Mercoledì 18 marzo 2015
Del Trofeo ho parlato spesso, perciò è utile che scriva per mio ricordo solo gli estremi.
Del Trofeo ho parlato spesso, perciò è utile che scriva per mio ricordo solo gli estremi.
E' stata molto dura. Il vento, sulla via del ritorno, era veramente forte e mi ha fatto camminare qualche volta (3 se ben ricordo). Diciamo che per l'allenamento che avevo (meno di 20 km la settimana prima) è andata di lusso. Probabilmente dovevo tirare meno la discesa, anche perché senza allenamento ne ho risento sin dal 1° km, e le gambe hanno messo a nudo sin da subito dei dolori alla parte bassa. E questi dolori si son sentiti forti per due giorni. Il piede invece mi ha dato fastidio solo martedì, in pineta, solo leggermente lunedì. Oggi, mercoledì 18 marzo, invece sono riuscito a fare 11 km a 4'40''/km circa.
Perciò mi rimane da segnalare che il primo, Lorenzo Vigliotta, mi pare abbia fatto poco meno di 45' (44'30'' circa). Caspita quanta differenza!
Come sempre, poi, la manifestazione si è svolta bene. E' sempre un piacere parteciparvi. E devo dire che i formaggi, la pizza e il vino poco prima delle premiazioni rendono questa gara particolarmente "succulenta".
Sono dal 2009 (tranne l'edizione non fatta del 2014) che non manco, e ogni volta vedo che la decisione è sempre stata saggia!
Altro fatto da riportare è il pensiero che ho scritto per Tore Scanu, che mi ha chiesto se potevo fargli avere qualcosa per il sito della loro società. Lo riporto sotto.
10° Trofeo Monte Acuto.
Una cosa è certa, sono molto contento
della mia ennesima partecipazione al Trofeo Monte Acuto. Anche se fosse stato
per il semplice fatto di essere lì. Quest’anno, poi, festeggiava persino la
doppia cifra, e non essendo mai mancato da quando ho iniziato a correre, ho
avuto come un motivo in più. Insomma, ho voluto correre nonostante anche
quest’anno, e l’anno precedente, abbia avuto qualche difficoltà. Anche se
trattasi di sole quisquilie di salute podistica, per fortuna. Sono altre le
cose che a tutti noi la vita riserva…
Infatti, come è ben noto, il
Trofeo Monte Acuto non è una gara da affrontare con troppa spregiudicatezza. E
anche da questo punto di vista mi sono accorto che, nonostante la mancata edizione
del 2014, la manifestazione è solo andata in standby, ed è stata onorata, anche
questa volta, da numerosi atleti isolani. Magari anche acciaccati come me, con
scarso allenamento o con sintomi invernali. Diciamo che la fedeltà dei propri
clienti non svanisce facilmente se si hanno punti forti dalla propria parte.
Si, sono convinto che questo
Trofeo funzioni - e dovrà continuare a funzionare - molto bene. Ne è la prova
il fatto che, nonostante ci siano state difficoltà impreviste dal punto di
vista climatico, e quelle dovute a profondi fatti che hanno colto
emozionalmente impreparati tutti noi (podisti, organizzatori, gruppo giudici di
gara, presidenti e tutti gli altri attori coinvolti nella manifestazione), il
tutto sia andato a buon fine.
I miei occhi hanno visto e
vissuto idee contrastanti, dubbi e impotenza, incertezza, sia in gara che nei
tempi senza cronometro, sia sul piano umano che su quello prettamente atletico.
Come è normale che sia, in quanto siamo, appunto, uomini. Ma l’atmosfera,
quella che ho personalmente respirato, sempre più, fino a fine mattinata, è di
quell'ottimismo umile, seriamente conscio, che si ha nelle situazioni e negli
impegni con cui si affronta la vita, che ci uniscono, che vorrei sempre vedere.
E se stemperando il concetto, se
ciò, poi, forse è stato aiutato anche da un incontro ravvicinato e piacevole
con un rosso prepotente che ti si presenta con un “Lei non sa chi sono io!”, allora
ben venga. Ti giri e vedi i volti sereni e soddisfatti, di persone mature e
tranquille. Tutti accomunati da una giornata in compagnia, due chiacchiere,
scambi di idee, nel rispetto.
In sostanza, nonostante le
vicissitudini per noi indomabili il tutto ha avuto un ottimo e positivo decorso.
Con i suoi tempi, le sue emozioni, i suoi valori aggiunti. Dettati anche dalla volontà
dell’organizzazione, a monte della
giornata di gara, di coinvolgere il lato umano con quello sportivo, portandoli
sullo stesso nastro di partenza.
E non riesco a non fare un
paragone con ciò che la stessa manifestazione ha portato in questi anni. Ogni
volta condizioni di gara sempre diverse, nonostante il percorso si sappia già
qual è. E durante la stessa gara di quest’anno l’imprevedibilità dei contesti
era racchiusa in quei 11,790 km: prima la salita e il vento, poi la discesa
ripida dove tirare i freni, poi quella facilità del pendio con il sole che ti
sorride, e poi il lavoro di gambe con gli alti e bassi. Ancora: nuovamente un
muro di freddo che ti spinge a lottare, le ulteriori fatiche e finalmente un
traguardo. E se due anni fa qualcosa mi aveva fatto pensare ad
una nascita, ad un’araba fenice, quest’anno ho trovato, nel Trofeo Monte Acuto,
un cammino… e della meditazione.
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