
5 agosto: 10,6 km lenti
6 agosto: 6,3km alla 12^ Corri Banari a 3'47''/km
8 agosto: 8 x1000 a 3'48''/km rec 3' fermo
10 agosto: 47,8K a 4'55''/km
11 agosto: 5,8km lenti + 4 x 1000 a 3'57''/km rec 3' fermo
13 agosto: Gara Ploaghe 5,080km a 3'43''/km
14 agosto: 11,5km a 4'21''/km
15 agosto: 6 x 1000 a 3'36''/km 3' rec fermo
16 agosto: 16,3k a 5'06''/km
17 agosto: 10 x1000 a 3'41''/km 2' rec fermo
19 agosto: 3,7km a 4'29''/km + 3' rec + 1500 a 3'26''/km + 5,4km a 4'41''/km
21 agosto: 17,7km (Dal mare alla Montagna 2011) in 1h 25'09'' a 4'49''/km
24 agosto: 12,3k a 4'38''/km
25 agosto: 6 x 1000 a 3'31''/km 3' rec fermo
27 agosto: Gara Oschiri, 4,650 a 3'44''/km
28 agosto: Gara Mores, 4,850 a 3'41''/km
30 agosto: 20,6km a 4'28''/km
31 agosto: 31,2km a 4'42''/km
4 agosto: 5,6km a 4'28''/km di mattina + 5,8k lenti e 6,7k a 4'12''/km di sera
5 agosto: 10,6 km lenti
6 agosto: 6,3km alla 12^ Corri Banari a 3'47''/km
8 agosto: 8 x1000 a 3'48''/km rec 3' fermo
10 agosto: 47,8K a 4'55''/km
11 agosto: 5,8km lenti + 4 x 1000 a 3'57''/km rec 3' fermo
13 agosto: Gara Ploaghe 5,080km a 3'43''/km
14 agosto: 11,5km a 4'21''/km
15 agosto: 6 x 1000 a 3'36''/km 3' rec fermo
16 agosto: 16,3k a 5'06''/km
17 agosto: 10 x1000 a 3'41''/km 2' rec fermo
19 agosto: 3,7km a 4'29''/km + 3' rec + 1500 a 3'26''/km + 5,4km a 4'41''/km
21 agosto: 17,7km (Dal mare alla Montagna 2011) in 1h 25'09'' a 4'49''/km
24 agosto: 12,3k a 4'38''/km
25 agosto: 6 x 1000 a 3'31''/km 3' rec fermo
27 agosto: Gara Oschiri, 4,650 a 3'44''/km
28 agosto: Gara Mores, 4,850 a 3'41''/km
30 agosto: 20,6km a 4'28''/km
31 agosto: 31,2km a 4'42''/km
martedì 6 settembre 2011
XI Ossi Tissi Usini (13,840k circa) 58'08''
Il 4 settembre, a 24 ore di distanza dalla gara di Stintino è stato il turno della sopracitata corsa podistica. Lunghezza di circa 13,5 – 14k, a seconda delle misure (3 anni fà avevo dato per buono 14), è uno dei percorsi più interessanti, tosti e massacranti della zona. E' parecchio faticosa e quest'anno, siccome si partiva da Ossi, ci tocca il giro nel senso più difficile, in quanto tutta la parte in salita è concentrata verso la fine. Inoltre, come 3 anni fa, si percorrerà un pezzo aggiuntivo in gruppo compatto che prevede una discesa molto pendente, ma fatta da tutti un po piano, e una salitella già abbastanza impegnativa. In realtà il gruppo compatto non c'è stato e dopo poche centinaia di metri gli atleti erano già sotto pressione. Io, dopo il giro dentro Ossi, mi ritrovo 7° ad inseguire tra il primo ed il secondo gruppo, ma quasi subito però si prende la prima discesa in cemento.
Appena la strada inizia a scendere, mi riporto come un pazzo sulla testa della gara, prendo la discesa a tutta e provo a guadagnare secondi. Oggi ne ho poco, so di essere inferiore sul falsopiano, più che negli altri giorni, e nonostante mi renda conto che con questa azione potrei risentire subito di dolori ai quadricipiti e ai tibiali, mi butto ugualmente. So anche che di certo tutto ciò mi spezzerà un po il fiato, ma se riesco a tenere, a stringere i denti, ad avere un po di velocità anche negli altri terreni e anche fortuna, posso gestire bene una gara di inseguimento. Fatto sta che dopo 2km mi trovo in testa alla gara con i primi 4, e sicuramente avranno creduto che fossi un pazzo, ma mentre il giorno prima non li ho visti neanche con il cannocchiale, oggi mi sono divertito a tornare sotto dopo che mi avevano già staccato. Di quel gruppo di 4, il vincitore mi darà all'arrivo quasi 9 minuti e un altro, quello più vicino a me, poco più di 3. Diciamo che da qui inizia la mia gara vera e propria, invece che quasi 14, sono quasi 12 da fare. Mah, tornando indietro l'avrei rifatto: ci ho preso troppo gusto a tirare così tanto in quel tratto! Comunque, dopo questo divertimento un po troppo esagerato, sto in scia e mi faccio staccare pian piano, risento un po della discesa e dello sforzo fatto con le gambe, ma sento di avere del margine, ho messo da parte dei secondi per me preziosi. Se tengo abbastanza in questo tratto sali e scendi che segue, posso poi arrivare alla lunga discesa per Usini che termina a circa il quinto km e mezzo di percorso, potrei poi provare a vedere che succede e in che situazione sono messo, magari in quel tratto potrei anche riposarmi un pochino senza perdere tanto. Naturalmente, nel frattempo, mi riprendono in tanti e mi ritrovo in 11^ posizione. Nella discesa seguente andrà meglio del previsto, ritorno sotto al secondo gruppo e riguadagno almeno 15 secondi o forse più. Si sale poi per Usini e alla fine della salitina, dentro il paese, perdo nuovamente. Inizia la mia corsa solitaria in piena difesa. Manca solo una discesa, in quest'ultima guadagno qualcosina, forse niente, inizio ad essere stanco, e le gambe non mi possono sostenere più per queste sparate, il secondo gruppo, invece, è ormai lontano. Ora inizia la parte più difficile, con le gambe pesanti e le salite devo cercare di mollare il meno possibile. Il tratto più duro di circa 500 metri lo sento parecchio, ma imposto il ritmo e non è un problema irrisolvibile. Si sale ancora, ma si può già parlare nuovamente di corsa e non di un piede dietro l'altro. Ancora sali e scendi ci accompagnano dentro Tissi e una salita dentro il paese c'è lo fa lasciare. Ora siamo in piano, mi raggiungono la prima delle donne e il mio compagno di squadra. Ne hanno di più, ci aiutiamo un po, provo ad anticiparli in una breve discesa di qualche decina di metri, fortunatamente cementata rispetto all'anno scorso, poi provo a dare il tutto per tutto insieme a loro, fino alla fine. Perderò queste altre due posizioni ma non farò un brutto tempo, anche grazie a loro guadagno qualche secondo in meno. Nell'ultimo km naturalmente perdo di più nel rettilineo finale che nell'ultima salitina per entrare a Ossi. Sono arrivato senza altre energie, ho dato tutto, mi sono goduto solo gli ultimi cento metri in cui non potevo più fare niente. Durante la corsa avrei giurato che sarei scoppiato ed invece eccomi qui. 
La media è alta, quasi intorno ai 4'13''/km ma la dice tutta sul percorso, sempre molto pesante e che condirà il lunedì e il martedì seguente dei soliti dolori, per la verità quest'anno meno pesanti, comunque fastidiosi. E' la quarta volta che termino questa gara, ed è ogni volta un ritorno alle mie origini podistiche, era stata la mia prima gara, questa volta è la numero 86. Più di 28 gare per anno. Sono molto soddisfatto anche per il risultato, sono arrivato 13° e sembra che le distanze che ho percorso durante la prima parte del 2011 mi abbiano un po aiutato su questi percorsi. Ho notato che cedo ma non di colpo, e, nonostante la tattica di gara suicida, non risento più del normale nel seguito. Forse, non prendendo forte le discese sarei andato un po meglio, ma non ne sono sicuro. Sono contento perché ho fatto quel che mi passava in testa e mi sono divertito parecchio. Rispetto al 2008 ho anche potuto vedere sullo stesso identico percorso il miglioramento che ho avuto: sono 6' 27'' in 3 anni. Non so come valutare questo dato, non sono bravo a capire quanto si può migliorare di media in un anno (in questo caso circa 2'10'' su circa 1h ora di gara sono il 3,6% nell'ultimo anno). Devo dire che mi rende molto ottimista!! Per il resto, a Ossi, ho fatto anche quest'anno delle grandi chiacchierate e poi, poco prima delle premiazioni, una grande mangiata al rinfresco “Tavola Sarda”. Alla prossima...



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