lunedì 31 dicembre 2012
il 2012 và via....
giovedì 20 dicembre 2012
2^ CorSalsiccia 2012 - 18'16''
lunedì 5 novembre 2012
SARDINIA ULTRAMARATHON - "la 60km", 4h47'08''
Ci chiamano uno per uno e cresce un po di tensione, manca
poco, arriva lo sparo. Giorgio Calcaterra fa subito uno scatto e si
porta avanti con Vincenzo Trentadue. Ripenso alla mia battuta detta a
qualcuno: attaccherò Giorgio nei primi cento metri :) :) . Invece me ne
sto tranquillo con il mio passo e li seguo a circa 50 metri, sono
felice di iniziare questa gara e stare dietro a due top, non capita
spesso. Terrò più o meno il loro passo fino al 10° km, perdendo
leggermente ma pochissimo, sarei potuto stare anche con loro se
avessi voluto, anche tranquillamente, ma sarebbe stata una perdita in
più di energia, cruciale nel finale. Stavo già andando veloce, oltre quello
che sarebbe dovuto essere il mio passo per finire una gara di oltre
4h e mezza. Comunque dopo il 10° inizio a perdere di vista il
duetto. Finalmente accelerano: questo è stato il mio pensiero. Un po
mi dispiace, non avrò nessuno da seguire. E anche se mi rendevo
conto di non avere neanche una briciola della forza di Calcaterra,
stargli dietro mi faceva piacere, finché sarebbe durato. Ne sono
rimasti sorpresi anche quelli che dopo il passaggio del 5° km mi
hanno visto lì dietro, bello tranquillo, intento a seguire il
pluricampione del mondo della 100km. Mi incoraggiavano con un: Ehhh
Bravo Davide!!, Dai!!. Avrei voluto rispondere: loro stanno andando piano.
Vorrei ancora ringraziarvi tutti, praticamente un fiume di atleti che
faceva il mio nome, fino a quando si rientrava nella striscia
tagliafuoco. In quel momento ero contento, anche perché avevo visto i
miei compagni di allenamento posizionati bene e, per fortuna, anche
Lorenzo Pisani era vicino, era lì a farmi compagnia qualche decina di metri dietro di me.
Ora ci si doveva solo concentrare bene, la gara da questo punto è
come se si modifichi, cambia lo scenario e il fondo, tutto diventa
più solitario, silenzioso, intimo. Bisogna sentire le scarpe e le
gambe, fare bene leva sul terreno e correre sciolti senza perdere
energie, prende quasi un certa fretta, presto arriverà la prima
salita e non bisogna perdere troppo tempo, ci si sente forti e 60 km
non sembrano così tanti, forse perché la metà del primo giro, la
prima asperità impegnativa si affronterà a breve. Io devo dirlo, in
questo tratto un po ci ho creduto al 3° posto in classifica generale, ma Lorenzo è forte e
ben preparato e più tardi me lo ha dimostrato ampiamente. Quattro minuti
andavano tolti: forse anche questo mi ha fatto fare un primo giro
veramente ottimo, alla ricerca di quei minuti da recuperare. Così passa il primo ristoro, il secondo e il
terzo. Lorenzo mi seguiva a distanza e ogni 5km guadagnavo
leggermente. Durante i ristori notavo che lo spazio si dilatava, dopo
il 15° circa, disposto dopo la salita di quasi un km e i “gradini”
mi butto in discesa con un lieve vantaggio. Sto benissimo, nella
salita precedente quasi mi emozionavo per essere così fresco, ho
fatto la salita con piacere, gli scalini quasi scattando: Le foto seguenti di Signor Gavino Sole immortalano quel momento.
Purtroppo
alla fine della discesa non vedo un cartello e il nastro che ci
segnalano la svolta a destra, poco prima dell'attraversamento della
strada che porta a Scano di Montiferro (pensare troppo e concentrarsi
eccessivamente non è sempre bene) e perdo circa 30'' o 40''. Per
fortuna mi accorgo dell'errore dopo solo 50 metri, in quanto anche
durante l'allenamento sul posto di qualche settimana prima abbiamo fatto lo stesso errore. Torno subito
indietro come distinguo lo slargo stradale che si apre davanti a me.
Arriva anche Lorenzo, quel poco vantaggio è andato, mi prende un po
lo sconforto, più che altro un leggero rimprovero verso me stesso. Dopo qualche km però mi sento meglio e mi
rendo conto anche di quanto sia in forma Lorenzo, tranquillo, impassibile.
Io , invece, avevo un leggero fiatone. Sto iniziando a perdere troppe energie. Scambiamo qualche parola: Lorenzo mi chiede se stessi andando più forte dell'anno
scorso. Gli dico di si, ma che non so bene quanto, perché non ho i
tempi dei passaggi. Mi dice che in salita ne ho più di lui, gli
rispondo: finché dura.
In pratica facciamo la gara insieme per qualche km, anche se più avanti siamo nuovamente staccati di pochi secondi, io cercando la fuga e lui che amministra una bellissima corsa. Così fino a poco prima del ristoro
del 40° (in pratica quello prima della salita della chiesa durante
il secondo e ultimo giro di 30km). Infatti cambia tutto verso
l'inizio dell'ultimo giro, subito dopo il ristoro del 30°.
Improvvisamente sento, più del normale, un
senso di stanchezza, e piano piano rallento, dopo qualche km, oltre il
ristoro del 35°, inoltre mi compaiono dei dolori al basso ventre, sia
a sinistra che a destra, che mi portano per alcuni tratti a
rallentare vistosamente. Forse il vento un po fresco mi ha fatto male
alla pancia, forse un po di gonfiore dovuto a qualcosa che ho
mangiato e/o bevuto in combinazione o frettolosamente. Cmq Lorenzo mi
passa, ed io devo anche fermarmi a fare pipì. E' l'inizio di quasi
23km infernali. Penso di tutto. Inizio ad avere il pensiero che tutti
verranno a prendermi, più volte mi accorgo di pensare a questa
frase: forse è giunto il momento di capire che per la prima volta
devo ritirarmi, come faccio a finire, a fare 20km. Eppure vado. Vedo
da lontano Lorenzo, al ristoro del 40°. Giungo anche io e riparto
dopo la mia sosta, e non lo vedo già più, lui è oltre le lontane
curve. Ora c'è anche la salita. In un modo o nell'altro devo
arrivare fin su, almeno lì, penso a me stesso seduto ad aspettare a
Sergio o a Stefano, così potrò riprendere la corsa insieme ad uno
di loro. Penso a tutti quelli che ci sono dietro, devo dire che mi
dispiacerebbe deludere qualcuno, mi hanno pure incoraggiato. Così
tanti allenamenti, penso a Filippo che mi diceva che dovevo stare attento a non esagerare il primo giorno, a Sergio che mi diceva di andare più
piano (al secondo giro, quando ci si è incrociati, mi fa cenno di
rallentare e di non sforzarmi ulteriormente), eppure stavo bene, non
mi sembra di essere andato così forte, e anche nel primo giro sono
stato attento, rischiando qualcosa, ma sempre con riserva, per non
sentirmi stremato alla fine. Vado avanti. Ho usato anche gli
accorgimenti in discesa, che mi ha suggerito Filippo durante la
discesa a punta Giglio . Ho usato le scarpe da trail che vanno sempre
che è una bellezza, anche ora mentre sono stanco, anche ora che mi
sento svuotato. Penso e ripenso, ma vado avanti. Faccio la salita, la
schiena mi si piega in avanti, sembra un ponte strallato con i cavi
sfilacciati, non mi regge più, ma arrivo fino alla fine, sorrido.
Quasi non riesco a riprendere a correre, mentre sotto le piante dei
piedi percepisco la breve discesa che mi porterà al breve sentiero
che comunica con la strada asfaltata che giunge alla chiesa. Ma
mentre penso corro, i passi uno dopo l'altro mi portano al piazzale,
faccio la salitella in pietra, giro a destra: ecco i gradini. Qui
inizio a sentire lo stanco velo d'acqua sopra il mo corpo, sul
viso sembrava che mi sciogliesse le occhiaie, poi lungo il viso
arrivo a percepire questo film acquoso anche nel collo, che scorre sotto la
maglia, nelle spalle, sono completamente bagnato. E quel liquido mi porta via le forze. Ma ora il vento non
c'è e non sento freddo. I dolori sono pure diminuiti. Arrivo al
punto più alto. Vedo un ragazzo mentre fa una foto e mia
madre, subito dopo, che mi dice: dai che va bene. Io rispondo quasi
sconfitto: non và bene. Al ristoro c'è anche mio padre, mi
fermo più del previsto, esausto, ricordo ancora le parole che mi
escono di bocca: eeeeh stanco, sono!
Mangio, bevo: non troppa coca cola, forse è stata lei ad avermi gonfiato. Ripenso al ritiro, e
automaticamente riparto, una fitta sulla parte esterna del ginocchio
destro mi fa zoppicare per 100 metri, lascio perdere, passerà dopo
qualche minuto: lo penso con convinzione, conosco il sintomo. E così
succede, mi riprendo un poco in discesa, ma ho sempre la voglia di
camminare, aspettare, fermarmi, riposare. Eppure vado. Arrivo alla
leggera salita prima del penultimo ristoro, faccio anche quella
correndo, ripenso alla precedente. Mi accorgo che faccio tutti i
pezzi più duri correndo. Mi rendo conto che quando entro in crisi
profonda, cioè più che negli altri momenti, rallento un po e tutto
passa: altro suggerimento di Filippo che mi aveva dato conferma di
alcuni miei modi di agire durante la corsa. Ripenso agli allenamenti,
ad alcune cose che forse mettevo già in pratica, ma che a volte
vogliono ricordate, approvate da altre voci più esperte di mè.
Penultimo ristoro: mi guardo sempre indietro, bevo e riparto presto,
mi dico: se non mi hanno preso qui.... Mi aspetto la folla da un
momento all'altro, che mi sorpassa, io che penso: vorrà dire che con
la loro scia riuscirò ad arrivare all'arrivo. Ma cmq vado. Altra
fitta alla ripartenza del 50°, è dolorosa, molto, per decine di
metri non riesco a piegare la gamba ma poi passa nuovamente. Ora c'è
la discesa: che bello!, un tratto facile, eppure fatico, ma sempre
meno come si avvicina il traguardo. E non cammino, anzi, doso sempre
meglio le energie, vado avanti, avanti, avanti, le gambe reggono
anche nei tratti più impervi. Arrivo all'ultimo ristoro, ci sto poco
e riparto: giusto qualche secondo in più per rifiutare un invito a pranzare con le bistecche
che gli addetti si hanno appena cucinato. Ho bevuto sempre, non ho
sbagliato nell'alimentazione, forse solo un po di stanchezza, se
avessi sbagliato, ora sarei fermo, pieno di dolori. Anche il tratto
finale lo faccio abbastanza bene, non cammino neanche per un momento
nell'ultima salita, anzi, procedo molto lucido, Arrivo in fondo alla
strada, c'è mia madre, come se non lo sapessi gli chiedo se devo
girare a destra, una conferma inutile ma che mi piace farmi dare.
Giro a destra, gli ultimi 300 metri circa, ecco l'asfalto. Ad un
tratto un boato mi accoglie: sento il mio nome nella voce dello
speaker, tutti che applaudono. E' una sensazione meravigliosa.
Accelero e chiudo, con una progressione, la mia gara. Tutto si svolge
in un attimo, arrivano perfino dei ragazzini per farsi una foto con me e
Lorenzo, giunto qualche minuto prima.
Dopo dico la mia prima parola:
birra! Poi chiedo il tempo: 4'47''08'' !! Non riesco ad essere felice
con i muscoli facciali ma dentro sento qualcosa di orgoglioso dentro
di me, questa volta riesco a calcolare facilmente in pochi istanti il
miglioramento: più di 16' rispetto all'anno prima. Nonostante un secondo giro faticosissimo
e durissimo, le gambe sono andate, non come nel primo anello, ma mi
accorgo di aver fatto un buon passo cmq. Quarto in combinata, con 3
campioni davanti. Sono veramente contentissimo, sereno, felice,
soddisfatto!!! Ci ho provato a fare l'impossibile, con criterio, ho
dato l'anima in questi due giorni e ciò che provo alla conclusione
mi ha ampiamente ripagato, nonostante tutti quei brutti pensieri. Ma
li ho dominati, nonostante ci fossi dentro, ci sono andato d'accordo
e ci ho camminato insieme, anche questa volta una bellissimo agonismo
contro me stesso.
P.S.
Dopo la birra tutta una serata di serenità mentre aspettiamo gli
ultimi arrivi, complice una doccia, le birre e i panini (e non solo),
il clima atmosferico e umano... premiazioni molto divertenti... a
Sant'Antonio si respira bene, in tutti i sensi.
Aggiungo anche un link al sito della mia società, dove si parla anche dei miei compagni di squadra, che sono andati benissimo, tutti insieme abbiamo contribuito ad una bel risultato per la Podistica Sassari. Inoltre, anche Stefano, nostro compagno di allenamenti, è arrivato 7°, e questo ha quindi testimoniato il bel lavoro fatto tutti insieme nei fine settimana precedenti.
Aggiungo anche un link al sito della mia società, dove si parla anche dei miei compagni di squadra, che sono andati benissimo, tutti insieme abbiamo contribuito ad una bel risultato per la Podistica Sassari. Inoltre, anche Stefano, nostro compagno di allenamenti, è arrivato 7°, e questo ha quindi testimoniato il bel lavoro fatto tutti insieme nei fine settimana precedenti.
sabato 27 ottobre 2012
SARDINIA ULTRAMARATHON - Corsa Verde, 1h29'25''
Ed è arrivata e andata via, con un po di malinconia, anche questa Sardinia Ultramarathon. Ci avevo dedicato settembre e la prima parte di ottobre. Nelle ultime settimane, in particolare, mi ero anche allenato con un bel gruppo composto da Gavino, Filippo, Stefano e Sergio. Ma con noi, seppure non presente in concreto durante la corsa, faceva parte anche Pietro, mio compagno di squadra insieme a Sergio. I lunghi fatti in loro compagnia hanno sicuramente influito sull'esito finale della gara. Una giornata di allenamento non solitario rende più facile tutta la settimana e tutti gli altri allenamenti. Sopratutto se i km corsi insieme sono la gran parte del carico settimanale e vengono svolti in località bellissime come Alghero, Fertilia, Monte Doglia, Porto Conte, Porto Ferro, Punta Giglio e Monte Timidone (all'interno della foresta demaniale Prigionette, conosciuta anche come “Arca di Noè”). In queste corse l'aria ci ha ristorato, il verde ci ha allietato gli animali ci hanno fatto compagnia da dietro gli alberi ed i canneti. In particolare i Daini presenti mi hanno sorpreso con la loro agilità, non ci si abitua mai a quanto velocemente possano scomparire dalla vista. Ringrazio tantissimo gli amici per quei bellissimi sabati mattina. Dunque, la Sardinia Ultramarathon consiste in 2 gare da svolgersi di sabato e domenica mattina, quest'anno sono ricadute il 20 e 21 ottobre. Il primo giorno ci sono da fare circa 21 km (in 2 giri) e il giorno dopo circa 60km (totalmente in trail, sempre su 2 giri). Devo dire che quest'anno ho dovuto proprio sudare, mi sono impegnato nelle gare più dell'anno scorso. Infatti avevo stabilito di guadagnare qualche minutino già dal primo giorno. La mia intenzione era quella di non addormentarmi nella lunga discesa in asfalto presente nella mezza ( la gara è composta da circa il 60% di trail e il 40% di asfalto) e di finire la competizione in circa 1h e 31'. Quindi circa 4 minuti in meno dell'anno scorso! Ma forte di allenamenti migliori e di meno gare sulle spalle mi ritrovo una leggerezza inaspettata, sin dall'avvio, e vado su che è una bellezza dal primo km della prima salita del primo giro. Si parte nella lieve freschezza del mattino, alle ore 10:00. La partenza è in discesa, in circa un 1km ci ritroviamo nel punto più basso, a quasi 650 m s.l.m.. Si svoltà a destra, oltrepassando un cancello, e ci ritroviamo in un sentiero dove la vista tende a spaziare sulla destra. Le mie gambe tendono già a superare, raggiungo definitivamente un gruppetto davanti a me. Dopo l'asfalto della pendente discesa mi sembra di fare ancora più presa sulla salita che quest'anno si presente molto più inerbita. Stranamente, credo di aver fatto una buona scelta a infilarmi le Asics 1170 A4 stabili. Con i loro 750km le sento veramente comode e leggere, le mie Bandito sono state giustamente tradite, troppo leggere. E le scarpe da trail forse sarebbero state troppo pesanti per la 21k. Purtroppo non sono riuscito ad acquistare per tempo un paio di scarpe trail che sentivo mie a pelle, e ho tenuto da parte cmq un paio di Asics Kahana che ho letteralmente addomesticato con 100km, in brevissimo tempo. Le Kahana saranno mie complici il giorno dopo, una scelta avvenuta solo poco prima della partenza dei 60km, ma penso molto ben ponderata e decisiva. Ma torniamo alla gara del sabato. La salita va su fino ai 4,5km e si divide in due parti. La prima parte è molto esposta, aperta, si sente il caldo appena esce il sole. Più avanti il bosco si fa sempre più fitto e si raggiunge una breve salitina, molto sconnessa, che curva a destra e poi a sinistra. Siamo arrivati ad un momento di respiro. Quando si raggiunge un sentiero leggermente in discesa e poi in piano (con una superficie compatta e fangosa) ci si ritrova quasi nei pressi della Chiesa, un ultimo sforzo. Arriviamo quindi al secondo tratto, meno pendente e più breve, si sale ancora e poi un breve tragitto di asfalto ti accompagna verso la zona parcheggio, situata nella parte più bassa di Sant'Antonio. Qui si gira verso sinistra, si scende nuovamente. Facciamo circa 1,3km di discesa su un sentiero bellissimo, avvolto tra gli alberi, sempre più fitto e fatato, a mio parere l'inizio dei km più belli della Corsa Verde. Le mie gambe vanno veramente bene, non sono stanco per niente, in salita sono andato veloce e ora controllo il passo per non stancare i quadricipiti. Alla fine della discesa si svolta in maniera secca verso destra, si restringe la sede di corsa e tutto si fa ancora più selvaggio, silenzioso, sembra quasi di perdersi quando per un attimo si abbassa lo sguardo per controllare che i piedi non si appoggino male sui solchi formati da precedenti piogge. Rialzi lo sguardo e vorresti correre il più possibile in quel posto distaccato dal resto del mondo. Ma le mie scarpe mi fanno scattare con sicurezza, c'è un ritmo da tenere, senza farsi troppo prendere dal paesaggio. Il fondo della suola che tocca il terreno risuona intorno e dietro di me: tac tac tac tac. Salgo con il ritmo dei miei passi, quasi mi diverto ad entrare in sintonia. La strada sembra non finire, ora mi viene in mente che la ricordavo meno lunga ma più faticosa. In breve, invece, arriva l'ultimo pezzo, eccolo, finalmente, sono poche decine di metri ma ti mandano su il cuore e il fiatone. E' già finito, sono contento, non ne sono uscito male, anzi. Ed ora c'è solo discesa. Ah si, devo fare i mitici gradini, niente di più facile. Eppure una leggera pesantezza si sente d'improvviso dopo 10 scalini, calo leggermente la velocità e sono subito in cima. L'altare alla mia destra mi ricorda che siamo sul punto più alto: 800 metri di altitudine. Circa 150 metri di dislivello in un attimo, così è sembrato, neanche li ho sentiti. Siamo, però, solo a 7km di gara. Ora è facile ma la discesa è lunga, e poi ci sarà l'ultimo giro. Mi concentro bene e imposto un buon ritmo. Il sole torna sui prossimi 3,5km. La discesa sembra non finire mai, la sede stradale più ampia sembra allungare la distanza, eppure sto andando, è più lunga di quello che ricordavo. Passano i cartelli chilometrici, guardo quello che segnala i 20km quando si sarà al termine del secondo giro, passo dritto, mi dico: ci sono quasi... e metà gara è finita. Ogni volta mi sorprendo di quanto sia importante correre bene questo tratto ai fini della competizione. Ma finalmente ecco l'arco. Bevo, un sorriso a tutti e poi mi ricordo: dovevo chiedere il tempo. Infatti non ho messo il cronometro e mi serviva almeno sapere il passaggio. Mi aveva appena superato Enrico, chiedo a lui con un urlo: a quanto siamo??. Risposta: 44'26''.
Mentre mi impegno nel restante tratto di discesa, che riapre l'anello, penso alla proiezione finale. In un primo momento di confusione non so perché sommo 40 e 40 e conto 1h e 30 aggiungendo altri 5 minuti. Mi sembra così strano, mi concentro meglio e finalmente mi accorgo che sto andando più veloce di quanto previsto e cmq arrotondo tutto ad 1h e 30 invece che ad 1h e 29'. Il secondo giro andrà benissimo fino al 2° - 3° km di salita. Più avanti inizierò ad accusare un leggero stato di affaticamento, sempre più intenso (devo ammetterlo, stavo iniziando ad aumentare troppo per andare dietro ad Enrico). Così tiro leggermente i freni e vado con un passo più lieve, faccio la discesa degli elfi e mi trovo nuovamente sull'ultima salita, faccio più fatica del dovuto, mi rincuoro che anche l'anno scorso avevo finito gli ultimi metri con il cuore che batteva sul torace e ben presto mi trovo sui gradini. Gli scalini, invece, sono più facili, salgo bene, vado giù in discesa, deciso nel mio stato di benessere. Con mia sorpresa mi ritrovo con il terzo di categoria che durante il percorso ha avuto dei problemi di crampi, così anche la discesa viene fatta ad un buon passo insieme a Fabrizio, senza troppa fatica e con un ultima accelerazione riesco a finire molto bene, rientro anche in premiazione al terzo posto. Concludo anche 10° assoluto. Guardo il tempo: 1h29'25''.


Oltre ogni previsione! Ora, con mia felicità, non ho neanche preso molto dal 3° posto per la combinata. Lorenzo sta 4' minuti davanti a me. Giorgio e Vincenzo, invece, sono proprio oltre misura per le mie piccole possibilità. Concludono con 1h19'33'' e 1h21'45''. Rifletto su quanto il divario sia enorme. Il giorno, in ogni caso, dovrò fare una buona gara fin dall'inizio e dare quel che ho e difendere quella mia quarta posizione. La giornata prosegue nel consueto clima di divertimento e festa che contraddistingue questo evento. La possibilità di farsi una doccia calda appena subito dopo l'arrivo, le premiazioni, il mega pranzo, che bellezza!!! Torno a casa molto soddisfatto sotto tutti gli aspetti, e mi sento molto meglio di 12 mesi prima. Solo leggermente affaticato. Dovrei poter rispettare quel che ho risposto a chi mi chiedeva come stavo: ho fatto un po di km in più di allenamento, quindi dovrei esser molto più in forma. Oggi è andata così, più di 5 minuti e mezzo in meno (1h29'25'' contro il vecchio 1h35'01''. Solo i bicipiti femorali si fanno lievemente sentire, ma sono sicuro, faranno il loro dovere. Appena partirò saranno pronti a sostenermi per la Ultra.
giovedì 18 ottobre 2012
2^ Buddusò Corre 7,2k 29'34''
venerdì 14 settembre 2012
Allenamento Sant'Antonio Macomer
lunedì 27 agosto 2012
11^ Dal mare alla Montagna - 1h29'45''


Neanche la ritrovata pianura mi ha fatto riprendere, le gambe erano piuttosto rigide e poco reattive, sono andato benino fino all'incrocio da cui nasceva la seconda salita per il paese d'arrivo, Villanova Monteleone, ma solo perché la strada era molto facile. Mi raggiungono e mi superano in 4. Negli ultimi km è arrivata la crisi piena, dolori al ventre, stanchezza profonda, nausea, incapacità di spingere, di faticare. In certi punti volevo mollare e camminare, riposarmi sul bordo strada. Eppure la gara non era compromessa del tutto, ed ero cmq tra i primi 15 uomini. Piano piano, aiutato anche dalla presenza di Paola e Fabrizio, a cui sono riuscito ad agganciarmi, e da qualche mio rallentamento di poche decine di metri per riuscire a riprendermi, ho visto aprirsi le porte di Villanova. Come uscito dai gironi, ho rivisto le stelle, anche se avevano la forma di una bella discesa lungo freschi giardini. Un ultimo sforzo e sono arrivati anche i bambini che davano il “5”. La mia faccia, sotto il traguardo, sfiduciata dal mio tempo segnato nel display affianco all'arrivo, credo che rimarrà ancora nella mia mente per un po, ma ben presto verrà cancellata dalle settimane.

Piuttosto, la cosa peggiore è stata la riflessione delle ore successive. Guardando le nebbie che avvolgevano la mia casa, aspettando di vederle svanire per mettermi a dormire e respirare meglio nel sonno, ho pensato particolarmente alla corsa, alla fatica, al valore che ci attribuisce, al battersi contro se stessi, al non mollare. E devo essere sincero, mi sono accorto di essere un po pazzo e che qualcosa non va. Se le impressioni e le sensazioni dovessero rimanere inalterate nella nostra mente, sono convinto che non correrei più. Ma poi si riesce ad intravedere delle piccole luci, quelle del cielo, stavolta. Appaiono nel buio dopo il grigio uniforme. Vedi i bagliori lontani della città, vedo Sassari in lontananza e i pensieri si fanno più aperti, liberi, leggeri. Ti accorgi che esistono mutevoli realtà, alle volte dure e celanti, alle volte luminose e appaganti, nonostante il punto di vista sia lo stesso. 1H29'45'', questo il mio tempo. Non male, ma nelle giuste condizioni può essere tutt'altro, devo ricordarmelo, perché sennò finisco di amare la corsa, di faticare, capire che in rapporto alle mie capacità di base in questo sport, al lavoro svolto, si può anche soccombere ad un tracciato ma tutta la fatica non è poi così dura, siamo solo noi che dobbiamo accettare quanto possiamo pretendere, quale è il giusto equilibrio che ci regala più serotonina. Oggi vorrei già prepararmi per la prossima edizione, c'è una sorta di rivalsa, di sfida a quel caldo, non così pesante (se penso che avevo lo stomaco ghiacciato durante l'arrivo e mentre mi cambiavo), a quelle salite (se penso a cosa significherebbe affrontarle con gentilezza e leggerezza), a quella distanza (se penso a come sarebbe con tanti km sui piedi). Per il resto, il finale di gara è sempre straordinario, il pubblico all'arrivo fa sempre grande piacere. Gli accompagnatori lungo il percorso sono un sollievo ad un' alternativa solitudine che potrebbe abbandonarti ad arrancare su qualche tornante. Spero che questo appuntamento si riempia sempre di maggiori miglioramenti. Per esauriti faticatori come me è un appuntamento sul quale fantasticare, e prima o poi nuove persone vorranno provare questa gara.... e saranno felici dopo averla conclusa, anche se con i visi stravolti.
Durante questa settimana le condizioni non sono state brillanti ma ho comunque corso i miei km che avevo in programma. Devo pensare a cosa preparare e quante settimane di riposo fare dalle gare, perché Villanova mi ha un po traumatizzato... ma ho vinto io. In fin dei conti, solo ora mi rendo conto che è stata un buonissima giornata.
P.S. all'arrivo della Dal mare alla montagna volevano farmi accomodare in autoambulanza... pensavano che stessi svenendo... ero troppo bianco... ma io sono andato a bere, nonostante le loro insistenze... che scena... hahahahahahah
sabato 18 agosto 2012
7^ Corri Limbara circa 6,6k 29'01''

Finalmente riconosco quel tratto di strada al sole, manca poco, scollino e la strada tende finalmente al piano, poco più in la è pure leggermente in discesa. Sono molto stanco ma continuo. A Vallicciola ancora non c 'è nessuno dell'organizzazione. Verso le 9 e 30 c'è il ritrovo: farò in tempo. Ci metterò solo poco più di un ora a fare questa salita. Spero meno, ma sarà molto molto molto difficile, non è il 2010, 58'17'' è duro da battere. Passo Vallicciola e faccio il piccolo strappo, mi butto giù per una ripida discesa, troppo forte, lo scoprirò poco dopo. Arrivo nel punto più basso e ritorno a salire, mi aspetta una salita più dolce. Due anni fa, in questo punto, ho avuto bellissime sensazioni, ottima spinta e leggerezza. Ma adesso sono pesante, la discesa mi ha appesantito nuovamente le gambe. Tengo duro e imposto un passo più tranquillo per limitare i danni. Eccola, la parte più dura, il muro, devo salire con i passettini, attenzione al fiato, si procede a capo chino, senza guardare troppo negli occhi la cima. Ma questo è solo il punto con cui la montagna vuole piegarti, dopo alcune curve c'è ancora il tratto difficile per arrivare affianco alla chiesa: voglio fermarmi. Ma vado avanti, riduco i passi e vado avanti. Ecco, laggiù, finalmente c'è il rettilineo della chiesa, dopo minuti e minuti di cuore che batte nel cervello e i polmoni che inondano la bocca di sapore di sangue, si respira un po. Mi ricordo ancora, dopo la chiesa si è arrivati, nel senso che non ti fermi. Ancora un po di fatica, ma dov'è quel tratto di cemento?, una curva più su. Ma quanto sono in alto quelle antenne?, ma la strada sale, il dislivello, velocemente, te lo metti sotto, il panorama sulla sinistra si apre ai miei occhi. Mi ritrovo ormai a dover fare il giro di quelle bellissime rocce, mancano 200 metri al cancello, la strada curva verso sinistra. Una volta, in questo punto, ho fatto una volata, questa volta stò andando a pezzi, il torace si tiene insieme per volontà, ma ormai la sensazione della fine ti fa superare queste sciocchezze. Tocco il muro, è finita. Guardo l'orologio, purtroppo non capisco bene e vedo un 55. Mio Dio!, batto le mani per la gioia e dico: non è possibile. Il cervello è confuso, sa che il fisico non ha fatto quello che altre sensazioni chimiche ingannevoli vogliono farti capire. Solo dopo, con più sangue ossigenato nella mente vedo poco sopra nel display: 1h. Il mio tempo finale, 1h00'55''4. Pochi secondi fa avevo battuto il mio record del 2010. Ora mi consolo con un secondo tempo. Ma ancora non sono ancora cosciente. Mi sembra di aver migliorato solo di poco più di 30''. Solo dopo ore ricorderò che avevo 1h2'30'', è diverso da 1h1'30'' che percepivo nella memoria. Sono un po più felice. A casa, con freddezza, mi riterrò abbastanza soddisfatto. La condizione non è poi così scarsa, manca velocità, ho fatto veramente tantissima fatica, ma non sono così messo male. Quest'anno è andato così, ma forse qualche cosa di buono posso ancora farla. Limbara, spero quanto prima di batterti di nuovo. Obiettivo: migliorare il mio tempo, dovrò scendere sotto i 57', ci vediamo l'anno prossimo!
E' fatta, ho perso qualcosa in questo ultimo tratto facile, (stranamente mi trovavo meglio in salita) ma ho chiuso in buone condizioni, sono proprio contento di aver fatto questa doppia corsa! Mi ero messo in mente questa giornata e l'ho conclusa. Guardo il tempo e sento un po i discorsi degli altri, devo dire che non è stata poi così male. Chiudo in 29'01''. Nel 2010 avevo fatto un buon 26'09'' (avevo fatto la Corri Banari il giorno prima). Non sono andato poi così piano, non ho camminato, ho recuperato abbastanza bene il primo sforzo del mattino.
La giornata prosegue sotto le sequoie giganti di Vallicciola: premiazioni, chiacchierate, foto, risate, mega pranzo... cosa volere di più? Solo un piccolo saluto al Coghinas e al Ponte Diana!
sabato 11 agosto 2012
1^ corsa dei candelieri città di Ploaghe 5080m 19'54''

Ma la gara come è andata? Male!. Da giovedì mi sentivo un po stanco, diciamo con le ruote sgonfie, e ieri sera la sensazione si è solo attenuata della metà. In compenso rimanevano delle gambe pesanti, rigide, con la muscolatura molto piena e soda, come se avessi appena finito degli esercizi con i pesi. BoH?! Avevo anche poca voglia di scaldarmi. La mia partenza è stata abbastanza veloce anche perché sono rimasto incastrato tra gli atleti e volevo recuperare un po troppo, troppo velocemente per le mie potenzialità attuali. Come abitudine, però, tendo a prendere in poche centinaia di metri il ritmo ideale e non penso sia questo il problema riscontrato in seguito. Provo un po a fare quello che mi era riuscito a Banari. Dopo mezzo km, però, le sensazioni di pesantezza escono fuori ancora di più e tendo subito ad essere in difficoltà, dopo il primo giro di circa 1270 metri non riesco neanche a respirare bene. Conosco fin troppo questi momenti, cerco di difendermi e arrivare alla fine. Mi superano tante, tante persone, ma ormai è fatta, concludo anche questa gara. Il percorso era esattamente quello del trofeo Baule del 2009 e 2011, che indicavo in 5080 metri dopo alcune misure sul mio software di riferimento abituale quando ho dei dubbi: Google Earth. Se durante quelle edizioni pensavo che avrei dovuto correre ancor più veloce, perché nelle gare di questa distanza mi sentivo veramente scarso, più che nelle altre, questa volta posso dire di aver fatto un disastro totale, 3'55''/km finale. Perdo ben 1'01'' dal mio miglior tempo su questo stesso percorso. E pensare che prima della partenza mi son detto: ho il numero 100, quello della prima Pistoia Abetone, magari mi porta fortuna, mi darà forza, dovevo ricordarmi che io non credo in queste cose, ehehehehehehe, però è stato un bel pensiero a 2 anni fa.
Mah, dopo un po di sconforto che devo fare? Continuare a correre. E' stata solo una giornata storta, piuttosto riesco a correre con continuità e questo è bene. Stamattina quindi 8km leggeri mi hanno messo di buon umore, aspetto la prossima importante gara, sarà un bel test, ma presto, molto presto, avrò un idea ben precisa di come sto, mi aspetta un altro importante appuntamento, non vedo l'ora!. Scriverò qualche pensiero nei prossimi giorni.
giovedì 9 agosto 2012
XIII Corri Banari - circa 6k 22'35''



martedì 7 agosto 2012
38^ marcia della Solidarietà
Pubblico questo link trovato nel sito del comune di Milis, che conduce ad un pdf che rissume tutto.
Buona marcia.
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venerdì 3 agosto 2012
Correre a Martis 3,8K circa - 15'35''

Martis è molto accogliente, ed arrivando dalla direzione di Chiaramonti se ne possono ammirare dei suggestivi scorci. Il ritrovo sarà posizionato davanti alla scuola elementare, nei pressi di freschi giardini, ugualmente accoglienti e rasserenanti. E per fortuna c'erano i giardini! La giornata è molto calda ed umida, un po di ombra ci voleva!
